L’Harakiri di Emiliano

I MERITI A CHI LI MERITA – E LA SITUAZIONE RESTA DRAMMATICA
Verrebbe da sorridere (se ci fosse ancora qualcosa da sorridere) di fronte a questa divertente corsa all’accaparramento di meriti, un po’ da tutte le parti. Davvero curiosa, anche se non singolare: anzi è piuttosto una triste routine.
Ma in questo caso la routine ha del grottesco, per chi conosce la vera storia e per chi sa distinguere tra le parole e la realtà.
La storia
Atti UFFICIALI come il Piano di Riordino ospedaliero regionale in prima versione 2016 prevedevano l’assoluto piallamento e la desertificazione della sanità nel nostro territorio.
Nell’assordante silenzio generale, solo una voce si è levata contro questa oscenità, immorale e tra l’altro incostituzionale (qualcuno ricorda l’art. 32?).
Solo uno ha osato infrangere il muro del silenzio.
Un tale dr. Felice Spaccavento, il fondatore del nostro Progetto.
Con la sua sola voce siamo riusciti a impedire la desertificazione della Sanità territoriale e abbiamo raggiunto il risultato, senza dubbio storico, della Carta di Ruvo e dei solenni impegni pubblici del Presidente della Regione.
Abbiamo ottenuto, noi, non altri, la promessa e l’impegno che NESSUN Ospedale si chiudesse PRIMA che una COMMISSIONE TECNICA decidesse in quale delle tre sedi stabilire l’Ospedale di Primo Livello.
E nel frattempo ABBIAMO OTTENUTO, nero su bianco, nel Piano di Riordino definitivo, un Ospedale di Primo Livello già formalizzato in una delle tre sedi in ballo.
Per questi risultati, ci si dovrebbe inchinare davanti al medico molfettese e portarlo in trionfo.
Le parole e la realtà
Quelli che invece oggi si vantano per altri “risultati” , dovrebbero misurare forse con più prudenza la distanza tra le parole e la realtà. Sia perché per esempio a Corato stanno ancora aspettando analogo “potenziamento” promesso mesi fa.
Sia, soprattutto, perché il Piano di Riordino racconta, nero su bianco, tutta un’altra storia: che è la storia scritta nella Carta di Ruvo e nell’incontro pubblico gol Governatore a Ruvo, l’11 ottobre 2016.
Allora, quando era il momento di combattere e Spaccavento, lui e non altri, era riuscito a mettere tutti intorno a un tavolo mediatico, pulito, progettuale, partecipativo e trasparente.
Invece, oplà, improvvisamente dimenticato. Da tutti.
Prima tutti a subire in silenzio. Poi, quando l’eroe inaspettato ha vinto la battaglia, voilà: tutti trionfatori.
Tutti soddisfatti da piccoli contentini (rigorosamente verbali) che seguono la lunga scia di azioni e non-azioni che da subito hanno provato a minare la Carta di Ruvo, i suoi straordinari risultati e gli accordi col presidente Emiliano. E, non secondariamente, a minare quanto è scritto nero su bianco sul Piano di Riordino relativamente a questo Territorio.
Come si fa a non rimanere divertiti? Almeno, se non ci fossero di mezzo la salute e le vita umane. Perché questo è il punto: c’è di mezzo la vita e la salute delle persone, non i bassi calcoli di bottega e il solletico delle pance di ciascuna città.

La Carta di Ruvo è più attuale che mai

Ora, il Presidente della Regione ha per caso deciso di sconfessare la Carta di Ruvo? Si è rimangiato i suoi impegni solenni e pubblici? Ha deciso di fare harakiri con la più grande figuraccia e la più grande auto-sconfessione della Storia?
A qualcuno magari farebbe piacere.
Ma a noi francamente non risulta, non ne sappiamo nulla, NON risultano sue dichiarazioni in questo senso e per quanto ci riguarda NON crediamo che il Presidente sia affetto da questa cupio dissolvi, da questa voglia di suicidarsi politicamente e mediaticamente.
L’harakiri di Emiliano, ne siamo certi, non ci sarà e chi si illude resterà come sempre deluso.
Ora però, ci preme semplicemente sottolineare quanto segue.
PRIMO. Come dicevamo, il MERITO di aver impedito la desertificazione sanitaria e di aver IMPOSTO all’agenda politica regionale il tema VITALE dell’Ospedale Unico, va lasciato a chi ce l’ha, cioè al dr. Spaccavento e a questo Progetto.
SECONDO, questi sventolati “potenziamenti”, che pur ci fanno piacere nella loro qualità di pannicelli caldi, per ora sono solo parole. Che peraltro contrastano con la Carta di Ruvo e con il Piano di Riordino regionale.

Ma SOPRATTUTTO, anche se questo “potenziamento” venisse attuato, esso NON cambierebbe la situazione, che rimane DRAMMATICA.

Perché avremmo comunque due Ospedali-moncone “potenziati”, Molfetta e Corato, nessuno dei quali sarebbe neanche lontanamente in grado di offrire le garanzie di salute di un Ospedale di Primo Livello.
Reparti vitali continuerebbero ad essere staccati, distanti o mancanti. E nei casi di rischio sanitario questa assurda divisione complicherebbe ancora di più la situazione e le prospettive di salvezza del malato.
Ci si chiede se qualcuno sia davvero pronto a portare sulla sua coscienza, e sulla sua responsabilità, gli inevitabili disservizi e le prevedibilissime complicazioni.
Sono già colpevolmente passati più di due anni dalla Carta di Ruvo. Bisognava convergere e aiutare il vertice regionale a prendere le decisioni migliori. Si è preferito invece indugiare in piccole logiche che certo NON aiutano la salute di nessuno. In nessuna città.
Perché di questi Ospedali nei fatti viene (verrebbe) “potenziata” solo l’inefficienza e l’incompletezza.
Fumo negli occhi. E intanto si rischia, si soffre e si muore.
Ma allegria: “abbiamo salvato l’ospedale“, oppure “salviamo il nostro ospedale“, si roboa e si proclama di qua e di là. Fino a tal punto, le parole possono affermare il contrario della realtà… No, amici: nel migliore dei casi, avrete prolungato l’agonia di un troncone di Ospedale, rinunciando alla possibilità di un vero Ospedale di Primo Livello, magari proprio nella vostra Città.
E avrete condannato i vostri cittadini a un servizio incompleto e magari complessivamente scadente, senza colpa di medici e paramedici, anziché uno completo e di eccellenza.

Si rinuncia alla cura, pur di non vedere al di là del campanile.

C’è davvero da essere contenti? Noi no. Non ci basta affatto.
E continueremo a lavorare per dare una risposta VERA e la Sanità che meritano ai 200mila molfettesi, coratini, terlizzesi, giovinazzesi, bitontini, ruvesi, che oggi da questa politica degli annunci sono ancora una volta presi in giro e menomati nel diritto fondamentale alla Salute garantito dall’art. 32 della Costituzione.
I Governatore sarà senza dubbio e come sempre con noi, con tutti i Pugliesi che chiedono un cambiamento vero, e con i 200mila abitanti dell’antichissima e nobile area, cuore dell’antica Peucetia, a cui è stato promesso e garantito nero su bianco, con la Carta di Ruvo e col Piano di Riordino regionale, un Ospedale di Primo Livello.
Niente di più. Niente di meno.
Mario Albrizio
Coordinatore Progetto Ospedale Unico

Ospedale Unico Primo Livello – L’Ospedale dei Cittadini

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