Tanto Rumore per Nulla





Tanto alti erano gli strepiti e i lai, che appena sono capitato da quelle parti ho dovuto darci un’occhiata.

Quello che ho visto è una Piazza più illuminata. È già qualcosa, in tutto quell’orrore.

Il Comune lampeggiante sembrava un po’ la vetrina della Rinascente a Natale. Ma tant’è. Transeat.

Nel complesso lo spettacolo mi è parso abbastanza poco attrattivo: piuttosto freddo e poco comunicativo.

Un presepe come gli altri anni, a parte la devastazione del Natale scorso, sarebbe stato meglio?

Io penso di no. Sarebbe stato il solito presepe che si guarda di sfuggita.

Innovare è stato giusto. Il risultato è quello che è. Luminoso ma freddo. Una barchetta non può mai sostituire il caldo di una storia familiare, specie se in quella storia, comunque sia, si sono riconosciute tante generazioni.

Se poi il tema era quello dell’accoglienza, mi pare si siano mescolate cose molto diverse. 

L’accoglienza si deve fare tutto l’anno, e direi anche che “accoglienza” è un termine improprio per mille ragioni – ma non è questo il luogo.

È vero, anche essere buoni cristiani, amare il prossimo ecc… si dovrebbe fare tutto l’anno – ma anche questa è una storia che ci porterebbe troppo lontano.

Ci contenteremmo lo si fosse almeno a Natale.

Magari gli organizzatori hanno in mente qualche asso. Magari personalizzeranno e natalizzeranno la scena. Magari no. Chissà.

L’impressione che si ha oggi è quella di una bella cosa che non c’entra nulla.

Non si poteva fare in un altro periodo dell’anno? Magari riempiendo periodi più vuoti?

E anche questa cosa della “laicità”, francamente, da laico, la trovo fuori posto, in una festa profondamente cristiana (e sia pure di quel cristianesimo troppo spesso di facciata o al contrario fanatico: in entrambi i casi lontano dallo spirito inclusivo e solidale del Vangelo).

Mi piace che l’assessore centralizzi, idei e coordini, sostengo da tempo che sia la strada giusta, piuttosto della mera logica del “contributo” più o meno a pioggia. Ma forse potrebbe aiutare un rapporto più diretto col territorio?

Si era parlato di politiche “cogenerative“, credo, non co-appaltate per la realizzazione. Ricordo male? Se invece ricordo bene, non posso non aggiungere che in Città non mancano menti e capacità di innovazione anche ideativa.

Perché si ha sempre l’impressione di qualcosa che viene calato da fuori – un po’ come quella pavimentazione sacrilega.

E a proposito di contributi, magari sarebbe bene far conoscere ufficialmente le cifre, perché quelle che si sentono sono inascoltabili, dopo mesi di litania sul non ci sono soldi

Ma si sa che le voci si ingigantiscono da sole. Un comunicato ufficiale farebbe chiarezza.

Detto questo, non perdete lo spirito. La via è quella giusta, ma la mira deve essere raddrizzata.

Short story, io devo dire che non ci ho visto tutto questo pathos, né positivo né negativo.

Lo vedo come un progetto in itinere.

Nulla che giustifichi gli entusiasmi orgasmici di certi siti né le esagitate accuse di blasfemia o giù di lì sui social network.

E meno male che ci sono andato per altri motivi.

Altrimenti avrei detto, con Shakespeare, molto rumore per nulla.

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