VINCE CHIECO. RUVO VOLTA PAGINA



Sbaragliate le armate clientelari in un contesto dominato dall’astensione e dalla disaffezione

Ora spezzare le catene di un perenne incestuoso e mortale inciucio tra maggioranze e finte opposizioni – per ripristinare la Democrazia e far rinascere la Città.



Vince nettamente Pasquale Chieco. Dopo trent’anni quel cognome torna a riempire la cupa stanza neoclassica la cui poltrona nera ha ospitato i deretani ora più inattivi ora più disastrosi nella storia recente della Città.


Quanto durerà, non si sa. Stretto com’è tra problemi esterni e nemici interni. Ma c’è e va festeggiato per tanti motivi.

Così come va riconosciuta al suo avversario Antonello Paparella una tenacia fuori dal comune nel perseguire, specie tra primo e secondo turno, quello che per lui è il sogno di una vita.

Se dovesse mantenere il suo proposito di rinunciare al seggio da consigliere, consiglierei al neosindaco di tenerlo in considerazione, magari in un board di consultazione informale.

Una volta staccato dall”azionista di maggioranza’, Antonello è persona capace e abbiamo bisogno di mettere in rete tutte le capacità per tirare fuori dalle secche questa Città.


Una Democrazia da ricostruire

Il neosindaco è stato eletto con la schiacciante percentuale del 57% contro 42 e rotti dell’avversario.

Ma all’interno di una storica débacle dei votanti: solo, di nuovo, il 57% e rotti degli aventi diritto. 

Insomma Chieco è stato eletto con il 57% dei voti del 57% degli aventi diritto al voto. Il 57% del 57%. In pratica lo ha votato poco più di un ruvese su 4.

Un gigante sulle macerie di una Città devastata fin nel suo animo, nel suo crederci, nella sua prospettiva di futuro, nella sua voglia di protagonismo e di partecipazione.

Un dato che di certo non sfuggirà alla sua sensibilità. Il segno di una vera e propria crisi della Democrazia, che starà proprio a Chieco provare a superare, in un’operazione vitale per lui e per tutti noi, facendo reinnamorare i ruvesi della democrazia e delle partecipazione.

Ne ha tutte le capacità – sempre che qualche ingombrante “alleato” glielo lasci fare.

Staremo a vedere. Senza farci illusioni ma costruttivamente.


Dicevamo, FESTEGGIARE CHIECO SINDACO.

E perché mai festeggiarlo – si chiederà il lettore malizioso: magari per una poltrona in cambio?

Figuriamoci. La cosa non ci interessa, non è nel novero delle cose possibili e comunque il Pd non glielo lascerebbe mai fare anche ammesso ne abbia l’intenzione. E in ogni caso le poltrone sono per definizione piene di aspiranti. Non c’è pericolo che rimangano vuote…;).

I motivi per festeggiare sono altri. Ben altri. E sono tanti.

1. È una persona capace. Pare strano, ma è una bella novità. E ha il suo peso.

2. È un uomo libero. Attenzione: non un sindaco libero: quello era un altro… 🙂

Lui non può esserlo davvero, non del tutto almeno, dovendo fare i conti con quella cosa che si chiama Pd, questo Pd locale, questo cronicario incartapecorito, con questa dirigenza democraticamente mortuaria, e che siamo certi non abbiamo alcun bisogno di spiegare ulteriormente ai nostri lettori. 


Le cifre parlano da sole. Una Democrazia morente, uccisa dall’arroganza, dall’ignoranza e dagli inciuci.

Ma d’altra parte Pasquale “Ninni” Chieco non è certo persona da subire gli eventi o nascondere la testa sotto la sabbia come era purtroppo diventata triste consuetudine negli scombinati meandri di Palazzo Avitaia. Né da temere referendum e chiudere illegittimamente la bocca ai Cittadini. Tutt’altro.

Con lui il Comune giocherà in attacco. Non ho il minimo dubbio su questo. E se proprio dovesse andare tutto male e la cosca trasversale piddino-matteana non dovesse rassegnarsi, sarà lui a rassegnare le dimissioni. Speriamo ovviamente di no. Ma è impensabile vederlo ridursi a vivacchiare nello stile atroce di questi anni.

Noi, sia chiaro, gli saremo a fianco, con la nostra solita indipendenza, la nostra autonomia di giudizio, la nostra lingua senza peli e la nostra orgogliosa identità libera, in quest’opera di rilancio (e inevitabilmente di moralizzazione), nell’ottica dell’interesse della Città e del comune programma-quadro di Ruvo Terzo Millennio.

In questo percorso e verso questi obiettivi, di moralizzazione e democratizzazione, ci consideri pure il suo house organ, se vorrà. La Bibbia del cambiamento, perché questo soltanto possiamo essere e vogliamo. Per questo siamo nati. Su questo esistiamo e svolgiamo serenamente il nostro destino di seme, di stimolo e di lievito. 

3. È un outsider. Lo so che sembra strano. Ma è così.

Non solo è un mezzo marziano nel Pd. Ma soprattutto è senz’altro estraneo a quell’agglomerato trasversale paparelliano o ex (ex?) paparelliano o di derivazione democristiana-attiliana o sottoposto a pesante influsso unno da cui sono sistematicamente provenuti TUTTI i sindaci degli ultimi 17 anni. Nell’infinito (cioè mai finito) dopo-Attila.

