Ancora cento anni dopo Salvemini, la domanda rimane di immutata attualità.
SALVEMINI: PERCHÉ IL SUD
NON SI RENDE INDIPENDENTE?
NON SI RENDE INDIPENDENTE?
Gaetano Salvemini non mise mai pubblicamente in discussione l’unità d’Italia, ma giunse a farlo in privato:
“Ogni giorno che passa diventa sempre più vivo in me il dubbio, se non sia il caso di solennizzare il cinquantennio [dell’Unità] lanciando nel Mezzogiorno la formula della separazione politica. A che scopo continuare con questa unità in cui siamo destinati a funzionare da colonia d’America per le industrie del Nord, e a fornire collegi elettorali ai Chiaroviglio del Nord[…]
Perché non facciamo due stati distinti?
Una buona barriera doganale al Tronto e al Garigliano. Voi vi consumate le vostre cotonate sul luogo. Noi vendiamo i nostri prodotti agricoli agli inglesi, e comperiamo i loro prodotti industriali a metà prezzo. In cinquant’anni, abbandonati a noi diventiamo un altro popolo.
E se non siamo capaci di governarci da noi, ci daremo in colonia agli inglesi, i quali è sperabile ci amministrino almeno come amministrano l’Egitto, e certo ci tratteranno meglio che non ci abbiano trattato nei cinquant’anni passati i partiti conservatori, che non si dispongano a trattarci nei prossimi cinquant’anni i cosiddetti democratici”.
Lettera di Salvemini ad A.Schiavi, Pisa 16 marzo 1911 e contenuta in Salvatore Lucchese, “Federalismo, socialismo e questione meridionale in Gaetano Salvemini”, ed. Lacaita
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