BANDA LARGA. MENTE STRETTA

#SalviamoRuvo


Qualcuno ha detto Piazza Matteotti? Eh Sì. Banda larga. Mente stretta. 







Testimonianze antiche, nascoste per secoli sotto strati di pietra e terra, a pochi centimetri dalla quotidianità cittadina, che tornano alla luce grazie ai cantieri per l’installazione delle reti a banda larga. 

È quanto successo in questi giorni a Bisceglie, Molfetta, Terlizzi e appena tre giorni fa a Bitonto durante i lavori di Telecom nelle città del Barese. 

A Bitonto, in pieno centro, a pochi metri dal commissariato di Polizia all’imbocco di via Traetta, è stato rinvenuto un camminamento medievale e al di sotto di esso, a circa 60-70 centimetri dal piano stradale, i resti di un basolato di età classica, sistemato a vespaio con lastrine calcaree e pietrame fitto e compresso. 

Tra il materiale estratto dallo scavo sono stati trovati anche diversi resti ossei di fauna, una moneta bizantina e cocci in ceramica nera che permettono di datare le strutture a un periodo compreso tra l’VIII-IX secolo D.C. e il 4 secolo a.C., visto che anche i romani utilizzavano percorsi già segnati da civiltà precedenti, come quelle peucete, per esempio. 

Secondo gli esperti potrebbe trattarsi dell’antico percorso della via Traiana, il cui ultimo tratto visibile si perde all’estremità del territorio di Bitonto nei pressi di contrada Balice, verso Modugno, ma che arriva, come documentato, fino alle spalle della chiesa del Crocifisso. 

Da quel punto in poi, finora, non si conosceva l’esatto percorso della strada, che in ogni caso, passa sotto la Cattedrale di Bitonto e davanti al monastero delle Vergini, fino all’attuale via Traiana, davanti al cimitero comunale, per innestarsi sulla provinciale 231 da dove poi prende il nome di via Appia. 

Molto interessante anche il ritrovamento di Bisceglie, dove nei pressi del mercato ittico e del castello è stata rivenuta una struttura muraria, molto probabilmente una chiesa o un luogo di culto, databile tra il 1000 e il 1100 d.C. con i resti dei dipinti che ne affrescavano le pareti. Si intravede un cielo stellato e l’immagine di un Cristo o di un vescovo con stola e pastorale. 

A Molfetta invece nel centro storico è riemerso un tratto dell’antico sistema fognario della città: un cunicolo alto circa 1,20 metri in pietra con volta a botte, del tutto simile a quello realizzato a Bitonto e che, se fosse dello stesso periodo, potrebbe essere stato realizzato nel XVI secolo. 

Ancora più singolare il ritrovamento effettuato a Terlizzi, a 20 metri dalla torre dell’orologio. Durante lo scavo è infatti stato trovato un corpo di fabbrica, forse dell’XI secolo d.C., addossato alla cinta muraria: probabilmente i resti di quella “portella”, così chiamata per le ridotte dimensioni, di accesso al centro antico, demolita all’inizio del ‘900 per rendere più agevole il passaggio del carro della tradizionale festa patronale. 

Anche se l’aspetto più interessante è stato il ritrovamento di una moneta del IV secolo d.C. che restituirebbe i caratteri di una Terlizzi classica o comunque “romana” almeno fino ad oggi sconosciuta. 

Per tutti e 4 i ritrovamenti la Soprintendenza, subito allertata dal personale della Faber che gestisce il servizio di assistenza archeologica per i lavori Telecom, ha disposto l’allargamento dello scavo per approfondire lo studio delle strutture ritrovate.