IL BULLDOZER E LA SIGNORINA


La previsione di Bernocco sulle regionali: solo la candidata M5S può contrastare il bulldozer Emiliano



IL CUPIO DISSOLVI DEL CENTRODESTRA PUGLIESE

Tutti contro tutti. Le elezioni regionali vedranno una candidata di centrodestra, la immarcescibile e politicamente mummificata, Adriana Poli Bortone, ex MSI, ex AN e da poco ex Fratelli d’Italia, schierata dal mummifico Berlusconi, contrapporsi ad un altro candidato di centrodestra, l’oncologo Francesco Schittulli, sostenuto dai Ricostruttori di Raffaele Fitto, NCD e Fratelli d’Italia, sì, avete letto bene, proprio Fratelli d’Italia, il partito della Poli Bortone che ha sconfessato la Poli Bortone.
Un bel pasticcio in salsa pugliese, scaturito dalla posizione di Fitto, ormai in rotta col cerchio magico che circonda il Cavaliere di Arcore,  troppo debole per dettare linee e orientamenti. 
Qualche tempo fa l’oncologo di fama barese si recò in pellegrinaggio ad Arcore e sciorinò dei sondaggi con i quali avrebbe dimostrato la sua forza: lui al 35% delle intenzioni di voto e, nel centrodestra, nessun altro come lui: il sindaco di Lecce Paolo Perrone accreditato del 17%, il sindaco di Andria, Nicola Giorgino all’8 per cento, l’ex europarlamentare biscegliese Sergio Silvestris al 5% e il consigliere regionale ex An Nino Marmo al 3%. 
Contro il bulldozer Emiliano, quindi, solo lui avrebbe chance di giocarsi la partita delle regionali dopo la gestione Vendola che, come ha dichiarato, adesso penserà a sposarsi e si darà alla militanza attiva come uno qualunque di SEL o come ora si chiama, “Noi a Sinistra per la Puglia”, che candidata nelle sue liste l’avvocatessa ruvese Vittoria Mazzone.
L’ex sindaco di Bari, in queste condizioni che difficilmente cambieranno, ha la via spianata per conquistare la Regione Puglia. L’altra competitrice appare assai debole al cospetto del Michelone barese: Antonella Laricchia, scelta da 3034 attivisti del Movimento 5 Stelle, di 28 anni, studentessa di Architettura di Adelfia, ha ricevuto 596 voti. 
Del suo programma ha scritto: «Alla mia generazione, giovane, onesta, meridionale e consapevole, non resterà che emigrare se la regione non sarà liberata da una classe politica condannata, dalla sua collusione, all’inazione. Io intendo mettere a disposizione la mia onestà (dimostrata nella gestione della scorsa campagna elettorale, nell’immediata restituzione dei rimborsi in eccesso di Bruxelles e in tutta la mia vita), il mio impegno (dimostrato in innumerevoli forme di attivismo e volontariato) e le mie competenze, per un impegno da portavoce che sia limitato nel tempo e nella retribuzione».
Tuttavia, malgrado l’innegabile inadeguato radicamento del partito di Grillo e Casaleggio, bisogna considerare uno scenario probabile: e se gli elettori delusi e schifati dalla querelle interna al centrodestra decidessero di votare per il M5S, così lanciando un messaggio chiaro e forte ai vertici pugliesi e nazionali? 
È uno scenario che non si può escludere a priori. A costoro potrebbero aggiungersi spezzoni del centrosinistra pugliese che male hanno digerito la gestione renziana del PD, piuttosto spiccia e con venature antidemocratiche (si veda la sostituzione di massa dei componenti del PD contrari al varo dell’Italicum).
In sintesi, credo che la partita possa giocarsi fra Emiliano e Laricchia, escludendo tanto la Poli Bortone quanto Schittulli, i due separati in casa. Com’è noto e lapalissiano, le divisioni non portano bene, anzi, ed è praticamente inutile votare per due perdenti. 
Il cupio dissolvi del centrodestra pugliese (e nazionale) è imputabile al declino del Cavaliere con macchia e con peccato di Arcore, che è sulla strada del tramonto non foss’altro che per ragioni anagrafiche. A quasi 80 anni sarebbe difatti opportuno darsi alla cura dei nipotini e dell’anima, non più alla politica.
Salvatore Bernocco



Lui Batte. La Città Vive.
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