L’ULTIMO TRENO


foto di Fulvio Frezza.

Un bellissimo pezzo di un viaggiatore e testimone su Facebook.

“Ancora non lo so, ma ha appena dato il blocco telefonico. Mica lo sapevo che tutto funziona ancora così. Se l’avessi saputo avrei preso quel treno?

Se avessi saputo che uno dei più moderni efficienti e comodi treni d’Italia è gestito da una sorta di telescrivente e da un fischietto l’avrei preso per tornare a casa?”

Ecco, noi quei treni li dobbiamo ancora prendere per forza. Alcuni ogni tanto, altri tutti i giorni. E i nostri figli con noi. 


Un bacino di quasi un milione di utenti

E i treni si è detto sono ok. 


Ora – fa problema, a  qualcuno, mettere i binari in sicurezza? Uno o due o dieci: ma sicuri?

Con un sistema di blocco automatico come nei paesi civili?

E perché non è stato fatto prima, evitando così questa ennesima inutile e dolorosissima ed evitabilissima strage?

Perché non è stato detto a nessuno che sotto le futuristiche carrozze con l’aria condizionata c’era un sistema di sicurezza che chiamare primordiale è ancora poco?

Perché in questa scandalosa guerra mediatica tra gli scherani di governi imbelli pluridecennali e quelli del “non toccateci la nostra terra che va tutto benissimo così“, rischiamo di dimenticare che le vittime hanno bisogno di giustizia, e tutti insieme abbiamo bisogno di speranza, di visione.

Di stringerci attorno al dolore dei familiari almeno con la consolazione che una tale sciagura non si ripeta mai più.

Ce lo chiedono le 23 o 27 vite spezzate per sempre, le 50 ferite, le loro famiglie straziate e tutti noi oltraggiati da una strage senza senso, senza precedenti e senza reali giustificazioni per chi poteva intervenire per tempo a cambiare le cose e non l’ha fatto.





Fulvio Frezza