OLTRE LA MARAVIGLIA: UN CONCORSO DI IDEE?


Non si placa il dibattito Natale/Maraviglia. Qui un interessante contributo del nostro Michele Campanale, che ripropone il grande tabù di questa Città: il Concorso di Idee. Ne vedremo mai uno?

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Certo che il tema di quest’anno e le realizzazioni pure, vanno nella giusta direzione, un tema di immediata comprensione e l’obiettivo di porre il focus sui bambini, stupirli non con effetti speciali, ma con cose semplici, con i colori, le luci, i giochi, quelli veri, quelli di una volta, magari poveri nei materiali, ma ricchi nell’inventiva e nella capacità di aggregare, di creare rapporti, di condividere l’oggetto e il luogo del divertimento come può essere una giostra, un’altalena, un dondolo, va benissimo e credo che se il binario preso fin dalla prima edizione di questa manifestazione fosse stato questo, tante contestazioni non ci sarebbero state.

Leggo, in tutto ciò un tentativo, non so quanto intenzionale, di voler correggere il tiro, se così è non può che essere positivo.
Detto questo, non mi meravigliano certo le polemiche che ancora continuano, non si digerisce e lo capisco bene, il fatto di voler ad ogni costo evitare qualsiasi simbolo esplicitamente riferito al Natale, quasi che la cosa possa in qualche maniera propagare un’infezione, o un epidemia, il voler a tutti i costi connotare politicamente anche un tema così neutro, disseminando simboli della pace a profusione, nulla in contrario al simbolo in se, ma magari alternato con qualche altro simbolo più tipicamente natalizio, quale un albero di natale stilizzato, un angelo, una cometa, avrebbe dato una connotazione magari più attinente al periodo e politicamente svincolata.
Interessante l’esperienza della comune che lavora gratis, ma magari i cittadini preferirebbero anche sentire proprio anche il tema, magari con un concorso di idee a monte di tutto e non solo partecipare con colla a caldo, chiodi e sparapunti su un progetto già ben definito, bene il coinvolgimento dei cittadini ma meglio se anche a livello più alto, a quello delle scelte e non soltanto a quello della manovalanza gratuita, o forse si pensa che non ne siamo capaci?
Qualcuno dice che partecipare ai laboratori è un modo per imparare (gratis), invertendo la percezione comunemente diffusa, ma forse sarebbe anche bello organizzare i laboratori per imparare dalla gente più che voler insegnare, qualcuno sostiene che questo è un modo di sentire nostra la città, bene, ma nostra di chi?
Buone feste.

Michele Campanale