Così si uccide una democrazia

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16 marzo 1978 
34 anni fa



comincia l’agonìa di un Paese senza più sovranità. E da quel giorno, drammaticamente, senza più libertà.


Condannato a un lento disfacimento di corruzione, di dilagare mafioso, di disaffezione alla cosa pubblica, di immoralità, di conflittualità tribale e di casta, e non ultimo di separatismo suicida.


I segni classici di un corpo che si decompone.



Ciò che ancora manca, è l’inizio della resurrezione. L’alba di una nuova e più compiuta democrazia. Che si potrà raggiungere solo con la verità – l’unica vera forza rigenerante.


Rivivremo insieme il caso Moro fino al tragico epilogo, quel 9 maggio che, proprio come il 16 marzo, fa ancora più parte del nostro futuro che del nostro passato.


Ricordare, per capire. Per cambiare.


Non c’è altra via.