Eutanasia di un Consiglio Comunale

 
Il clamoroso autogol del Consiglio Comunale, che il 30 giugno non è riuscito ad approvare il bilancio, entrando incredibilmente in zona commissariamento ai sensi della legge 267/2000 dopo appena un anno dall’insediamento – 
 
lo spettacolo di un’opposizione la cui unica strategia (o necessità) è chiedere la verifica del numero legale – 
 
e di una maggioranza evidentemente debole persino nell’aritmetica elementare e forse non troppo versata in quella politica – che affronta un tema del genere senza, evidentemente, averlo ben preparato per tempo – che tenta di forzare la mano agli alleati notoriamente contrari proprio quando è sul filo del numero legale-
 
la piccola festa dei tifosi alleati/dissidenti che si battono il cinque perché il loro consigliere è uscito facendo appunto mancare il numero legale e condannando l’intero Consiglio a una sconfitta bruciante, epocale, dove è impossibile distinguere maggioranza e opposizione perché entrambe affondano nello stesso naufragio 
 
la circostanza che ancora non ci sia una posizione ufficiale, uno straccio di dichiarazione sull’accaduto, in piena continuità con una sorta di mutismo istituzionale che fa spavento, che non è nato con questa Amministrazione ma che anche da questa non è stato neanche minimamente combattutto – 
 
tutti questi elementi hanno un effetto esplosivo sulla già scarsa fiducia che i cittadini ripongono nella attuale classe politica, di qualunque partito o lista.
 
Dire che cascano le braccia, è ancora usare un eufemismo.
 
Per qualche attimo abbiamo anche pensato (forse, inconsciamente, sperato) che si trattasse di una sorta di eutanasia della maggioranza, costretta comunque, a breve, a dichiarare default per l’impossibilità di far fronte al contenzioso delle cooperative e degli espropri.
Voci non ufficiali dal cuore dell’amministrazione ci confermavano questa sorta di rassegnazione al default e al conseguente “tutti a casa”. Perciò, facendo due+due
 
Ma la splendida cronaca dal vivo di un elettore di centrosinistra, i tanti commenti polemici o sconsolati girati su Internet, e non ultimo un giro di telefonate che abbiamo fatto in cerca di informazioni e di conferme – confermano appunto che non di sottile strategia si è trattato, ma di crollo repentino, imprevisto e doloroso.
 
Un disastro politico-istituzionale che ha i contorni della tragedia greca. La maggioranza che gioca coi numeri (al lotto della politica). L’opposizione che chiede il numero legale tagliando così il ramo su cui essa stessa è seduta. E condannando l’intera città al commissariamento. 

Il senso dell’ineluttabile. Perché quel numero legale ERA da chiedere, poiché altrimenti qualunque decisione sarebbe stata presa in perfetta illegalità. Non l’avesse fatto l’opposizione, avrebbe dovuto farlo la maggioranza. In ogni caso, l’ultimo atto era già scritto.
 
Non è chiaro se sarà possibile una deroga, un rattoppo in extremis, magari nella prossima seduta di domani 4 luglio. Ma la pagina che si è scritta il 30 giugno è l’epilogo eloquente di una tragedia picaresca giunta ormai al suo culmine.
 
La sinistra ha dato il benservito alla maggioranza di centro-sinistra. E l’opposizione (per scelta o per costrizione) ha dato il benservito all’intero Consiglio. E alla Città.
 
Sipario.

 
mario albrizio