GLI APPUNTI DI DIO

#SalviamoRuvo

Stimolato ulteriormente anche dalla brillante (come sempre) riflessione di Frank Einstein, il nostro autore-detective in incognito, ho fatto un salto a vedere di persona a che punto siano gli scavi in Via don Minzoni. 

Ho scambiato due chiacchiere con la giovane e bella archeologa e li ho visti, lei e gli operai, levare la terra con attrezzi leggerissimi. Praticamente col cucchiaino. E addirittura con le scope, per evitare di fare un qualsivoglia danno – nonostante il ventaccio che trasformava subito quella terra in polvere, nei miei occhi come nei loro.

Una cura infinita, della quale ringrazio a nome della Città e della sua Storia.

Ma inevitabilmente e immediatamente  il pensiero ha fatto i suoi confronti.

Qui, su un sito secondario, tutta la delicatezza del mondo. A Piazza Castello, nel cuore della Città e della sua Storia, una brutale colata di cemento e l’orrore sopra.

Perché? 

Se da qualche parte c’è un Dio, sono sicuro che sta prendendo appunti. 

(m. a.)

 FENICIA, COTUGNO E LA RUVO SEPOLTA. VIVA 

Nel 1836 Salvatore Fenicia riferendosi a Cotugno scriveva:
“Quest’ultimo avea volontà di illustrare la sua patria, scrivendo qualche cosa dippiù di Pratilli sulla celebre strada nell’anno di Roma 444 costrutta fino a Capua, e nell’anno 543 proseguiva fino a Benevento, e di là a Brindisi;

quale strada passava per mezzo alla città di Ruvo: ma le cure di celebrare l’ingegnosissima strada, che la natura à sternato nelle orecchie dell’uomo, non li permisero secondare il suo nobile disegno.

Rimane Ruvo più illustrata, che Cotugno à invenuto le onde sonore nelle orecchie dei cosmopoliti, che se àvesse rinvenuto i ruderi di Cajo Gracco presso i suoi concittadini.”
“Ode Anacreontica con Comenti sulla Ruvo Appula”
Nel frattempo:
Installata una serra nella valle degli orti.

Nella capannina si lavora con calma.
Nella Piazza non ci sono capannine ma c’è il “conforto” della SoprIntendenza e la velocità del Road Runner.

Nell’orto non si utilizza il Georadar.
Si osserva ogni pietruzza con attenzione.

Nella spianata si usano mezzi pesanti e con la proroga si attendono i carretti siciliani carichi di basole.

Nell’orto si scava e si spala.
In Piazza il cemento armato tutto copre, pozzi e sotterranei. [1]

Nell’orto un piccolo Team al lavoro spera di ritrovar inumazioni e reperti.
Nella piazza un grande Team copre un’intera necropoli insieme ad antiche pavimentazioni stradali.[2]
Nella valle si indaga con metodo certosino al di sotto di un’antica via.
Nella piazza si spostano le transenne e si copre LA VIA. [3]

[1] L’esistenza dei sotterranei della Torre di Pilato nel punto esatto dei ritrovamenti ( cfr video Roberto Stasi sui ritrovamenti di opere di carattere antropico e murario ) è dimostrabile “matematicamente” con l’ausilio dei rilievi e relazioni redatte, prima del crollo, dall’Ufficio Tecnico Comunale dell’epoca in accordo con le strutture murarie intonacate ritrovate durante la rimozione della rotonda.
Lo stesso boccaglio di pozzo ritrovato conferma l’esatta posizione dei sotterranei.
[2] L’esistenza di una vasta necropoli in Piazza Matteotti è dimostrabile con l’interpretazione delle anomalie profonde evidenziate dall’indagine GPR.

La presenza di inumazioni è stata confermata dagli stessi archeologi che seguono i lavori. La necropoli di piazza Matteotti confermerebbe quanto già si conosce senza l’obbligo di ulteriori indagini. (?)

Ci fanno conoscere il territorio ma non costituiscono un patrimonio da andare a scoprire.” (cfr interviste all’architetto M.A. Curci.)

[3] L’esistenza di un’antica pavimentazione stradale è dimostrabile con l’analisi ragionata dell’acquisizione georadar sia superficiale che profonda.

La presenza di un’antica pavimentazione è confermata dagli stessi archeologi e sottolineata dai tecnici alla conduzione del cantiere.
(cfr dichiarazioni dell’architetto M.A.Curci durante l’intervista post conferenza nell’ottobre 2015)
Che sia realmente la leggendaria Via costruita dall’imperatore Traiano?

Che si tratti dell’antica Via Traiana, oggetto di ricerca di molti studiosi, locali e non, è confermata dalle sue dimensioni, dal suo andamento comparato con quanto sappiamo del suo antico percorso.

Le dimensioni dell’Asola Archeologica non a caso abbracciano sia i sotterranei della Torre (la zona dei “pozzi recenti” per intenderci ) sia una porzione dell’antica Via.

Mi fermo qui citando ancora una volta S. Fenicia.
“Il mio breve discorso non permette, che qui dica quanto si affolla sulla mia penna, perchè allora esonderebbe dai limiti che li ò prescritto: ma dirò brevemente quanto d’ uopo a svelare l’arcano.”
Sempre dall’ “ode anacreontica…” Emoticon smile