“CHIARIMENTI” INQUIETANTI

 
 
Si scopre, grazie alla videointervista di Telenorba* da noi sollecitata, che
ci sarebbe stato già un “crollo” nell'”anno scorso” (2013?)
con successivo ripristino da parte del Comune. 
Senza che l’opinione pubblica ne sia stata informata.

Capiamo che un preside debba in certe circostanze sdrammatizzare e minimizzare. Specie quando il nuovo anno scolastico sta per iniziare.

NON però quando a rischio è la salute degli allievi (e non solo).

NON però dopo avere egli stesso PER ISCRITTO e con la dovuta enfasi segnalato l’emergenza amianto.

NON però dopo che le stesse riprese televisive hanno mostrato presenza di amianto in struttura semipericolante, adiacente la Scuola e incredibilmente priva di muro divisorio dalla Scuola stessa.

NON però, soprattutto, dopo aver fatto, nella stessa intervista a Telenorba, l’inquietante ammissione di un “CROLLO” avvenuto l’anno scorso, e di cui nulla si sapeva finora; e di conseguenti lavori di “sistemazione” fatti dal Comune che avrebbero a suo dire risolto il problema.

Ma l'”anno scorso” quando

In che data?

Durante le lezioni?

E i lavori dal Comune in che cosa sono consistiti?

Fatti in che data?

Durante le lezioni?

Perché sia il CROLLO, sia i lavori di sistemazione, ove eventualmente non eseguiti secondo i protocolli, sono precisamente i momenti di MAGGIORE PERICOLO SANITARIO. E nessuno ne sapeva niente?




L’amianto è sempre pericoloso

Ma se l’amianto c’è ( e con ogni evidenza c’è), può non essere pericoloso?

No. È sempre pericoloso. 

E chi lo dice, i rompiballe di RuvoLibera?

No.

Lo dicono le Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) di tutta Italia.

L’amianto in Italia è fuorilegge da vent’anni. Ma se ne è fatto larghissimo uso nei decenni precedenti, specie in edilizia, anche come coperture, compreso il famoso Eternit.

Quando è deteriorato dal tempo e dall’esposizione agli agenti atmosferici (ovvero la perfetta situazione di cui stiamo trattando) – l‘amianto, dice l’Arpa- Emilia Romagna, “si può sbriciolare sotto la semplice pressione delle dita.”

E persino, dicono i terroristi dell’Arpa – Veneto, per il semplice dilavamento dell’acqua piovana“.

Capito? Due piccioni vanno a tubare sulla loro romantica lastra di amianto, e dalle loro effusioni può nascere il caos. Sembra quella storia della farfalla e del battito d’ali. Solo che stavolta produce orrore anziché poesia.

Ma anche se da oggi in poi tutti i piccioni smettessero di tubare, i passeri di svolazzare e tutti gli animali si guardassero in cagnesco, chi fermerà la pioggia

Perché per l’Arpa Veneto basta che piova, per esserci rischio. E Dio solo sa, ma anche noi tutti sappiamo, quanto ha piovuto in questi giorni e in questa strana estate. Figuriamoci in autunno e inverno.

Insomma una situazione di rischio anche in condizioni di assoluta apparente normalità, senza neanche bisogno di immaginare gli infiniti incidenti che possono capitare. Né tantomeno “crolli”, che purtroppo neanche si possono escludere. 

Basta semplicemente lo scorrere del tempo. E tempo ne è passato tanto, tra lunghe e colpevoli omissioni.


Una risposta ufficiale

Se ne può sapere di più da chi ha la responsabilità e il dovere di provvedere e anche di tenere l’opinione pubblica informata

O la cosa non è abbastanza importante da meritare una risposta UF-FI-CIA-LE  e  DO-CU-MEN-TA-TA  –  al di là delle vuote chiacchiere sempre sovrabbondanti – da parte del sempre misticamente silenzioso Comune e di chiunque possa/potrebbe far luce su un caso che appare sempre più grave quanto più lo si analizza?

È troppo chiedere una risposta seria, una presa d’atto e di responsabilità, da chi tra l’altro ha precisamente il dovere di farlo – sullo stato dei luoghi e delle cose?

Dichiarino a propria responsabilità che l’amianto non c’è. E se ne assumano personalmente le conseguenze.

Perché se l’amianto c’è ancora (e c’è), il rischio è immediato e altissimo. Può esplodere in qualunque momento. E fingere di ignorarlo, chiudersi nell’inerzia e nel mutismo da parte di chi ha il dovere di intervenire, configura senza alcun dubbio una condotta degna dell’interesse della Magistratura.

Lo dicono le Agenzie regionali di protezione dell’Ambiente di Emilia Romagna, Veneto e un’infinità di altre istituzioni in giro per il Paese. 

E di fronte a tutto questo, la “soluzione” giusta può mai essere tranquillizzare a oltranza

Ma se la Scuola non insegna soprattutto il senso civico e la sicurezza degli allievi, tutto il resto che può insegnare non ha più alcun senso, né alcuna importanza.


Essere o non essere…

Il Preside Bonasia dice che il rischio amianto non c’è. Ma era stato proprio lui a segnalarlo, come abbiamo documentato. 

Cos’è cambiato nel frattempo? Perché l’amianto è sempre lì. Basta farsi un giro per vederlo con i propri occhi. Nella stessa videointervista a Telenorba è visivamente evidente.

E allora? Come si spiega che “non c’è pericolo”? Sono allarmiste le Arpa di mezza Italia? È allarmistica la legge che stabilisce la rimozione immediata quando l’amianto è deteriorato e specie se si trova nelle vicinanze di una scuola?

E perché NON si è saputo nulla finora di questo “crollo”, proprio lì, nell’area di massimo pericolo, verificatosi a quanto pare l’anno scorso – e sulle sue eventuali conseguenze?

E se il problema del “crollo” l’hanno “risolto” perché l’amianto (e il rischio) è ancora lì?

E cosa fa escludere che ci possa essere un nuovo “crollo”, con tutte le conseguenze del caso? Magari nelle ore di lezione?

Da dove la prendono tutta questa sicurezza campata in aria?

Speriamo che qualcuno possa rispondere e, carte alla mano, tranquillizzare la Città. Non chiediamo di meglio, quando si potrà, che suonare il cessato allarme.

Ma intanto il problema c’è. E, come sempre, fingere di non vederlo non lo risolve. Semmai lo aggrava.

E a farne le spese sono i nostri figli. Il meglio di tutti noi.