I POLLI DI OTTOMBRINI. Storia di ordinaria monnezza!





« Sai ched’è la statistica? È ‘na cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perché c’è un antro che ne magna due. »

(Trilussa)


È sempre bello per me ricordare i versi del grande Trilussa, che adoro per la semplicità, la schiettezza, l’ironia tipica del popolo, attraverso la quale trasmette saggezza, pur lasciandomi talvolta il retrogusto amaro della constatazione che le cose purtroppo non cambiano facilmente – ma dandomi contemporaneamente quella spinta e quella energia per continuare testardamente a sognare che un giorno si possa cambiare.

Che poi cosa serve?  Un po’ di impegno e partecipazione di tutti, in fondo siamo in tanti e siamo saggi, alziamo la testa e gridiamo presente!
Ma cosa mi ha indotto al gradito ricordo dei versi del grande poeta romano?
Semplicemente le solite quattro chiacchiere estive serali, argomento, la TARI.
Pare che stiano arrivando le bollette di questa tanto discussa tassa sui rifiuti; e si, finita la campagna elettorale, finalmente si sono potute spedire. Perché non sia mai arrivavano durante, qualcuno avrebbe potuto rischiare qualche voto!
Gli amici di chiacchiera sostenevano che gli importi non erano calati rispetto alla tassa 2015, che a sua volta era stata pesantemente aumentata (33% nel mio caso e alcuni dicono anche 50% e ci posso credere, per le ragioni che esporrò più avanti).
Da parte mia ho dubitato che non ci fossero riduzioni, in quanto il sindaco emerito Ottombrini, nell’esternare la gioia del traguardo del 70% di differenziata, raggiunto qualche mese fa, aveva solennemente comunicato una riduzione media del 15% della tassa in questione.
Tornando a casa mi sono preso la briga di confrontare gli importi della gabella appena recapitatami con quella dell’anno scorso, e in effetti con mio stupore ho constatato che i miei amici avevano visto giusto!
Nel mentre stavo riflettendo sull’ennesima fandonia Made in Avitaja, ecco che mia moglie mi convoca per la cena con la frase: “il pollo è pronto!” E qui il gioco è fatto, tutto nella mia mente si chiarisce, perché, l’emerito in effetti parlava di media, proprio come il pollo di Trilussa.
Ora, dico io perché quel genio che ha messo mano alle tariffe, le ha modificate in “media” e non con un taglio netto del 15% per tutti? Per fare un favore a qualcuno? O per non rendere verificabile il tasso medio di riduzione dichiarato? E che media avranno fatto – aritmetica, ponderata o alla femmenein come diciamo da queste latitudini?
In attesa che i dubbi mi si chiariscano, un appello consentitemelo: fatemi sapere quanti polli avete trovato nella vostra TARI, non perché voglio trovare chi s’è fregato il pollo mio (tanto sono a dieta), ma perché mi sono convinto che i polli siamo noi, amici miei, ma prima o poi fuggiremo dal pollaio, come “galline in fuga”, ma questo è un altro film!

Michele Campanale


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