ULTIME NOTIZIE DALLA PIAZZA. LETTERA APERTA A EMILIANO

#SalviamoRuvo


 L’avevamo preannunciata. Oggi è partita la nostra Lettera Aperta. ovviamente i primi a leggerla sono i nostri Lettori… 🙂 

 Ma non sarebbe bello se la pletora di aspiranti e candidati sindaco facesse sentire la sua vocina su un tema così vitale?

 Tutti occupati a collezionare liste e listarelle? Eddai. Prendetevi un giorno di ferie e pensate un po’ alla Città. Prendete posizione.


Lavori infiniti nonostante le “scadenze” tassative


Al Presidente della Regione Puglia


dott. Michele Emiliano
Lungomare N. Sauro, 33 – 70121 Bari 


p. c.

Al Sindaco dell’Area Metropolitana di Bari

ing. Antonio Decaro
Corso Vittorio Emanuele II, 84 – 70122 Bari 
decarosindaco@comune bari it


Al Responsabile Assetto del Territorio Regione Puglia

dott.ssa Francesca Pace
Via Gentile, 52 – 70126 Bari


All’Assessore all’Urbanistica della Regione Puglia

dott.ssa Anna Maria Curcuruto
Via Gentile, 52 – 70126 Bari 

Oggetto:  

1.  Pericolo perdita finanziamento europeo a causa del ritardo conclusione lavori: ad oggi 30 marzo 2016: 92 GIORNI (AND COUNTING) DOPO LA SCADENZA DEI TERMINI DELLA “RIQUALIFICAZIONE”- DISTRUZIONE DELLE STORICHE PIAZZE MATTEOTTI E CAVALLOTTI IN RUVO DI PUGLIA – con il rischio che il costo del malgoverno sia scaricato ulteriormente sui Cittadini di Ruvo di Puglia, area Città metropolitana di Bari;  

2.  Richiesta di intervento a difesa e sostegno DELLA DEMOCRAZIA CITTADINA, essendo stata illegittimamente e arbitrariamente impedita l’espressione del voto referendario nonostante una raccolta di firme pari a 6 volte il quorum richiesto;

3.  Richiesta di accesso agli atti relativi alla suddetta “riqualificazione” e in particolare al canale di finanziamento “europeo” che si dovesse utilizzare per far fronte agli impegni.

Si è infatti pubblicamente negato, da parte dell’amministrazione comunale, il ricorso a Fondi Pac (informalmente indicatici in Regione) e invece reiteratamente affermato l’utilizzo dei fondi Fesr vecchio piano (2007-2013), come tutti sanno abbondantemente scaduti e avocati dal governo nazionale per la parte residuale al dicembre 2014.

Ciò al fine di giustificare l’“urgenza” con la tassativa scadenza formale del 29 dicembre u. s., ovvero negare il Referendum nonostante la diffusa ostilità popolare e la marea di firme facilmente raccolte; e imporre un piano di “riqualificazione”- distruzione NON frutto di concorso di idee, NON negoziato in alcun modo con la Cittadinanza né comunicato e gestito secondo la prescritta normativa regionale e le relative procedure di partecipazione, come dal Comitato scrivente denunciato alla Magistratura.


LETTERA APERTA 



Egregio dott. Michele Emiliano,

nella Sua veste di Presidente eletto della Regione Puglia e quindi massimo garante della democrazia regionale; nonché di massimo referente politico della corretta erogazione di fondi europei – 


a nome del Comitato che ho l’onore di coordinare, mi corre l’obbligo di segnalarLe gli esiti, a dir poco problematici, dell’annosa e cruciale questione della “riqualificazione” delle Piazze Matteotti e Cavallotti in Ruvo di Puglia (Bari) –

di cui ho in altra sede avuto modo di accennarLe più di un anno fa, quando il disastro era ancora evitabile, alla presenza tra l’altro dell’allora e tutt’ora sindaco uscente di Ruvo di Puglia.

Purtroppo tutte le perplessità evidenziate in quella sede, e molte altre ancora, persino più gravi, hanno trovato puntuale riscontro nella realtà.




Un progetto abnorme

In sintesi, l’abnormità di un progetto approvato e fatto partire nel 2015 (aprile-settembre) pur riferito ad un asserito finanziamento europeo FESR già scaduto nel 2013 e rispetto al quale tra l’altro, come noto, il governo nazionale ha fatto propri i fondi non spesi entro settembre/dicembre 2014.

La “riqualificazione” ha avuto fin dall’inizio un iter molto travagliato, tra l’altro da noi segnalato alla magistratura, costellato da ripetute e gravi illegittimità, a cui la Cittadinanza ha risposto, per il tramite dello scrivente Comitato, con la marea di firme (1200, cioè SEI volte il quorum richiesto dallo Statuto comunale) di Cittadini che chiedevano il referendum per potersi esprimere sulla sorte della Piazza più importante e più storica della Città: il Cuore della sua Identità profonda.

Questa procedura referendaria di trasparente democrazia è stata brutalmente cassata con la scusa dell'”urgenza” (ripetiamolo: per un progetto partito nel 2011, bocciato, lasciato languire, ripescato rocambolescamente nel 2014 e messo a bando nel 2015 a Fesr scaduto!).

Si è imposto illegittimamente alla Città e ai Cittadini un progetto distruttivo della Memoria e della Identità Cittadine; non scaturito da alcun concorso di idee né da alcuna gara; con “procedure” su cui indaga la Magistratura.

