La Guerra dei Parcheggi


Prima parte. Della Legittimità





Bisognerebbe per legge introdurre un rigido semestre bianco in tutte le amministrazioni pubbliche, per dare una bella botta al clientelismo e impedire che le amministrazioni, prese dalla voracità e dal terrore di essere mandate a casa, facciano negli ultimi giorni più danni di quelli fatti in una intera legislatura.

Eviteremmo così, per esempio, che amministrazioni delegittimate che si sono messe contro i propri cittadini – scelgano di approvare nottetempo un Pug scellerato, il peggiore di sempre.

O l’ultima creazione per la collezione primavera-estate 2016-2017: il piano parcheggi più astruso, cervellotico e vampiristico del secolo – degna creaturina postuma dell’allegra banda di Piazza Castello.

Una colossale, vecchia, già sperimentata/bocciata/ritirata ma sempreverde fregatura approvata in tutta fretta, come il Pug, mentre la sciagurata amministrazione vandala già faceva i pacchi nell’imminenza di essere spazzata via.

Stuprata la Piazza simbolo della Città e imposto così, con la più grande slealtà e i peggiori sotterfugi, il proprio ridicolo potere incapace e antidemocraticochiusa la bocca ai Cittadini, che altro fare se non spremerli sempre di più? Detto fatto. 

Anzi, fatto senza dirlo come al solito…

Così il sonno della Democrazia partorisce mostri.

Così viene partorito l’ultimo regalo di quel disastro epocale, di quella accolita di fini statisti barbarici che è stata l’amministrazione Ottombrini-Montaruli, degna conclusione del quarto di secolo più terribile della nostra storia recente…



Un cesto di mele avvelenate

Un piano parcheggi che è l’ultimo obbrobrio, l’ennesima mela avvelenata di cui il malcapitato Chieco si sta facendo stoicamente carico come se fosse suo, da persona qual è, seria, integerrima, pura e pertanto un po’ ingenua. Che si fida di chi lo ha chiamato e non immagina lontanamente il vero perché.

Un piano parcheggi studiato scientificamente per complicare la vita ai cittadinidissanguarne le risorse e sminuirne i diritti

E anche questo – come il Pug di chiara impronta barbarica – approvato alla chetichella e nottetempo, negli ultimi istanti di vita (se tale si può chiamare un continuo disastro) prima delle elezioni, con delibera n. 162 del 25 maggio 2016.


Dico: 25 maggio. Quando si votava il 5 giugno. Solo 11 giorni dopo.

Il 25 maggio ovvero ben oltre la data di indizione dei Comizi elettorali.

Perché la tempistica è importante – direte voi?

Lo è. E molto.

Perché anche non c’è il semestre bianco, c’è un “periodo” bianco, più ristretto ma non meno significativo. Quello tra la convocazione dei Comizi elettorali e le elezioni.

Tale convocazione nel nostro caso era fissata al 21 aprile 2016, cioè 45 giorni prima delle votazioni.

In questi 45 giorni, dice la legge:

I consigli (comunali ndr) durano in carica sino all’elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili.

(articolo 38, comma 5, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267).


E che significa atti urgenti e improrogabili?

Spetta ai consigli in scadenza, nella propria autonomia, individuare i casi in cui ricorrono gli estremi dell’urgenza e della improrogabilità (Ministero dell’interno, 7 dicembre 2006). Tali sono i casi in cui l’inattività comporti un danno per l’ente o si configuri come un inadempimento di fronte a obblighi derivanti da leggi, provvedimenti amministrativi o comunque collegati a vincoli contrattuali.

Ora, in che modo approvare alla chetichella e ben oltre la zona cesarini questo obbrobrio e gli altri – il Pug, la “differenziata” a modo loro, parcheggi sanguisuga e così via – avrebbe evitato  un danno per il Comune o un’inadempienza?

A noi sembra: in nessun modo.

Semmai un guadagno. Anche in termini di correttezza, lealtà e trasparenza verso chi veniva dopo e verso l’intera città. Parametri ahinoi sconosciuti a certi aspiranti ducetti neanche tanto in erba…

E insomma hai visto mai che tutti quei provvedimenti, parcheggi inclusi, fossero legalmente impugnabili per carenza di motivazione e di legittimità?

Ad occhio, diremmo di sì. Se i nostri amici avvocati incoraggeranno la nostra intuizione, chissà. 

RuvoLibera non si tirerà certo indietro rispetto a una class action che ristabilisca almeno un po’ di legalità pregressa e, tra le altre cose, liberi l’incolpevole sindaco attuale da qualche zavorra di troppo.

Ma andiamo avanti col nostro ragionamento, assumendo per ora che non ci siano problemi di legittimità.

(1. Segue)

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