Oggi, finalmente, la cosca è rotta. Il sodalizio spezzato. Le vecchie amicalità trasversali, disperse e dissolte.

Fatto a pezzi il dogma clientelare più liste = più consenso.

In questo senso, è comunque un grande giorno e si può dire davvero che il Terzo Millennio è iniziato.


La cosca del sedere

Avremo un sindaco protagonista e competente, motivato e trascinatore, democratico e decisionista quanto basta. Non di meno, non di più.

Unico problema, ma non da poco: quelli che l’hanno chiamato per salvarsi il sedere. 

E che ora, con l’augusto deretano in salvo (così credono) troveranno ben presto insopportabili l’efficientismo e il legalitarismo del salvatore, che diverrà via via estraneo, poi esterno, e infine intruso

E sarà trattato come il bambino che rompe il sonno dei vicini nel quartiere dei pensionati. Pensionati particolari: abituati a fare della Città e del pomeriggio il proprio ridicolo ma non meno devastante bivacco di manipoli.

Ma noi saremo lì a gridare con lui, se così sarà e se sarà necessario. Con lui e con la Città.

Perché questo è oggi il vero compito di Ninni, come tutti lo chiamano: mettere le orecchie in avanti e ascoltare più i Cittadini e meno gli apparati. È l’unico modo per uscirne.

Questa Città non tornerà a vivere se non tornerà a vivere pienamente la sua Democrazia.


4. Festeggiamo perché Pasquale Chieco è non solo sottoscrittore ma coautore di Ruvo Terzo Millennio. 

Quell’impegno è anche figlio suo. Siamo, se posso dire, la coppia di fatto che l’ha messo al mondo. Non ho dubbi che anche lui, non meno di me e di tutti i Ruvesi perbene e costruttivi, amerà il suo bambino e lo farà diventare ciò che ogni genitore sogna per suo figlio: il coccolino e il beniamino e il leader di tutti.


5. E infine festeggiamo Pasquale Chieco perché in fondo è il ‘nostro’ candidato. Di RuvoLibera, della Società civile, della sua parte più evoluta almeno, che in questo sito, da sempre considerato ‘l’unico strumento di verità‘, si riconosce.

No, non l’abbiamo scelto noi. Non è questo, ovviamente.

Ma pensate davvero che senza le battaglie di RuvoLibera, senza le bordate quotidiane della solitaria corazzata della Libertà, i vecchi dinosauri piddini e attiloderivati avrebbero rinunciato a candidarsi per raggiunta evidente impresentabilità?

Chieco ha funzionato, nei piani di chi lo ha chiamato e supplicato di venire.

Ma ha funzionato ancor prima e ancor meglio per noi: per i Cittadini liberi. La sua stessa discesa in campo è stata per noi già una vittoria, perché spazzava via i dinosauri. Quelli della Piazza e di tante altre tristi e fallimentari imprese. La giusta nemesi storica.

Potevano salvarsi solo perdendosi.

Infatti Ruvo, almeno la Ruvo che è andata a votare, ha scelto Chieco, ha creduto in Chieco, per cambiare, non per continuità. 

La cosa avrà presto i suoi frutti. E siamo certi saranno frutti sorprendenti.

La nostra mission – fermare la barbarie e imporre un cambiamento democratico – è compiuta.


Spartani e persiani

Certo, poi abbiamo deciso che il Pd, questo impresentabile Pd locale, era un’ipoteca troppo pericolosa e siamo scesi direttamente in campo, con la spettacolare e intrepida lista di Spartani per la Libertà, contro le armate persiane del clientelismo e del trasformismo – per dare finalmente ai Ruvesi la possibilità reale di un cambio radicale e democratico, con una formazione libera e un sindaco libero, senza zavorre di partito.

Una novità unica nella Storia.

Su questo i Cittadini non ci hanno seguito, anche se continuiamo a ritenere sia l’unica soluzione possibile sul lungo periodo. Come dimostrano anche i dati nazionali.

Forse troppo in anticipo sui tempi? Chissà. 

Sui lentissimi tempi dell’opinione pubblica rubastina, da troppo immemore si sé e perciò troppo facilmente rassegnata.

Ma i tempi cambiano, prima o poi. E non abbiamo dubbi che gli Spartani democratici, stavolta invitti a differenza di 2500 anni fa, partiti da zero e arrivati a 400, saranno la leva del cambiamento definitivo, quando i tempi saranno maturi.


Abbiamo fatto il massimo. Ed è solo l’inizio.


La misteriosa saggezza del voto

Ma, tolta questa possibilità di libertà totale per cui evidentemente non era ancora pronta, la Città ha scelto il meglio che c’era. Con tortuosa ma invidiabile saggezza.

Non è ancora la piena libertà. Ma intanto abbiamo spezzato le catene del più becero passato.

Un giorno lo racconteremo come un incubo ai nostri figli. Ora però tocca rimboccarsi tutti le maniche e salvare la Città.

Ma oggi, vivaddio, festeggiamo. Ce lo siamo meritato. Tutti. A partire da lui, Ninni, che oggi ha più di ogni altro sulle spalle il peso e la spinta di tante speranze riaccese.

Buon lavoro, signor Sindaco. Prosit, Ruvo. Alla Libertà riconquistata.

Il bello comincia ora e il meglio deve ancora venire.






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