Procedure ben evidenti perfino nel Cartello dei Lavori sopra riportato, da cui si evince che i Progettisti di quell’orrore distruttivo sarebbero un geometra e un perito agrario in forza all’Ufficio tecnico comunale; là dove la normativa vigente per questo tipo di progetti impone la progettazione di un architetto. 

Trattasi di un palese falso: i progettisti sono notoriamente altri, ma la loro assenza dal loro stesso progetto fa parte di quella vasta zona d’ombra, per non dire altro, al vaglio dei magistrati.

La genesi di questa ennesima mostruosità è travagliata e risponde ad una “logica” precisa: ma non è questa la sede per ripercorrerla. Rimango a Sua disposizione per ogni chiarimento.



Attacco alla Democrazia 

Fatto sta che con la motivazione della pretesa “urgenza”, la Democrazia cittadina Ã¨ stata brutalmente, consapevolmente e platealmente violata e un’intera Città messa a tacere dall’amministrazione in carica, che pure ha dovuto riconoscere documentalmente la piena legittimità della richiesta di Referendum e delle firme raccolte.

Motivazione strumentale, quella della sedicente “urgenza”, visto che il progetto iniziale era addirittura del 2011 e che tutto il tempo perso NON è certo colpa dei Cittadini, ma di chi ne aveva la responsabilità istituzionale, e che tra l’altro NON ha attivato tutte le procedure di partecipazione e trasparenza imposte dalla legge – come peraltro esposto alla magistratura.

Ma anche prendendo per buona, per puro esercizio dialettico, la motivazione dell'”urgenza”, plasticamente rappresentata dal cartello dei lavori esposto nelle suddette piazze (vedi sopra);

essendosi rivelata tale “urgenza” chiaramente e consapevolmente solo strumentale, finalizzata a impedire il referendum e la libera espressione dei Cittadini, in larghissima parte contrari –


– oggi 30 marzo 2016, ben 92 giorni DOPO la tassativa scadenza “improrogabile” e dell'”urgenza” determinata dal Piano Fesr a scadenza 2014, la situazione è che i lavori continuano (vedi foto) – 
senza che risultino provvedimenti di proroga accordata e quindi con grave possibile danno ulteriore ai Cittadini e alle istituzioni anche in ordine all’erogazione dei Fondi europei in oggetto, con tutte le conseguenze su un bilancio comunale già al limite del dissesto, e per le devastate finanze dei nuclei familiari, già vessate dalla tassazione locale al livello più alto in Italia.

LAVORI INFINITI 90 giorni dopo la "scadenza"

Dato l’enorme ritardo sui tassativi tempi dei Fondi europei, con i lavori che ancora continuano e con tutte le possibili conseguenze quanto all’erogazione dei fondi, alle penalità e agli ulteriori disagi inflitti ai Cittadini, come se non bastassero quelli già sofferti –

Con la presente pertanto, signor presidente Emiliano, 


CHIEDIAMO alla s. v. ill.ma, in quanto supremo rappresentante eletto dei Cittadini Pugliesi, un intervento a tutela delle fondamentali garanzie democratiche così clamorosamente, platealmente e scientemente violate in Ruvo di Puglia.


CHIEDIAMO agli Uffici preposti un controllo sulle responsabilità di tale abnorme procedura e dell’incredibile e intollerabile ritardo nell’esecuzione dei lavori, che RISCHIA di vanificare il finanziamento europeo;


inclusi i controlli di I e II Livello a norma art. 60 del Reg (CE) 1083/06; 

CHIEDIAMO che ove tale finanziamento salti, le spese della “riqualificazione” siano poste patrimonialmente a carico dei responsabili della decisione scellerata e NON degli ignari e incolpevoli Cittadini;


CHIEDIAMO infine un giudizio politico chiaro sull’operato di un’amministrazione che ha osato tappare la bocca ai suoi Cittadini per perseguire un disegno antidemocratico, non rispettoso della Storia, dell’Identità e della Democrazia cittadine.


Abbiamo votato la Sua amministrazione, presidente, come garanzia di Democrazia e partecipazione – valori da Lei messi in primo piano già dai tempi della Sua campagna elettorale, e coerentemente applicati nel prosieguo.


Ora quella direttiva di partecipazione sta diventando lodevolmente legge regionale.


È arrivato però il momento di sottoporre le lodevoli intenzioni e le buone leggi alla verifica dei fatti.


Un’amministrazione comunale che schiaccia pretestuosamente il diritto democratico referendario dei suoi Cittadini NON può rimanere senza sanzione dal garante della democrazia pugliese.


Né si può tollerare che i Cittadini vengano presi in giro, che gli si menta spudoratamente su tempi e modi e ragioni di lavori e finanziamenti; o che addirittura siano costretti a pagare di tasca propria, nonostante un bilancio comunale già disastrato, i “frutti” avvelenati del pessimo governo di cui sono quotidianamente e da decenni vittime innocenti.

Confidiamo che Ella saprà trovare la soluzione migliore per salvaguardare la Democrazia, che è il valore più prezioso che abbiamo, da cui discendono tutti gli altri, e il benessere stesso di ogni comunità.


Che Ruvo sia d’esempio e tracci una nuova via di collaborazione, viva, vera e reale, de-mo-cra-ti-ca, tra Istituzioni e Cittadini.

Confidiamo nel Suo intervento e restiamo a disposizione per ogni chiarimento e/o documentazione.


Con fiduciosa stima
mario albrizio
coordinatore Comitato Referendario Piazza Castello, Ruvo di Puglia