CHIECO PARLA E NON DICE

#SalviamoRuvo 
La mission impossible del candidato venuto a salvare il Pd dalle sue stesse macerie, nella Città distrutta. Un bellissimo pezzo di Francesco Montaruli.




Finalmente, ieri sera, ho potuto sentire la voce del neo candidato sindaco di centro sinistra (PD e quel che ne resta intorno), il famoso Pasquale Chieco, detto Ninni. 


Ero curioso perché me ne era arrivata un’immagine quasi da film epico; volevo capire quanto questo “risolutore” dell’ultim’ora arrivato dall’alto di ben altri incarichi, fosse determinato, pronto, motivato e soprattutto libero per vincere la battaglia elettorale prima e per poter salvare la città di Ruvo poi.

Sono stato accolto da sguardi minacciosi (che ci fa questo qui?), altri straniti e da baci di convenienza. Beh sì, perché in effetti devo dire che in 42 anni è la prima volta che sono andato ad una presentazione del PD e del centro sinistra in generale. 


Addirittura, un’esponente dell’amministrazione uscente mi ha salutato calorosamente chiedendomi come mai fossi lì. Avrei voluto rispondere come si conveniva, ma ci sarebbe voluto troppo tempo e ho liquidato tutto con una battuta: “sono venuto a capire se si può fare peggio…”.

Insomma, diciamo che non ho proprio stemperato il clima, mi rendo conto, ma è stato più forte di me.

Veniamo ai fatti.

Pensavo potesse essere la presentazione di una persona sì, di un candidato sindaco, ma anche di un progetto, di una qualche forma di soluzione. Ingenuamente ho pensato pure che magari sui temi scottanti e non schivabili, su cui di fatto si gioca il futuro di tutti i Ruvesi, almeno una parola netta di intenti la potessi sentire. Invece nulla di tutto questo.

Per dirla in gergo calcistico, visto che lui stesso, il candidato sindaco, ha citato il calcio totale di Johan Cruyff (rip vero campione), più che altro Chieco, è stato ieri sera un buon giocoliere da Street Soccer al massimo del bene che posso volergli, perché ha detto tanto con l’abilità del non riuscire a dire nulla (o forse era proprio così che doveva andare).

Per dare un tono di modernità democratica che tra l’altro, va tanto di moda ai giorni nostri (vedi Premier), il tutto è stato simpaticamente impostato stile dibattito americano, con tanto di aggiornamento online dello scarno documento PowerPoint proiettato alle loro spalle (ho sorriso devo dire).

Da una parte l’ingenua ed impacciata studentessa nelle vesti della finta intervistatrice (finta perché le domande eteree le ha scritte Chieco stesso o forse nemmeno lui…boh), impacciata perché già all’inizio dell’intervista concordata, chiede al candidato: “posso darti del tu??” mentre di fatto lo stava già facendo.

Insomma ho continuato a sorridere che male non fa mai.

Il dibattito parte e le domande si susseguono. Da dove vieni, che cosa hai fatto, chi sei, di dove sei. Ci mancava francamente lo stato patrimoniale!!! il tutto finalizzato a convincere (ed il 99% dei presenti lo era già) che lui fosse titolato a ricoprire il ruolo e ad impegnarsi per Ruvo. Che non era un marziano insomma, anzi l’uomo delle competenze giuste.

Poi arrivano le campane di San Domenico e le domande sempre più pressanti e audaci (si fa per dire…) si susseguono. Il cielo è coperto ma le questioni trattate ci portano così in alto che almeno io riesco a vedere il sole.

Sta parlando il nuovo candidato sindaco del PD, della coalizione che di fatto è amministrazione uscente della nostra città e si parla di coworking, di rete, di approccio partecipativo, addirittura del valore delle società partecipate. Quando il concetto potrebbe sfiorare qualcosa di concreto, le campane di San Domenico intervengono precise ancora una volta e proprio mentre ci stavo prendendo gusto mi rendo conto che l’intervista e la presentazione sono finite.

Aspetto qualche minuto per capire se magari ci fanno fare qualche domanda, ma niente, per loro va bene così.

Insomma, la conclusione è chiara e mi scuso se ho lasciato entrare un pizzico di ironia nelle mie parole, ma oggi piove e la ritenevo utile.

Chieco non si discute come persona, ovvio, è un uomo di apparato, di partito e di amministrazione; è un uomo d’esperienza questo è evidente e lo ha confermato anche lui. E’ il risolutore chiamato dall’alto del PD per venire a mettere ordine e a fare quell’operazione di lifting di cui il partito ruvese aveva assoluta necessità.

Di fatto, la verità è che la sinistra ruvese uscendo dalle macerie della propria azione di governo, non aveva nomi credibili da candidare e allora ci ha pensato ancora una volta l’apparato di partito a sopperire pur di accreditarsi alla continuità di potere.

Mi chiedo e vi chiedo. E’ questo di cui abbiamo bisogno ora più che mai a Ruvo???

Abbiamo bisogno di cambiare un nome per dire che abbiamo svoltato???

O forse sarebbe il caso di fare tabula rasa e mandarli tutti a casa per ricominciare dalle macerie che ci stanno lasciando???

Riflettete gente, riflettiamo…perché adesso la soluzione è a portata di mano.

Cordialmente


Francesco Montaruli 


Foto del profilo di Montaruli Francesco