Scomunica per Franco Catalano

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Si decide oggi sulla mozione di sfiducia  – rivelano fonti di sicura attendibilità.

Un Catalano ecumenico e una giunta sorridente. Altri tempi…



Si starebbe preparando un voto di sfiducia per Franco Catalano, presidente del Consiglio comunale più indagato del dopoguerra, convocato per domani 25 luglio. 

Composto sull’equivoco di una grande vittoria della società civile, ridotta a vittoriuzza di partito e di recinto, il Consiglio comunale aveva dato quello scranno all’ex concorrente del centrodestra, Catalano, per aver infine appoggiato Ottombrini in funzione antipaparelliana.

Il solito patto all’amatriciana: un po’ larghe intese ante-litteram, un po’ non dirlo alla mamma, lei mi crede vergine.

La grande vittoria civile del 2011, che aveva travolto barriere e schieramenti ormai logori e insignificanti se non in una logica di casta autoreferenziale – e che anticipava gli sconvolgimenti nazionali degli anni successivi – quella vittoria a suo modo storica fu così neutralizzata e si chiuse con la solita spartizione.

I risultati furono subito evidenti. E lo sono purtroppo tutt’oggi.

Un’Amministrazione inefficiente e paralizzata, che, perso il debole abbrivo iniziale, si è andata avvitando in giri sempre più drammatici di inconcludenza e di incapacità di far fronte a un disastro ventennale.

Impotente contro gli sprechi quando non sprecona a sua volta, travolta da 120 avvisi di garanzia,  delegittimata da una disastrosa perdita di consenso, sempre a caccia di chimere vetero-scambiste sul problema dei comparti, è sopravvissuta a se stessa fino a quando la situazione non è diventata irrecuperabile, con la Città ormai condannata al dissesto e loro tenuti su solo dal collante delle poltrone e, bisogna dirlo, da una scarsa considerazione della propria dignità.

Il Catalano presidente del consiglio comunale è il residuo simbolico di questo patto scellerato, che ha tradito così vistosamente la grande vittoria civile del 2011 e le mille aspettative che aveva suscitato.

Un accordo da tempo obsoleto, una mummia politica tenuta su eminentemente in funzione divisiva del fronte avversario, ma che oggi diventa superflua e rivela tutto il suo limitato orizzonte politico, dal momento che il fronte avversario si è comunque ricompattato sotto la solita triste egida paparelliana.

Quando si dice la coerenza…

Insomma, Catalano è oggi una preda facile. Ma basterà, per un’Amministrazione incapace a tutto, e per la quale ogni più piccola decisione sembra una montagna insormontabile?

Ci sono – posto che la scelta di chiarezza che servirebbe è una chiara presa d’atto delle proprie responsabilità e della propria inadeguatezza, e quindi ridare la parola ai Cittadini con nuove elezioni – ci sono quantomeno le condizioni necessarie e sufficienti ad una scelta di chiarezza minima, che eviti almeno posizioni inspiegabilmente incestuose.

Saprà il Pd cittadino prendere almeno questa decisione?

Lo sapremo al Consiglio di domani, 25 luglio.

In fondo, il 25 luglio in questo Paese ha portato talvolta grandi cambiamenti.

Ma abbiamo idea che, in questa Città Desolata retta dal Partito Desolato trasversale, il 25 luglio sia semplicemente il giorno che sta tra il 24 e il 26.

mario albrizio