NON DIMENTICARE IL DOPOCENA


Ruvo Happy Hour.  Una proposta per tornare a vivere.




L’altra sera ho fatto un giro dopocena con la famiglia.

Non succedeva da anni.

La villa, che di sera è quasi passabile. Illuminata, animata e con i difetti in parte coperti da una fin troppo comprensiva penombra. Specie il mausoleo urinario.

E poi, dopo averla tenuta per 800 giorni al buio, di cui 578 di ritardo! –  nella disperazione più totale, qualunque cosa va meglio. E la luce fa la sua parte. Al fondo del fondo, dal punto di vista biologico non siamo poi così diversi da quegli insetti che si accalcano intorno alla lampadina.

Dicevo, la villa. 

Ma, soprattutto, continuando, il gigantesco (così sembra, senz’auto) Corso Cavour, una enorme piazza verticale quasi completamente vuota, a parte l’addensarsi puntiforme intorno ai bar ancora aperti. Poco più delle 22.


Lo struscio di sera

I ricordi sono andati in fretta a tanti ani fa, quando ero ragazzino e la sera tutti i ruvesi in condizione di muoversi uscivano dopocena a prendere il fresco. Tutti. Un gigantesco struscio sul percorso Piazza Cavallotti, Corso Jatta, Piazza Dante, con pause di frescura alle panchine.

Era come moltiplicare la domenica, tutte le sere di caldo. Io ero troppo piccolo, ma senza alcun dubbio, con lo sguardo di oggi, mi pare di vedere retrospettivamente quello che c’è sempre in questi casi, il “taglio” reciproco, o il pettegolezzo bonario, il vociare onnipresente, a volte una mezza anguria o qualche birra in qualche angolo seminascosto, traditi dalla garrova – e sopra tutto l’immortale gioco di sguardi con le ragazze dal vestito buono, in tempi oggi incomprensibili, in cui anche la forma del corteggiamento era sostanza.

Stasera si scoppia di caldo come allora. Ma dove sono finiti i ruvesi? Tutti su Facebook? Dispersi nei paesi vicini? Probabile entrambe le cose. Ma difficilmente in maniera così totalitaria. E, soprattutto, impossibile rassegnarsi. Non con questo splendore a disposizione.

Questa magnifica piazza verticale, questo Corso accogliente, recintato, pedonalizzato, nella sua triste bellezza inutilizzata, è un po’ il nostro biglietto da visita.

Un misto di sensazioni contrastanti. Di depressione e di esaltazione, contemporaneamente, di fronte all’attualità e alle potenzialità

E’ come ritrovarsi in un autodromo perfetto, con le auto luccicanti sulla pista illuminata, le telecamere accese – e nessuno in tribuna, sugli spalti e neanche nel prato.

Come guardare il vaso di Talos in una vecchia foto, perfetto dopo duemila anni, e ricordare che nel frattempo è stato rotto, i cocci appiccicati in qualche modo, la verità nascosta come sempre.

La firma degli incapaci al governo. 

Questa Città è una magnifica astronave atterrata su un deserto. Decenni di amministrazioni farlocche hanno fatto avanzare la sabbia fino quasi a soffocarla.

Ma la Bellezza è ancora lì.

Lo spettacolo può scattare da un momento all’altro. Bisogna sapere solo come fare. Mettere in moto. E noi ci proveremo.

Nel frattempo, se sei arrivato fin qui, non dimenticare il dopocena.



Happy Hour

Esci e porta fuori la tua famiglia, incontra amici, prendi aria, fai due passi. Farai bene alla salute e alla tua Città.

E agli amici esercenti un invito: trasformatelo in Happy Hour. Dalle 22 a mezzanotte offrite qualcosa a prezzo ridotto, gelato per i bambini, birra popolare per gli adulti o cose del genere.

Una fascia di prodotti base a un euro, non di più. 

Sarà il vostro modo di dire che vi fa piacere riceverli in questa magnificenza inutilizzata.

E se lo fate, fatecelo sapere. Dite che aderite a Ruvo Happy Hour e vi faremo pubblicità gratis.  

Ricominciamo insieme. Da qui. 

E’ questo il primo passo per far risorgere questa Città: innamorarsene. Renderla di nuovo viva.

Riportiamo in strada i Cittadini e coccoliamoli. Il resto verrà da sé.