La Guerra dei Parcheggi. Il Peccato Originale



Un mio caro amico mi prende in giro notando che la zona di casa mia non è interessata al famigerato piano parcheggi. Che ci sia una combine?😜

In realtà ci sono ben altre case fuori dal perimetro della follia blu furbescamente rifilata all’amministrazione successiva da quella (male) uscita. Case di sindaci, vicesindaci e compagnie belle.

Ma non è una colpa abitare fuori dal centro storico. Non ancora. In futuro mai dire mai…😏

In sintesi perciò, in tutto il centro storico allargato a Corsi e buona parte della zona otto-novecentesca, scordatevi il parcheggio, o pagate. 


Ma quanti cittadini considerano una priorità i parcheggi in una città che grossi problemi di parcheggio non ne ha, nonostante le spoliazioni delle suddette precedenti amministrazioni? 

Probabilmente non molti.

Ma allora perché? E per chi? Proviamo a spulciare un po’ il dibattito su Facebook.


Il peccato originale


Mario Albrizio Personalmente trovo la manovra invasiva, intempestiva/precipitosa e come al solito mal comunicata.

Trovo anche che le tariffe siano troppo esose, sia rispetto al circondario, sia soprattutto per la novità dell’inserimento in un contesto ancora “vergine”. 

Delle tariffe che partono basse e poi vanno a regime sarebbero molto più smart.

Infine non si capisce quale sia l’obiettivo strategico, o come si suol dire il vantaggio, per gli utenti e per la collettività.

Detto questo, non posso non notare che il Sindaco ha messo il “suo” progetto a confronto con la Città. E sono sicuro che è un confronto vero.

Come tutte le persone leali e devote alla democrazia e alla legalità, Pasquale Chieco ascolterà i Cittadini e poi trarrà le sue conclusioni.

Se non abbiamo memoria troppo corta, non è solo un passo avanti ma una rivoluzione rispetto al recente passato…

Egidio Giardiniere Sono pienamente d’accordo con te sul fatto che il sindaco sia apertissimo al confronto, solo un matto potrebbe dire il contrario, ciò non toglie che questo provvedimento ha lo stesso peccato originale del nuovo PUG e non ha le fondamenta di una reale, documentata esigenza non affrontabile senza costi per i cittadini.

Mario Albrizio Sul peccato originale siamo d’accordo.

D’altra parte il povero sindaco ne deve fronteggiare tanti “peccati originali”, nel girone di peccatori  in cui è capitato, e mi pare lo stia facendo con la dovuta determinazione.

Poi, come si suol dire, solo chi non fa non sbaglia. È già tanto che mentre fanno abbiano una reale disponibilità all’ascolto.

A noi comuni mortali, finché ne abbiamo la possibilità, non resta che partecipare e dire la nostra.

Sui peccati originali che (e se) rimangono tali, senza pentimento né virtuosa emendazione, prima o poi il Giudizio divino arriva… 


Bene fa allora il sindaco, come sempre, a ridare la parola al popolo per quanto possibile. Ecco come ne parla sulla sua pagina:





Sarà anche ingenuo, Chieco, ma non è sprovveduto. Far passare tutti i provvedimenti che si è ritrovato sul groppone, tutto il cesto di mele avvelenate, al vaglio popolare è una strategia non solo alta e legalitaria, “giusta”, ma anche intelligente tatticamente e politicamente.

Se funzioni o no, dipenderà da tanti fattori e in primis dalla risposta popolare, organizzata e non, più che mai decisiva. Ma è la cosa giusta da fare. Ne riparleremo tra un po’.

Non prima di aver dato un’occhiata a qualche carta e fatto qualche altra considerazione.




Genesi di un mostro

Come per Piazza Castello, Via Sparano e innumerevoli altri casi, i mostri nascono in qualche mente allegra a Bari, a Roma o a Bruxelles. 

È lì che si decide, come al solito ad cacchium, senza studi specifici del territorio né tantomeno richieste diffuse, cosa “serva” o meno e quindi, di conseguenza, quali lobby o amichetti favorire.

Quando le minch i frutti di cotanta elaborazione arrivano sul territorio, le cose sono già decise e per gli indigeni locali c’è solo da obbedire. La solita logica coloniale.

Ridurre tutti all’obbedienza d’altra parte è facile, quando si ha in mano la pecunia, i trenta denari che tra l’altro noi stessi forniamo abbondantemente con le nostre tasse.



