SALVATE IL SOLDATO NINNI

#SalviamoRuvo

* articolo scritto il 4 maggio




So che mi prenderò un altro rimbrotto da quei supporters che mi rimproverano di trattare troppo bene il mio amico Pasquale Chieco detto Ninni, che dovrei invece attaccarlo, che siamo avversari ecc…

Intanto, ribadisco che fino al 7 maggio* siamo (con tutti) avversari solo in parola, non di fatto; e che anche dopo saremo avversari leali, perché ci unisce la preoccupazione del presente e la fiducia nel futuro e nelle straordinarie potenzialità di questa Città.

Non a caso abbiamo firmato il manifesto per la Ruvo del Terzo Millennio.

Quando vinceremo – perché vinceremo, perché i Cittadini vogliono ciò che RuvoLibera vuole: fare tabula rasa di un passato fallimentare e ricominciare da una politica pulita – quando vinceremo, Pasquale sarà la prima persona che chiamerò, e gli chiederò di restare, di aiutarmi con la sua competenza, facendo rete come lui ama dire.

E so che mi dirà di sì. Perché non è meno capace né meno innamorato di me, di questa Città.

Ma ha una grossa palla al piede, che si chiama Pd.

Ed è questo che determinerà il risultato.

Entrambi possiamo fare molto. Ma solo uno dei due è libero e non limitato da alcun partito.

Men che mai, dal partito che più di tutti è responsabile del disastro in cui siamo. Specie degli ultimi 5 anni. E soprattutto, imperdonabilmente, responsabile di aver oltraggiato la Storia, la Bellezza, l’Identità ruvese. Dell’averne soffocato la già fragile Democrazia. Dell’aver osato tappare la bocca ai Cittadini.

Non hanno voluto fare il Referendum? Lo avranno. Ora. Nelle urne. E saranno dolori.

È questa la ragione principale, oggettiva, direi scientifica, per cui il risultato è segnato.

I Ruvesi vogliono Giustizia. Vogliono sia punito chi li ha violentati. Chi li ha portati al disastro. Chi ha osato tappare loro la bocca. 

Così sarà. Con serenità. Faremo giustizia. Ripristineremo la Democrazia e torneremo a guardare avanti.

I Ruvesi vogliono progresso, benessere, lavoro. In una parola, Libertà. E come potrebbero avere queste cose dal partito che glieli ha negati finora, e che li ha condotti al disastro insieme alla ancor peggiore finta opposizione?

I Ruvesi sanno perfettamente qual è l’unica lista, e l’unico candidato, che può davvero dare loro questo risultato.

E se questo è il quadro – e tutti sanno che lo è – si può ben capire che la difficile posizione di Chieco non me ne diminuisca, ma me ne rafforzi la simpatia. Si è caricata addosso una tale croce che non posso non averne ancora maggior stima.


O Salvare Ruvo, o salvare il Pd

Perché la verità è evidente, lampante: non si può salvare Ruvo e contemporaneamente salvare questo Pd ruvese. L’una cosa esclude l’altra. Bisogna scegliere e la nostra scelta è chiara, netta, irrevocabile. Come, pensiamo, la scelta della stragrande maggioranza dei Ruvesi.

Noi salveremo Ruvo. Insieme ai tanti Cittadini ruvesi liberi e onesti, innamorati della propria Città e intenzionati a lasciare ai loro figli una Ruvo migliore.

E il Pd, se vorrà salvarsi, dovrà fare ben altro che trovarsi un candidato perbene. Dovrà affrontare il lungo e doloroso cammino della rigenerazione interna. Costi quel che costi. In anni e scelte difficili. Ora tocca a loro, per la giusta nemesi storica, riqualificarsi.

D’altra parte io sono, prima e più che qualunque altra cosa, un filosofo: sono addestrato a risolvere misteri, non a crearli; a svelare le cose, non a nasconderle.

A maggior ragione quindi non vedo perché dovrei nascondere che guardo con simpatia al tentativo di Pasquale Chieco di rendere il Pd ruvese rispettabile. 

Se riuscisse in questa mission impossible e quel partito diventasse davvero “democratico” come è scritto (ahinoi, solo) nel suo nome, e non la caricatura autoritaria e pasticciona  che è – beh, sarebbe un vantaggio per tutti.

Ma, naturalmente, il fatto che io mi candidi dimostra quanto (poco) creda in quella remota possibilità. Zero non è ancora abbastanza.



L’occhio insaziabile dei tagliaforbici

Allora perché scrivo di Ninni Chieco?

Semplice.

Perché me lo segnalano praticamente dietro a tutti i cortei, le processioni, conferenze, pranzi, vernissages e finanche le inaugurazioni dove l’insaziabile sindaco tagliaforbici posi l’avido occhio elettorale.

A volte me lo segnalano incredibilmente solo e in disparte mentre il gruppo dei capataz piddini spasserella qua e là il suo solito vaniloquio.

Povero Ninni. Viene portato a spasso come un trofeo. “Guardate? Anche noi abbiamo qualcuno onesto e in gamba”

Qua e là l’ineffabile sindaco incredibilmente in carica, visto che c’è, lo presenta già come il suo “successore”. Estendendo anche a lui il suo ridicolo e inconsistente senso della legalità. Non dico della democrazia perché quella è proprio una parola tabù.

Signor sindaco-tagliatore-e-spianatore, La prego, il Sindaco nuovo lo faccia eleggere ai Cittadini. Chiediamo troppo?

A meno che, dopo aver tappato la bocca ai Ruvesi sul Referendum, non abbia anche deciso ex abrupto di abolire questa inutile formalità delle elezioni. Non ne avreste il diritto – ma si sa che questo già altre volte non vi ha fermato…

Ecco allora il senso del nostro appello, salvate il soldato Ninni. Salviamo, il soldato Ninni.

Lui si sacrifica per la Città e invece gli tocca sostenere il sindaco tagliaforbice.

Ma così, Ninni, ti dissangui tu. E anche basta, no?

Non farti identificare troppo con il fallimento vivente rappresentato dai vertici di questa amministrazione.

Fai bene a stare in disparte. L’importante è che non ti scordi di gridarli in testa… 🙂

È l’unico modo per farli svegliare. 



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