L’UNTERELLUM

 

Come ti lascio la Piazza (e la Città)  dopo la sagra.

Uno dei motivi per cui non amo le feste di paese è la quantità industriale di sporco che lasciano.
Pile di piatti, bottiglie e altre monumentali testimonianze (forse gli unici monumenti che non ci stanchiamo di tutelare) ammonticchiati per strada e nei posti più impensabili.

Cattivo servizio di pulizia? Inciviltà? Chi può dire. Nel dubbio, sarebbe meglio ripensare queste occasioni e farle come Dio comanda, o non farle affatto.
Sporcare la Città per “attrarre turisti” non pare proprio un colpo di genio.
Per esempio. Giovedì del cardoncello. Ovvero, ben 4 giorni dopo la “festa”. Siamo lì per controllare il Bucherellum e intanto…
Guardate com’è ridotta Piazza dei Caduti di Tutte le Chianche.
L’immensa spianata desertica, senz’anima, senza stile, senza gloria e senza legge, è diventata un’enorme mappina pregna d’unto e di liquami nel frattempo percolati e consolidati.
Esagerato? Date un’occhiata al solito disarmante slideshow qui sotto.
E siamo a 4 giorni dopo, con l’autobotte in fondo che ha cominciato a pulire.
Pensate che delizia ci doveva essere la mattina dopo la fiesta
Ora, lasciamo fuori sindaco e giunta che sono al loro battesimo fungino – ma di tutto il resto dell’organizzazione comunale e dei privati, chi doveva imporre protocolli rigorosi di pulizia e verificarne il rispetto?

Chi, in una sagra che si tiene ahinoi da anni, avrebbe dovuto appunto da anni notare gli scandalosi residui (che si sa benissimo non essere novità di quest’anno) e correre ai ripari per garantire negli anni a venire una fruizione sempre migliore?

È stato fatto? Qualcuno ha imparato a sue spese che la prossima volta è meglio rispettare gli standard di civiltà?

All’apparenza si direbbe di no. Ma sarebbe bello avere delle risposte non vaghe. Perché quella Piazza più di ogni altra è la nostra carta di identità. E lì sotto c’è un pezzo importante della nostra Storia: alla quale dovremmo far pervenire ben altra attenzione che qualche colata di grasso, dopo la furiosa colata di cemento che tutto ha colpevolmente coperto.

Noi pensiamo invece che tutte le volte che si muove una pubblica amministrazione i risultati non possano essere meno che perfetti. Devono essere d’esempio.

Invece ecco le tracce quattro giorni dopo! E per carità di patria non voglio raccontare nei dettagli tutti gli orrori che mi sono stati riferiti sulla sicurezza, da quella sul lavoro a quella per i semplici cittadini, fili elettrici e ciabatte volanti come se piovesse.

Ma qualcuno controlla qualcosa, in questa cacchio di Città? Esistono dei protocolli? C’è qualcuno responsabile?

Speriamo di avere delle risposte migliori delle colate di unto che mandiamo ai nostri antenati là sotto.

Là, sotto il manto di desertica illegittimità che illegittimamente e antidemocraticamente ricopre il cuore della nostra identità cittadina.

Tra le fogature che già si sbriciolano, appena 8 mesi dopo la più ridicola, vergognosa, frettolosa e farlocca “inaugurazione” della storia.

Nella piazza “fatta col cuore” – che ha già bisogno di un cardiologo.

UNTERELLUM