I due filoni dei Trenta Denari

Avete capito bene. Noi ci sveniamo. Il nostro sangue economico arriva a Bruxelles, diventa “europeo”. L’insaziabile burocrazia e i collaterali ne succhiano un bel po’. E quel che ne rimane viene distribuito come carità. Sono soldi nostri, ma sembrano “loro”. Dovrebbero inginocchiarsi al nostro passaggio, invece dobbiamo noi dirgli grazie. Chapeau.

Chiaro il meccanismo? Bene. E non crederete che i fondi superstiti vengano redistribuiti a caso, o con un progetto organico strategico, o per valorizzare le specificità, le esigenze e le potenzialità territoriali…

Sciocchezze. Non gliene può fregare di meno. E infatti decidono loro cosa c’è da fare. Parcheggi, sventrare piazze, pedonalizzare, uccidere centri storici ecc…

La tecnica è antichissima. Riducili alla fame e comprali con un tozzo di pane.

Così i parcheggi megagalattici di vent’anni fa sull’extramurale, dove non ha mai parcheggiato una macchina. Così la devastazione di Piazza Castello e così via.

Qualcuno di qualche cosca burocratica magari (ma non è detto) sovranazionale decide cosa, quanto, con chi. Decide importi, progetto e progettisti. Esclude cittadini e associazioni, professionisti e non allineati. Piega amministrazioni tra l’altro ben contente di farsi piegare (chissà perché). Insomma fa il cavolo che gli pare con i soldi nostri e dire pure grazie.

E questo è un filone. Lo chiameremo i Trenta denari di Bruxelles (si fa per dire: sono sempre nostri; come nostri sono ahinoi i misteriosi intermediari che decidono cosa e come sventrare, alla faccia di cittadini e democrazia…).

L’altro filone, ugualmente senza partecipazione dei cittadini (il segno sicuro che, come direbbe Totò, “c’è la magagna“) è quello di inventarsi modi per ciucciare soldi alla cittadinanza per i motivi più “vari”, diciamo così. Per fare cassa o per altri fini

In pratica, se non te li da Bruxelles dopo averli prelevati dalle tasche dei cittadini, prelevali direttamente tu.

A questo filone (e al medesimo “peccato originale”) appartiene tra gli altri la gloriosa macchietta della “differenziata”, un esempio da manuale di tartassazione dei cittadini e inefficienza del servizio, col bonus prevedibilissimo di campagne ridotte a immondezzai e case ridotte a deposito di spazzatura. Pagando (noi) a peso d’oro questi metodi medievali spacciati per avanguardia e “civiltà”.




Quale filone?

Ora, a quale dei due filoni apparterrà il cervellotico “piano” parcheggi in oggetto, partorito dalle ben note brillanti menti della precedente dis-amministrazione?

Ecco cosa ne pensa un qualificato amico che ha studiato le carte (linguaggio colloquiale a parte…😉):

Non c’è nessun piano studiato dietro, quello che hanno pubblicato fa ridere, a partire dalla piantina girata a 90°, proprio come vogliono metterci a noi…

E ancora:

Non pubblicano una mappa in DWG nella quale verificare gli stalli che intendono fare, su che base si va a discutere nella conferenza del 20 luglio?

Ma siccome siamo pignoli, la delibera la leggiamo anche noi. Eccone qui un estratto: chi vuole può leggerla integralmente o scaricarla qui:




I famosi trenta (mila) denari

Quindi il Comune incasserà la lussuosa somma di 30mila euro, non è chiaro se annui o per tutti e quattro gli anni della concessione. Meglio la seconda, ché troppi soldi possono dare alla testa…😝

Trentamila euro? Neanche quello che costerebbe affittare il suolo pubblico… Tutto il resto della pecunia va, nero su bianco, nelle tasche della fortunata e per ora ignota (ma non troppo) concessionaria. Senza se e senza ma. 

Ma allora l’obiettivo NON è fare cassa. Spenderemo sicuramente di più per allestire il tutto di quanto potremo incassare.

E ovviamente l’obiettivo NON può neanche essere dare la mazzata finale al commercio e alla già gracile vitalità del centro storico. Succederà comunque, ma di certo non è quello l’obiettivo consapevole.

E allora quale sarà mai l’obiettivo di una tale apparente assurdità? Perché qui davvero viene il bello…


2. Segue

Leggi la prima parte: della Legittimità

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