Attentato alla salute pubblica

Salviamo i nostri ragazzi



IN PERICOLO LA SALUTE DI CENTINAIA DI RAGAZZE E RAGAZZI oltre a personale della Scuola Media Carducci-Cotugno e residenti nel quartiere.
SERVE UN DECRETO URGENTE PER TUTELARLI.


I fatti in breve:

1. Il 21 agosto 2012 il responsabile dell’Ufficio Igiene, dott. Matteo Paparella, lancia un primo allarme al Sindaco. Serve derattizzazione e bonifica.

2. Il 3 ottobre 2012 il Preside della Scuola Media Carducci-Cotugno-Giovanni XXIII, prof. Bonasia, segnala al Dirigente dell’Ufficio Tecnico: “c’è amianto e grave pericolo per la nostra utenza“.

L’utenza sono le centinaia di ragazzi frequentanti, le famiglie, il personale docente e non, gli abitanti del circondario.

Il Preside chiede una bonifica “urgente e necessaria”.

3. IL 28 settembre 2013, un anno dopo, dopo essere stati allertati da alcuni cittadini e  aver fatto le necessarie verifiche, RuvoLibera lancia l’allarme con l’articolo riprodotto anche qui sotto.

L’articolo fa scalpore. Qualcosa si muove. Ne fanno le spese cespugli e topi. Ma l’amianto?

Il 10 ottobre 2013, a nostra precisa domanda, l’assessore all’Urbanistica, Caterina Montaruli, dichiara davanti a decine di persone, nella sala conferenze dei Domenicani, che il problema sarà risolto “entro qualche settimana“.

È già passato inutilmente un altro anno. Nulla è stato fatto. 

Eppure bisogna fare presto. E bene. Proviamo a scuotere le intorpidite coscienze che vagolano a Palazzo Avitaia.


Un altro spazio-tempo

E qui siamo ancora costretti a notare quanto particolare sia lo spazio-tempo di questa amministrazione.

Se Einstein li avesse conosciuti, li avrebbe certamente utilizzati per uno dei suoi famosi paradossi.

Per loro, infatti, “qualche settimana” equivale all’altro anno che è passato, inutilmente, senza che foglia si sia mossa. E magari all’altro che intenderebbero far passare, approfittando dell’apparente pubblica dimenticanza.

Ma qui non tutti dormono, signori. Come non dormono centinaia di genitori consapevoli che i loro figli vanno a scuola in una bomba sanitaria ad orologeria, che può esplodere in qualsiasi momento.

E come non dovrebbe dormire nessun cittadino; e soprattutto come NON HA IL DIRITTO di dormire la pubblica amministrazione cittadina.

Con migliaia di persone esposte, compresi centinaia di ragazze e ragazzi che hanno il solo torto di non essere figli di qualche capobastone. Ragazzi che non potranno mai fare – che so? – il Direttore di Museo.

Ragazzi che probabilmente domani non avranno diritto a fare un concorso equo per trovare un lavoro, se non sono (in tutti i sensi) figli-di, che sono già condannati a vedere frantumarsi i loro sogni su questo vergognoso stato clientelare, nepotistico, medievale, fallimentare; e che, in più, nello specifico, oggi di fatto non hanno più neanche il diritto alla salute.

Le intossicazioni da amianto possono avere effetti gravissimi e questa incredibile inerzia dell’amministrazione comunale può configurare un possibile reato di omissione di atti di ufficio, se non addirittura quello ben più grave di attentato alla salute pubblica.

Lo deciderà il Giudice. Ma noi, politicamente, cioè come cittadini nella loro città (polis), come è possibile tollerarlo ancora?

Come è possibile che se ne stiano là appollaiati a pontificare sul nulla mentre la Città esplode? Mentre i nostri figli sono costretti in un lager che può diventare letale da un momento all’altro – e speriamo che sia ancora solo un’eventualità.

Signori di Palazzo Avitaia: SVEGLIA!

SVEGLIA! signor Sindaco-Consigliere provinciale! L’hanno informata che Lei è anche il primo responsabile della salute pubblica?

SVEGLIA! signora Assessore all’Urbanistica così ciarliera e incline alla promessa facile, ovviamente non mantenuta

SVEGLIA! Signori della GIUNTA e del CONSIGLIO COMUNALE che condividete le stesse responsabilità, anche penali, del Sindaco-Consigliere-Provinciale e dell’Assessore all’Urbanistica e alla Promessa facile.

Non dico vergognarvi un po’, perché ormai non ci credo più, che ne abbiate la forza e la dignità. Ma almeno, come dice il volgo, pararvi il sedere. Neanche questo vi interessa più? Siamo già al cupio dissolvi?

Padronissimi. Ma salvare quei ragazzi NON è un opzione. È il VOSTRO PRECISO DOVERE.

Sta per cominciare un nuovo anno scolastico e ci sono ancora le centinaia di vittime sacrificali sull’altare della vostra inefficienza.

DOVETE firmare un decreto urgente di spostamento della Scuola – come altrove hanno già fatto – nei locali dei Domenicani, o dove altro sarà dignitosamente possibile, fino a che i lavori (da iniziare SUBITO) non siano terminati.

I nostri ragazzi non possono stare in quelle condizioni neanche un solo giorno ancora.

Noi, per parte nostra, riterremo responsabili di questo abominio tutti i maestri di incompetenza e di inefficienza, di pigrizia e/o di collusione che hanno reso possibile questa catastrofe ambientale e di rischio (speriamo solo rischio) sanitario.

