Fantasmi nella neve

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La neve copre tutto. Ma coprendo, svela cose che normalmente non si vedono.

Quand’è che abbiamo perso la nostra sovranità di cittadini? Cioè di abitanti-padroni della città?

Vengono in mente le foto di inizi ‘900, con le vie bellissime e larghe, ancora sterrate, piene di gente a piedi in un ambiente urbano dove è difficile distinguere persino la strada dal giardino pubblico.

Invece la nevicata degli scorsi giorni ha scoperto, velandolo, tutto un mondo a cui poco badiamo per averlo costantemente sotto gli occhi, per esserci nati dentro e accettarlo come naturale.


La neve ghiacciata rende scivolosi e pericolosi i marciapiedi. Ed ecco i pedoni affannarsi per trovare un’alternativa. 

Finiscono ovviamente sulla strada, che non è più il loro regno come un secolo fa, ma il regno delle automobili e di tutto ciò che si muove su gomma.

Li vedi incerti, indecisi, trepidanti, a volte paurosi di fronte all’attraversamento di un crocicchio di vie, come se dovessero passare da una sponda all’altra di un fiume in piena tempestosa.


Mi vengono in mente gli amici che lottano per la pista ciclabile. Ma qui il problema è ben più grave. Forse bisogna ri-cominciare dai pedoni – da questi re detronizzati e ridotti a ospiti precari nel loro ambiente, così come sono stati ridotti a sudditi nel vivere civile, e a meri consumatori nel processo produttivo.

Miliardi di esseri umani messi all’ingrasso, quando ancora gli va bene, in una spietata griglia produttiva/distributiva la cui logica è di schiavizzazione, ma viene percepita di benessere. Misteri della cattiva pubblicità e della comunicazione massificata di regime.

Guardo questi (un tempo) cittadini che meditano e tentennano sul loro doppio-salto-mortale da un marciapiede all’altro – fantasmi nella neve – e mi chiedo dove sta, se c’è ancora, il bandolo di una matassa sempre più intricata.

Ma nel frattempo forse dovremmo dare (darci) almeno, a noi cittadini de-tronizzati, quanto meno degli spazi di emergenza, magari delle riserve indiane. Un percorso protetto e coperto che consenta di passeggiare o semplicemente di camminare senza rischiare le ossa in una caduta, o la vita in un investimento. Magari di bici…;-)

Una pista pedonabile. E’ chiedere troppo?

 
mario albrizio