La Congiura delle Poltrone

Si spacca il Pd, tra pidini semplici e pidini più pidini, più appartenenti per chi sa cosa diavolo vuol dire.

Nasce così una nuova associazione (AppDEM – Appartenenza Democratica) per far sapere che loro non sono semplici iscritti al Pd, ma “gli appartengono”.

O, più maliziosamente o più realisticamente, al contrario, che il Pd appartiene a loro e non agli ultimi arrivati.

AppDem, che i maligni (noi no, eh? 😉 hanno già ribattezzato Appropriazione Democratica.

Noi no, dicevamo. Noi, visti i precedenti di alcuni dei componenti, quel “democratica” lo toglieremmo. Stona.



È il Medioevo, bellezza

Narrano i soliti bene informati di aver udito il sindaco Chieco strigliare uno dei leader della suddetta associazione gridandogli: “È una pugnalata alle mie spalle quello che fate“.

Chissà se sarà vero. Se lo è, però, è abbastanza in linea col quadro.

Dell’associazione fanno parte infatti TUTTI i 4 consiglieri dimissionari da deleghe extra. 


Quelli, per intenderci, che “viene prima il Pd. Prima della Città e di qualunque altra cosa.

Viene prima il Pd. O meglio, da oggi, viene prima AppDem, poi immaginiamo il Pd, poi gli alleati, poi un’altra ventina di chissà cosa e infine se avanza tempo la Città.

La riscossa del Medioevo.

La nostra tesi si dimostra pertanto confermata.

Quelle dimissioni, curiosamente in sintonia con l’attacco agli assessori “esterni”, erano una chiara manovra per ottenere più visibilità, più ruoli, più potere. Insomma, più poltrone




Tutto appartiene a chi appartiene

Oggi spiegano anche perché: per l”appartenenza“. Una parola che sembrava relegata ai più vecchi settori del centrodestra. Vedi alle volte come si svelano le nascoste sintonie

Che dire?

Ora Chieco è più solo che mai. Accerchiato dalla zavorra interna che ormai non si accontenta più di contrastarlo sottotraccia ma passa all’assedio formale.

Riuscirà a resistere nel suo fortino di giunta tecnica, legalità e partecipazione o dovrà piegarsi al pieno ritorno della solita logica correntizia, poltronizia e spartitoria?

O rassegnare le dimissioni per mantenere fede al suo mandato e al voto degli elettori?

Staremo a vedere.

Di certo ogni cedimento sarebbe una grave sconfitta politica e il sindaco non è il tipo da rimanere ad ogni costo, per amore di poltrona. 



Scegli il tuo scenario

Certo che questa improvvisa accelerazione riapre tutti gli scenari e a Chieco non rimane che scegliere, come abbiamo ahinoi previsto, tra farsi rosolare sulla graticola o cercare il mare aperto di una battaglia di civiltà contro chi ha provato a ingabbiarlo e oggi gli presenta il conto, facendo la conta.

La partita si fa interessante, ma il prezzo del biglietto per noi tutti sarà comunque salatissimo.

Anche i congiurati però devono stare attenti e misurare i passi. 

Se Chieco cade, il Pd sarà spazzato via e stavolta nessun miracolo lo salverà e li salverà. Men che mai le appartenenze, che anzi li porteranno più a fondo..

Ma diamo per certo che non se ne daranno per avveduti.



Il cambiamento alle porte

E sarà interessante vedere come si inserirà l’opposizione in questa partita, che offre occasioni insperate ma richiede una grande intelligenza politica, perché il muro contro muro e l’illusione delle elezioni sarebbero il disastro finale per la Città.


In ogni caso, per Chieco è la svolta. Fin troppo prevedibile e prevista per noi; ma immaginiamo davvero un colpo al cuore per lui che aveva creduto al brief e alla buona fede dei vecchi occupanti di sedie a Palazzo Avitaia.

Ora Chieco è solo. La prima pugnalata è arrivata. Vedremo chi segue. La congiura è aperta.

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