Tutti. A cominciare dal Sindaco, cui la legge assegna precisi obblighi in quanto responsabile della salute pubblica. E dal vicesindaco, il cui impegno ancora echeggia nelle orecchie di tanti ruvesi, da un anno – oltre le ben evidenziate responsabilità per i periodi precedenti.

Si muova il Sindaco, subito. Si muova l’Ufficio igiene, colpevolmente inerte dopo il primo allarme. Si muova il prefetto, il ministro. Venga il capo del governo, a offrire un gelato a questi ragazzi terrorizzati.

Fate quello che dovete fare, pergiove. Lo faccia chi deve, ma salvate i nostri ragazzi. Salviamoli.

Noi la nostra parte l’abbiamo già fatta un anno fa. Ancora la facciamo. E non avremo pace fino a che i nostri ragazzi non saranno al sicuro, e i responsabili puniti.


mario albrizio



DA RUVOLIBERA DEL 28 SETTEMBRE 2013



CITTADINI IN RIVOLTA IN VIA CAPRERA. SOFFITTE PERICOLANTI PIENE DI AMIANTO A RIDOSSO DELLA SCUOLA MEDIA “COTUGNO” E TOPI PER LE STRADE.
 

 

 
 
Cittadini in rivolta nella zona di via Caprera, tra la Pretura e la Scuola Media “Cotugno”.
Ci sono topi, dicono, che saltellano tra erbacce e cespugli come fossero a casa loro. Animali vari. Erbacce come una savana. E quel che è peggio un muro pericolante con tanto di suppenna piena di amianto ed eternit – due sostanze tossiche di cui la legge impone la rimozione – proprio a ridosso della Scuola Media e delle centinaia di ragazzi che la frequentano.

Un pericolo incombente (quanto alla possibilità di crollo) e un danno effettivo già in atto, attesa la pericolosità acclarata di quei materiali.

La domanda è d’obbligo: ma al Comune le avete dette queste cose?

E il povero cittadino vessato parte con lo sgranare il solito rosario di inefficienza, di pilatismo e ignavia degli uffici cui spetta di risolvere il problema; di diritti affermati a parole e negati nei fatti – cui sono tristemente abituati coloro la cui unica colpa è essere nati da queste parti, in questo inferno di inefficienza e di clientelismo.
La solita via crucis di ogni cittadino.

Segnalazioni alle varie autorità. Comune, Prefettura, persino i Nas. Raccolta di firme. Petizioni. Nuove segnalazioni. Speranze che si bruciano in poche ore o pochi giorni di fronte alla consueta passività o all’inerzia delle strutture pubbliche.

Comune, Prefettura, petizioni, Nas, Ufficio tecnico, Ufficio Igiene. La litania si ripete ma il risultato non cambia.

Esiti nulli. Ovviamente. Il Comune “non ha i soldi”.

Lo crediamo, visto come li spende. E visto l’incredibile debito extra-bilancio che ci sta affossando e le cui responsabilità ancora non vengono spiegate pubblicamente con la dovuta chiarezza.
 
E non ne parlano solo i cittadini, ma anche il preside della “Cotugno”, Bonasia, che invoca l’intervento dell’Ufficio Tecnico comunale, segnalando con termini inequivocabili l’urgenza e la gravità della situazione. la lettera è del 3 ottobre 2012 (Vedi foto). Un anno fa. Un anno sprecato inutilmente.

D’altra parte se ne era occupato anche l’Ufficio Igiene  il 21 agosto precedente, invocando “un energico intervento di derattizzazione” ecc… ecc… (vedi foto a fondo pagina).
Esito? Nullo.

Una volta fatto il dovere burocratico, scritta la cartuccella di rito, nulla succede e nulla si smuove.

Il dirigente dell’ufficio igiene, ben più noto come “politico” e per di più “decisionista” e, per le sue cose, cocciuto come pochi – l’uomo che è di gran lunga il maggior responsabile del disastro cittadino degli ultimi 20 anni e del Default contro cui l’Amministrazione comunale sta (male) combattendo –  si limita a imbrattare una carta e scaricare ad altri la patata bollente.
L’Ufficio tecnico non da segni di vita.

Nessuno si muove. Nessuno gli compete. Nessuno fa nulla. E i nostri figli sono lì, seduti su un vulcano, a studiare una Cultura e una Società che non corrispondono minimamente al contesto in cui realmente vivono.

A via Caprera, a pochi passi dalla casa paterna di Pino Minafra, rimaniamo la Città che ha i soldi per il Talos festival, che può spendere 150mila euro di telefonate e così via – ma che NON ha i soldi per mettere in sicurezza i propri figli, abbandonati alla mercè di un muro instabile e di una suppenna contaminata. La tragica lotteria è già cominciata. Chi sarà il primo bambino a farsi male? Chi sarà il primo genitore a far causa al Comune?

Rimaniamo la Città dove da vent’anni i Cittadini soffrono, la politica dorme, dove i nostri ragazzi vengono contaminati ogni giorno. Dove l’Ufficio igiene non ritiene di seguire e monitorare una segnalazione così grave; né l’Ufficio tecnico rimuoverla. Né il Comune affrontarla.

Benvenuti a Topolinia. Da vent’anni, la Città dove il Talos suona e i topi ballano.
 
 
 
mario albrizio

L’articolo venne ripreso da altri siti. 
Di seguito il post integrale di un anno fa. 
 
Un altro anno passato inutilmente. 
 
Aggravando una situazione già intollerabile per qualunque Amministrazione degna di chiamarsi civile.