Quella Ruvo Ad Alta Sensibilità Oftalmica

Non si placa l’hype sul Natale “laico” e dintorni. Oggi una bellissima lettera e una di quelle critiche ragionate che aiutano a crescere

ruvo oftalmica

Caro Mario,

ogni tanto ti scrivo perché ritengo che tu sia una delle persone in città con cui si possa avere un onesto scambio di idee.

Vorrei dibattere con te della millantata illuminazione artistica che abbaglierà la città durante tutto il periodo natalizio (sperando che non perduri oltretempo come la barchetta e gli uccelli dell’anno scorso).

Ora non voglio affatto mettere in discussione l’operosità e l’impegno dei volontari che hanno preso parte all’iniziativa perché tali coinvolgimenti sono sempre encomiabili, ma la pretenziosità dell’idea  del direttore artistico e di chi lo ha promosso (un tempo entrambi in relazione in un’associazione culturale di creativi baresi denominata “Post-la fabbrica della creatività”) può essere oggetto di alcune considerazioni.

Partirei dal titolo della supplementare illuminazione di una parte del centro storico, “Luci e suoni d’artista”: balza subito all’occhio per i meno sprovveduti il paragone con “Luci d’artista” di Torino o Salerno che sono tutt’altra cosa.

Si è voluto poi giustificare la proposta decorativa introducendo il concetto di natale laico  – che i più ingenui reputerebbero un ossimoro, declinandolo tuttavia attraverso ulteriori categorie come quella del design urbano, della land art o del design sociale, artatamente tirate in ballo. Sì perché appendere dei begli oggetti luminosi per alcune vie della città o riempire alcune piazze spoglie con delle modeste installazioni che vanno anche a inficiare la visione di monumenti storici è come comprare delle lampade Ikea, pentirsi dell’acquisto e poi posizionarle in casa (propria) alla rinfusa.

Proiettare l’immagine deformata di un gigante mitologico morente sulla facciata del municipio è una realizzazione brutta e senza senso.

Se la vertigine è una distorsione della percezione, solo in questa condizione si può cogliere l’equilibrio di una direzione artistica senza il senso della misura estetica.

Ovviamente – non abboccando a ingannevoli esche luminose – si dovrebbe parlare anche dei costi che sono stati sostenuti per mettere in piedi il progetto complessivo di “Relazioni” natalizie.

Leggendo i documenti appare evidente un impegno finanziario di svariate decine di migliaia di euro (cinquantamila, vedi allegato) che magari poteva essere utilizzato per soddisfare esigenze meno superflue della città.

Non comprendo infatti come un’amministrazione ad elevata sensibilità oftalmica tolleri per esempio che l’attrattore culturale denominato Pinacoteca di Arte Moderna sia dotato di banali luci domestiche nella galleria che ospita saltuariamente esposizioni varie o ancora consenta che numerosi spazi urbani siano abbandonati all’incuria e privi dell’essenziale arredo urbano (corpi illuminanti, panchine, cestini, ecc. ecc.).

Se poi Relazioni è solo un semplice pot-pourri natalizio di eventi e oggetti vari allora il risultato è stato completamente raggiunto.

Magari quando avrai tempo sarei curioso di conoscere la tua opinione in merito.

ciao
GA

Grazie della stima, GA, che come sai è reciproca. Condivido gran parte delle cose che hai scritto (salvo i giudizi personali che sono appunto tali). Ne scriverò più diffusamente (spero) nei prossimi giorni. Per oggi la tua sapida e intelligente provocazione è nutrimento sufficiente per i nostri attenti ed esigenti lettori.
Torna a scriverci quando vuoi. La tua è una voce con cui si può concordare o meno ma che merita di essere ascoltata. Winking smile

Allegato: delibera di spesa.

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