La Lezione di Chieco

C’è modo e modo di uscire di scena. Farlo in piena trasparenza, col cuore in mano e le telecamere di fronte, con tutti i leali consiglieri schierati, è un gesto che segna la differenza.

Un vero e proprio atto politico che pone la Città davanti a una scelta.

Io non #StoConChieco. Io #StoConLaCittà.

Ma questo, con tutti i suoi errori (che abbiamo lealmente e spietatamente criticato) è di gran lunga il miglior sindaco degli ultimi 30 anni.

L’unico che ha osato mettere mano nel mai sopito, e anzi sempre più affamato verminaio di interessi.

Tradito dalla sua ingenuità e dalle incessanti trame di chi lo ha condotto al suicidio politico sulla imperdonabile questione strisce blu.

Ingenuità perché non puoi adottare misure drasticamente impopolari proprio mentre stai cercando di mettere un freno ai più voraci e stantii appetiti che da un quarto di secolo (e oltre) divorano la Città pezzo pezzo.

Hai bisogno più che mai del sostegno popolare mentre cerchi di riportare la cosa pubblica nel solco della legalità e dell’efficienza.

Quelle strisce e l’ignorare la evidente volontà popolare sono state un errore drammatico, che Chieco ha infine capito e forse ci avrebbe posto rimedio, se le cose non fossero precipitate per la solita oscura manovra di palazzo.

Cade sul Pug, è ovvio. Su questo non c’è discussione.

Ma prima di farlo pugnalare alle spalle lo hanno attirato nella trappola blu.

Perso il sostegno popolare, il resto vien da sé. Proprio come avevamo lucidamente previsto. Il tritacarne ha funzionato alla perfezione.

Ma ecco la novità. Lo spiazzamento mediatico degli avversari. Il sindaco si presenta così di fronte alla Città, con chiarezza, con trasparenza, vorrei dire con eleganza politica.

Una vera e proprio lezione di democrazia.

Al di là delle parole commosse, il vero messaggio è nel linguaggio visivo, proprio mentre una torma di sedicenti predatori e buffi corvacci già esulta per dividersene le spoglie (sarebbe divertente, se il momento non fosse drammatico).

Eccomi, sono qui. Giudicatemi voi.

Questo è il messaggio non-detto. Ma chiarissimo. L’atto (lo ripeto: politico che più politico non si può) di un uomo che non ha niente da nascondere.

Siamo lontani anni luce dal passato recente e meno recente.

Si può fare meglio? Ovviamente sì. Chieco ha anche i suoi bei difetti? E ci mancherebbe altro.

Ma se questa sconfitta e questo proditorio accoltellamento alle spalle gli susciteranno le giuste riflessioni, può essere ancora il perno della rinascita cittadina.

Che va perseguita facendo cambiamenti non secondari nella squadra e nel programma, ritrovando l’umiltà di accettare errori e correggerli, ma che a queste condizioni può e dovrebbe ripartire da lui per mettere al sicuro i risultati raggiunti e correggere ciò che si deve correggere.

Io lo spero. Un’altra campagna elettorale e, peggio ancora, un anno di commissariamento NON sono ciò che serve alla Città.

La situazione è complessa ma uno solo ha le chiavi per risolverla. Uno solo ha le Chiavi della Città.

Ora non resta che usarle.

Mario Albrizio