LE IDI DI MARZO. IL PD BOCCIA IL PD

#SalviamoRuvo




Al di là delle molte sciocchezze che leggo qua e là (pazienza: l’analisi politica non è un dono naturale per nessuno, e imparare costa tempo, studio e fatica…) se persino la compassata Gazzetta lo dice, bisogna prendere atto che non solo il Pd boccia Ottombrini: il che è il minimo sindacale dopo 5 anni di disastri

Questa è la buona notizia. Sarebbe migliore se bocciassero anche quelli che gli hanno dato seriamente una mano a devastare la Città. A cominciare da quelli che ora lo cacciano.

La cattiva notizia è che l’ottimo Pasquale Chieco avrebbe accettato definitivamente la designazione. Ovvero il martirio. In nome di un Pd su cui c’è solo da stendere il sipario e coinvolgere massivamente la Magistratura.

Intendiamoci: la notizia è buona per la Città: Chieco non può fare che da limite alla solita banda bassotti. La notizia è cattiva proprio per lui, almeno per chi come noi ne ha stima e calcola fin troppo facilmente in che guai si troverà.

Fin troppo facile prevedere come andrà, nel remotissimo caso di vittoria (il che vorrà dire che nei Ruvesi avrà vinto l’istinto suicida, e che saranno così disperati da ri-votare chi ha tappato loro la bocca, maggioranza e finta opposizione). Gli chiederanno cose così sconce che dovrà mandarli dove meritano e finire anzitempo l’esperienza.

L’altra possibilità è che lorsignori si decidano a ragionare finalmente nell’ottica del Bene Comune anziché di quello tribale e personale. Ma dopo quello che sono riusciti a combinare ai danni dei Cittadini, e dopo l’offesa a un’intera Città negando un Referendum legittimo e sacrosanto, solo perché l’avrebbero straperso e lo sapevano benissimo – le probabilità sono sottozero e l’esito è purtroppo scontato. 

La prognosi è infausta.

Persino la Gazzetta, di solito allergica al ragionamento, del tutto refrattaria alla denuncia e ben più volentieri prona a fare da grancassa ad ogni tipo di “comunicati” che vengano dal palazzo, si è dovuta contorcere alquanto, in maniera a suo modo stilisticamente mirabile – nel leggendario trafiletto del 23 febbraio in cui ha dato le notizia del passo indietro del sindaco – per far capire con moto amletico-shakespeareano che le sbandieratissime primarie del 13 marzo a questo punto sarebbero inutili. Ohibò… 😉



La nemesi 

Si potrebbero chiamare le Idi di Marzo. Certo il 13 non è il 15. Ma neanche il povero Ottombrini è Cesare.

Sarebbe fin troppo facile ora, per noi, gioire della nemesi storica. Del “chi la fa l’aspetti“. Vedere il traditore del Referendum che finisce tradito dai suoi, un tempo sodali.
Ma è più forte di noi: il tradimento ci fa schifo, e non porta mai niente di buono per nessuno.

Ci è bastato l’incredibile tradimento del ruolo istituzionale di chi ci ha “accolto” nel Comune con la premeditata e messa in pratica intenzione di registrarci. Come se potessimo lasciarci sfuggire chissà cosa. Come se stessero incontrando gente come loro – adusi come sono a promettere e non mantenere, a oltraggiare volontà popolari, a fare riunioni di partito, cioè private, nelle sedi istituzionali e/o pubbliche, a stringere sottobanco accordi inconfessabili su cui pubblicamente fingono di accapigliarsi…

No, grazie. Come schifo, basta quello. E avanza.

Ma basta a comprendere quel che accade?


Responsabile e corresponsabili

Inadeguato al compito, primo responsabile della distruzione di Piazze, Storia e Democrazia, con sulla coscienza il Referendum negato: precedente molto pericoloso e che andrà sanato al più presto da amministrazioni nuove e credibili – pur con tutto questo devastante curriculum, e con l’aggravante di un’ostinata guerra interna per l’auto ri-candidatura – il sindaco uscente non è peggiore dei congiurati che oggi politicamente lo fanno fuori.

O, a scelta, i congiurati non sono migliori di lui: anzi sono ugualmente corresponsabili, per atti, condivisioni e omissioni. E ancor peggio la così detta opposizione silente e spartitoria.

Sia come sia, resta ferma la clamorosa bocciatura che il Pd pronuncia su Ottombrini, cioè su sé stesso. Il Pd boccia il Pd.

Il sindaco infatti, come detto, non pago di essere stato mandato come contentino a far danni al Parco a spese nostre, ci ha provato ostinatamente fino all’ultimo. Ma niet. Lo hanno bocciato senza appello. E siccome tutti hanno allegramente partecipato allo scempio, la bocciatura del capo equivale all’autobocciatura del gruppo. Elementare.

Siamo alla pura schizofrenia. E la cosa divertente è che questa auto-bocciatura loro la chiamano “discontinuità. Ci sarebbe da ridere, se non fosse tragica.

Se sarà vera discontinuità, lo vedremo. Ma per ora c’è fortemente da dubitare. Sarà vera discontinuità se il candidato avrà la forza di imporre la non-candidatura di tutti i responsabili dello scempio, e prendere il solenne impegno a far fare il Referendum sulla Piazza che con criminale negligenza democratica si è impedito ai cittadini e alla marea di firme che lo chiedevano, sei volte il quorum…

Da qui si misurerà la “discontinuità”, se rimarrà chiacchiera al vento o diventerà barzelletta o fatto serio. Del candidato ci fidiamo. Dei suoi sponsor, per nulla. Speriamo di essere smentiti, ma solo una rivoluzione della base dei militanti cornuti e mazziati due volte, che allontani la sua classe digerente e scommetta sul nuovo arrivato, può fare la differenza.

Altrimenti, sarà ancora la solita notte fonda – altro che discontinuità.


Il Panettone

Non è infatti difficile intravvedere le vaste aree di dissenso al di là della facciata faticosamente riverniciata – anche oltre la larga fascia di simpatizzanti sinceramente scandalizzati dall’inettitudine, dai disastri e dalle distruzioni degli ultimi 5 anni, ma sempre in attesa di una soluzione “di area” – come quegli innamorati mollati che vedono il/la loro ex partner uscire con tutto il reggimento ma nondimeno ancora sperano di tornare al passato…

A parte questi, dico – che hanno tutta la mia simpatia ma che come nell’altro caso sono destinati a rimanere delusi fino a quando non apriranno gli occhi e guarderanno altrove, oltre il naso ricurvo del tempo che fu

Parliamo di quelle aree del partito che si riconoscono in Ottombrini (che verranno accontentate come?); e quelle altre aree che lo hanno osteggiato, ma altrettanto o forse più osteggiano la fazione uscita vincitrice dalla faida.

Quello strano incompatibile miscuglio di renziani citroni e guglielmominerviniani che dureranno da Natale a Santo Stefano se non riusciranno a conquistare il panettone…

Eh no, signori. Cambiare la facciata non basta. Non basta proprio. Non basta per nulla. Bisogna agire sulle fondamenta. Sennò si rischia che tutto crolli in testa. Ah già, dimenticavo che siete specialisti nel distruggere, non nel costruire. Pardon… 😛

Auguriamo buon lavoro a Pasquale Chieco. Ma intanto pensiamo ad altro.

La Città non può essere abbandonata alle grinfie di chi l’ha divorata, distrutta, umiliata e offesaa chi altrettanto colpevolmente si è guardato bene dal fare la benché minima seria opposizione. 

Ruvo ha bisogno di ben altro.


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