Il Grido della Storia


Questa terra ha cominciato a gridare la sua Storia due secoli fa, e da allora non si è più fermata.

Improvvisamente, dopo più di venti secoli, un territorio che sembrava dimenticato da Dio, un nulla dove non era successo mai nulla, cominciò a raccontare tutta un’altra Storia.

Una storia tutta ancora da scrivere.

Allora ci furono ruvesi eccelsi, primo fra tutti ma non unico Giovanni Jatta senior, che capirono l’immenso valore aggiunto di questa nuova-antichissima Identità e misero argine a un dissanguamento che allora esplose ma che è continuato e continua tranquillamente fino ad oggi.

Il trafugamento, l’occultamento, non di rado il furto, l’acquisto e/o l’esportazione clandestina.

L’antica capitale della Peucezia è stata sbranata non appena ha provato a rialzare la testa ed ora i suoi reperti arricchiscono altre capitali, altri musei nel mondo – mentre questa Città un tempo grande viene condannata dalla piccolezza di chi è stato troppo intento a sventrare, a distruggere, a coprire e cementificare per poter capire che la via dello sviluppo è esattamente l’opposta: dello scoprire, del valorizzare, del mettere fine a un’emorragia identitaria bisecolare e farne finalmente tesoro.

Le foto che vedete (più giù lo slideshow) si riferiscono ai lavori interrotti in contrada Pantano.

Resti chiarissimi di antica strada con tutte le stratificazioni ben evidenti e le strutture di supporto.

Sembra una foto in 3d tratta dal Grande manuale della Storia e dell’Archeologia in vivo.

La scoperta è fantastica.

La Sovrintendenza frena e vuole vederci chiaro. Chi fa il lavoro vuole sbrigarsi.

Nel mezzo, in sospeso, precaria più che mai, la grande scommessa di una Città che chiede di riaffiorare dall’Oblio, trovando finalmente occhi e orecchie attenti ad ascoltarla, a ricostruirne la Storia e a regalare al mondo questa nuova meraviglia.

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Il grido della Storia

Foto di Raffaele Pellegrini