Chieco di Talos

Chieco Supera le sue Idi di Marzo
Ma Cosa c’è dietro il ritiro delle dimissioni?

 

 
 

Il video è sereno e l’aria del sindaco è quella del tranquillo vincitore.

Non sappiamo quali siano i retroscena della trattativa né se vi sia stata contrattazione, anche solo in parola. Né ovviamente lo sapremo mai perchè non sono cose che si comunicano…

Per quello che si può intuire, i disertori del voto sul Bilancio (cosa di per sé molto grave e che avrà conseguenze –
ma lasciamo stare in questa sede), devono aver fatto marcia indietro, probabilmente per mancanza di diverse prospettive e forse piegati dall’intransigenza del sindaco e dei suoi.

Se questa marcia indietro sia poi politicamente a costo zero o se vi siano state garanzie e rassicurazioni, lo si capirà tranquillamente dal seguito, senza bisogno di fantasticare ora o di aspettare comunicati che non arriveranno – e che se arriveranno resteranno parole in attesa dei fatti…

Detto meglio, si capirà se il sindaco proseguirà nel suo programma o se viceversa qualcosa, e cosa, dovrà lasciare sul terreno della rinuncia o cedere ai fratelli coltelli appidemici.

La Cura

Difficile immaginare cedimenti del sindaco; più probabile si sia ceduto dall’altra parte.

Per cosa o quale obettivo, chissà, ma non è difficile immaginare che una crisi al buio e un anno di commissariamento non sia nell’interesse di nessuno.

Resta da vedere se i continui maldipancia dei consiglieri irrequieti abbiano trovato una cura definitiva o solo un palliativo temporaneo.

Dati i precedenti, rimane l’ipotesi più probabile. E un nuovo agguato è sempre possibile, magari sugli ultimi fuochi del Pug, o sui parcheggi, o sui mille pretesti di scontro che in ogni “famiglia” non mancano mai.

Per ora l’Amministrazione può tirare un sospiro di sollievo. Ma meglio dormire con un occhio solo.

Chieco è lì, sopravvissuto alle sue idi di marzo ma sempre sotto ricatto, legato e forse prigioniero come l’eroe (ahinoi, moribondo) del vaso più famoso della Città.

Vecchie danze, vecchi amori

In ogni caso l’impressione è di una danza d’altri tempi. Se non proprio di fantasmi. Di un gioco delle parti da orchestrina del Titanic mentre si viaggia sempre con la paura di un iceberg contro il quale sbattere e affondare nella marea barbarica leghista che già si intravede all’orizzonte.

L’opzione #StoConChieco è già passato.

La partita è già cambata. Ed è una partita decisiva, tra chi #StaConLaCittà, con la sua storia, con la sua civiltà plurimillenaria, con le sue potenzialità e le sue legittime aspirazioni – e chi sta invece con i barbari invasori che fino a ieri ci hanno ricoperto di insulti e oggi ci leccano per illuderci e fregarci meglio il portafogli, la dignità e il futuro.

La sfida è oggi più che mai tra civiltà e barbarie e in questo l’Amministrazione può avere un ruolo decisivo se mette davvero in atto un cambio di passo all’altezza del tempo. Diversamente finirà per fornire altro carbone alle infernali caldaie del partito più vecchio, razzista, corrotto e pericoloso per il Paese e per la Città.

Passate le sue idi di marzo, Chieco ha il pallino in mano e siamo fiduciosi che non lo userà per fare il solito gioco volenteroso che però lo ha portato, e ci ha portato, a questa situazione. Ma saprà rilanciare e mirare più in alto, verso le sfide ambiziose che la Città ha bisogno di cogliere, e vincere.

Ma l’orizzonte è fosco e la previsione infausta. Servono nuove visioni e nuove alleanze per dare la spallata definitiva al vecchio sistema e cominciare a costruire finalmente un Paese e una Città degni di sé.

Mentre intorno va invece in onda la solita recita, di sinistre e di destre, sedicenti, l’un contro l’altra armate, ognuna con le sue fissazioni e le sue parole d’ordine identitarie, di partito o di cosca e tribù –  che sognano che il Rinnpvamento appena iniziato passi e si torni agli antichi recinti, al tranquillo pascolo di partiti morti e sepolti – ma non ancora consapevoli di essere trapassati.

Cambio di paradigmi. Evitare l’agonia

Insomma, il solito scenario dei cambi d’epoca. La nave viaggia in piena notte con tutte le luci acese e si sa benissimo che da qualche parte nel buio l’aspetta un iceberg, ma ci si accalca intanto intorno all’ultima orchestrina.

Sarà Chieco il capitano che rimane sveglio ed evita il pericolo? Chissà. Le armi non gli mancano. Rimpastare la giunta, mantenere la rotta dell’indipendenza dai partiti ma scegliere finalmente dalla società civile della Città che amministra delle personalità di alto profilo, indipendenti e capaci di dare un contributo sostanzioso alla difficile navigazione.

O questo cambio di paradigmi, oppure si allungherà soltanto l’agonia. Con risultati catastrofici per la Città.

Basta con i barbari

Un po’ come è successo 25 anni fa al vero vaso di Talos, dove mentre l’eroe si dibatte con i suoi incatenatori, tutti insieme, vaso compreso, sono stati fracassati e ridotti in pezzettini durante l’amministrazione peggiore della nostra Storia. Degno simbolo e monito per quello che il suo barbaro condottiero avrebbe poi fatto all’intera Città, al Vaso che tutti ci ospita, con le nostre storie, aspirazioni, vittorie e agonie.

A quelli che ancora combattono battaglie del secolo scorso, come danze di fantasmi…

e a quelli che sognano i nuovi barbari – noi, proprio noi, da questa Città, che Attila abbiamo conosciuto e conosciamo davvero e le cui distruzioni ancora paghiamo – proprio noi abbiamo la possibilità, e il dovere, di dire basta. Abbiamo già dato. Ora bisogna guardare avanti.

Noi speriamo sempre per il meglio e che da questa Città un tempo gloriosa parta un segnale importante per tutto il Paese.

Che si smetta di combattere ciecamente il cambiamento e si inizi, con intelligenza politica e visione strategica, a guidarlo.

Mario Albrizio