Sindaco, Un Colpo di Reni. Anzi di Luce




Il trauma di tornare da qualche giorno di vacanza in posti con bel mare e niente intorno, ma un niente ben illuminato – e ritrovarsi nella solita straziante Città ridotta al solito paesello buio e semideserto, rassegnato e deprimente, senza slancio e rimasto indietro di un secolo – beh, detto come si dice a Oxford – ha rotto un po’ …

D’altra parte è storia vecchia. Troppo. Ne avevamo già scritto in Bella di Giorno e in Tremila anni al buio.

Nulla è cambiato da allora. Semmai peggiorato. A parte l’ultimo regalo della tragicomica amministrazione appena cacciata: 189mila euro spesi a vanvera per imbruttire e lasciare buio-a-macchie corso Cavour.

Soldi nostri. 

Al Sindaco Chieco, che non ha colpe e di cui non nascondiamo la stima – un appello: alla ripresa settembrina bisogna dare subito un colpo di reni. Altrimenti si verrà pian piano risucchiati dallo squallido tran tran che ci ha portati a questo punto di non ritorno.

La differenza tra successo e fallimento è sempre labile, e si gioca quasi sempre sulla prima impressione.

Meglio giocare d’anticipo.

Illuminiamo questa martoriata Città. È la prima cosa da fare per chiudere col passato e avviare una nuova era di “luce“, legalità e trasparenza. E sviluppo.

E facciamolo come si deve: prima che la cosca delle chianche (barese/ruvese/ trasversale) decida di nuovo delle nostre cose e ci imponga dall’alto un “proggetto” già fatto chissà da chi, in preda a chissà quale delirio, e elargisca qualche altro milione di soldi nostri per magari spianare la Cattedrale. O desertificare anche Piazza Bovio o piallare il Corso o chissà che altro.

Cominciamo adesso a indire la cosa più rivoluzionaria in questa Città: un bel concorso pubblico internazionale di idee – non la solita sbobba a umma a umma – per un progetto ambizioso e qualificante: riportare alla luce (in senso metaforico non meno che reale) una Città sepolta da duemila anni.

Con la luce per le strade e con la luce sul suo passato che molto, anzi moltissimo, può insegnare e dare al presente, per costruire insieme un futuro migliore e più degno.

La sua Storia, la sua Identità, il suo Valore, la sua Cultura alta – e non secondariamente la sua attualità, il suo bisogno di salvezza e rilancio, il suo diritto a rinascere.

Noi possiamo fare, e faremo, per la Cultura profonda. Ma per tutto il resto, ci vuole il Comune e il suo inquilino.

La Città ti ha scelto, Ninni. È ora di dare un segno.

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