Sbaragliate le armate clientelari in un contesto dominato dall’astensione e dalla disaffezione.
Ora spezzare le catene di un perenne incestuoso e mortale inciucio tra maggioranze e finte opposizioni – per ripristinare la Democrazia e far rinascere la Città.
Vince nettamente Pasquale Chieco. Dopo trent’anni quel cognome torna a riempire la cupa stanza neoclassica la cui poltrona nera ha ospitato i deretani ora più inattivi ora più disastrosi nella storia recente della Città.
Una Democrazia da ricostruire
Il neosindaco è stato eletto con la schiacciante percentuale del 57% contro 42 e rotti dell’avversario.
Ma all’interno di una storica débacle dei votanti: solo, di nuovo, il 57% e rotti degli aventi diritto.
Insomma Chieco è stato eletto con il 57% dei voti del 57% degli aventi diritto al voto. Il 57% del 57%. In pratica lo ha votato poco più di un ruvese su 4.
Un gigante sulle macerie di una Città devastata fin nel suo animo, nel suo crederci, nella sua prospettiva di futuro, nella sua voglia di protagonismo e di partecipazione.
Un dato che di certo non sfuggirà alla sua sensibilità. Il segno di una vera e propria crisi della Democrazia, che starà proprio a Chieco provare a superare, in un’operazione vitale per lui e per tutti noi, facendo reinnamorare i ruvesi della democrazia e delle partecipazione.
Ne ha tutte le capacità – sempre che qualche ingombrante “alleato” glielo lasci fare.
Staremo a vedere. Senza farci illusioni ma costruttivamente.
2. È un uomo libero. Attenzione: non un sindaco libero: quello era un altro… 🙂
Lui non può esserlo davvero, non del tutto almeno, dovendo fare i conti con quella cosa che si chiama Pd, questo Pd locale, questo cronicario incartapecorito, con questa dirigenza democraticamente mortuaria, e che siamo certi non abbiamo alcun bisogno di spiegare ulteriormente ai nostri lettori.
Le cifre parlano da sole. Una Democrazia morente, uccisa dall’arroganza, dall’ignoranza e dagli inciuci.
Ma d’altra parte Pasquale “Ninni” Chieco non è certo persona da subire gli eventi o nascondere la testa sotto la sabbia come era purtroppo diventata triste consuetudine negli scombinati meandri di Palazzo Avitaia. Né da temere referendum e chiudere illegittimamente la bocca ai Cittadini. Tutt’altro.
Con lui il Comune giocherà in attacco. Non ho il minimo dubbio su questo. E se proprio dovesse andare tutto male e la cosca trasversale piddino-matteana non dovesse rassegnarsi, sarà lui a rassegnare le dimissioni. Speriamo ovviamente di no. Ma è impensabile vederlo ridursi a vivacchiare nello stile atroce di questi anni.
3. È un outsider. Lo so che sembra strano. Ma è così.
Non solo è un mezzo marziano nel Pd. Ma soprattutto è senz’altro estraneo a quell’agglomerato trasversale paparelliano o ex (ex?) paparelliano o di derivazione democristiana-attiliana o sottoposto a pesante influsso unno da cui sono sistematicamente provenuti TUTTI i sindaci degli ultimi 17 anni. Nell’infinito (cioè mai finito) dopo-Attila.
Fatto a pezzi il dogma clientelare più liste = più consenso.
La cosca del sedere
Avremo un sindaco protagonista e competente, motivato e trascinatore, democratico e decisionista quanto basta. Non di meno, non di più.
E sarà trattato come il bambino che rompe il sonno dei vicini nel quartiere dei pensionati. Pensionati particolari: abituati a fare della Città e del pomeriggio il proprio ridicolo ma non meno devastante bivacco di manipoli.
Perché questo è oggi il vero compito di Ninni, come tutti lo chiamano: mettere le orecchie in avanti e ascoltare più i Cittadini e meno gli apparati. È l’unico modo per uscirne.
Questa Città non tornerà a vivere se non tornerà a vivere pienamente la sua Democrazia.
4. Festeggiamo perché Pasquale Chieco è non solo sottoscrittore ma coautore di Ruvo Terzo Millennio.
5. E infine festeggiamo Pasquale Chieco perché in fondo è il ‘nostro’ candidato. Di RuvoLibera, della Società civile, della sua parte più evoluta almeno, che in questo sito, da sempre considerato ‘l’unico strumento di verità‘, si riconosce.
Ma pensate davvero che senza le battaglie di RuvoLibera, senza le bordate quotidiane della solitaria corazzata della Libertà, i vecchi dinosauri piddini e attiloderivati avrebbero rinunciato a candidarsi per raggiunta evidente impresentabilità?
Ma ha funzionato ancor prima e ancor meglio per noi: per i Cittadini liberi. La sua stessa discesa in campo è stata per noi già una vittoria, perché spazzava via i dinosauri. Quelli della Piazza e di tante altre tristi e fallimentari imprese. La giusta nemesi storica.
Infatti Ruvo, almeno la Ruvo che è andata a votare, ha scelto Chieco, ha creduto in Chieco, per cambiare, non per continuità.
La cosa avrà presto i suoi frutti. E siamo certi saranno frutti sorprendenti.
La nostra mission – fermare la barbarie e imporre un cambiamento democratico – è compiuta.
Spartani e persiani
Ma i tempi cambiano, prima o poi. E non abbiamo dubbi che gli Spartani democratici, stavolta invitti a differenza di 2500 anni fa, partiti da zero e arrivati a 400, saranno la leva del cambiamento definitivo, quando i tempi saranno maturi.
La misteriosa saggezza del voto
Ma, tolta questa possibilità di libertà totale per cui evidentemente non era ancora pronta, la Città ha scelto il meglio che c’era. Con tortuosa ma invidiabile saggezza.
Il bello comincia ora e il meglio deve ancora venire.
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