DA RIFIUTI A RICCHEZZA. ALTRE COSE DA SAPERE PRIMA DI PAGARE LA TARI

#SalviamoRuvo





Continuiamo la nostra disamina. Se vi siete persi la prima puntata la trovate qui.

Innanzitutto, 
ribadiamo che la Tari va pagata, come tutte le tasse e tributi. Su questo non c’è il minimo dubbio.

MA, come dicevamo…


1. Qual è l’importo corretto?


2. Entro quando bisogna pagare senza sanzioni?


3. In caso di pagamento oltre i termini, quali sanzioni ci sono?


(Questi primi tre punti sono stati già trattati qui.)



4. Come porre rimedio all’ingiustizia e come evitare che tale obbrobrio non si ripeta?

5. Come conciliare questa ingiustizia con la effettiva necessità di differenziare la raccolta?


6. Un breve promemoria per uscirne alla grande.



Vediamo un po’.


4. Class action

Il Comune si giustifica col fatto che gli aumenti sono generalizzati e “imposti per legge”, nonché derivanti per lo più dallo spostamento della discarica. Ovviamente, come al solito, non è vero.

La nuova legge non giustifica affatto, né tanto meno impone la loro inefficienza: impone solo che la raccolta dei rifiuti sia finanziata solo coi proventi della tassa rifiuti. Una cosa così logica, di buon senso e lineare che ovviamente ai nostri amministratori, abituati a logiche contorte e buon senso zero, pare strana.

Dopodiché, siccome gli amministratori sono quasi ovunque scelti con criterio clientelare, specie al Sud, è ovvio che sono generalmente incapaci – magari non al livello dei nostri, ma sul genere – e che quindi la loro organizzazione della differenziata è generalmente e inevitabilmente mirata più a pratiche clientelari, a sistemare parenti e amici e sodali, che non a tutelare le più elementari norme di efficienza, democrazia, rispetto dei Cittadini e dell’ambiente.

I risultati sono perciò quasi ovunque catastrofici.

Ma può mai un’amministrazione giustificare il suo ennesimo disastro col fatto che gli altri non stanno molto meglio? 

Se chi vi opera sbaglia e per esempio vi azzoppa su una sedia a rotelle, vi consolerà sapere che non siete l’unico caso? A noi no. Per nulla. Semmai peggiora le cose.

E questo è il primo punto: un disastro non si giustifica con un altro disastro.

Una Class Action, ovvero una causa collettiva che costringa cotali amministratori a farsi carico delle proprie pesantissime responsabilità. Un rimedio efficace.

Ma bisogna essere in tanti e normalmente è invece più facile lamentarsi che agire. Ruvo purtroppo non fa eccezione. Anzi.

Ci sono ruvesi coraggiosi, cittadini liberi disposti a mettersi in gioco? Cavalieri senza paura pronti all’impresa?

Se sì, scriveteci: classaction@ruvolibera.it.


L’incudine e il martello

Il secondo punto è ancora peggiore. Perché la legge, magari con buone intenzioni (c’è da dubitarne, ma transeat) pone i Cittadini tra il martello dei nuovi Aro (Ambiti di raccolta ottimale: un nome che è tutto un programma…), e nel nostro caso della costituenda SANB, Società ambientale nord barese (anche qui tutto un programma: dalla “fantasia” del nome si evince la fumosità del programma e l’unico vero scopo di questi altri carrozzoni: sistemare amici e compari in cambio del voto – ovviamente a spese di tutti i Cittadini);

e l’incudine della necessità di coprire gli aumenti à la carte con l’aumento delle tariffe, e solo con quelle.

Per esempio (un esempio tutt’altro che casuale), ci viene detto che se le cose funzionano, l’aumento spropositato della Tari di oggi diminuirà: quindi dovremmo essere contenti di pagare tra un anno, chessò, il 90% dell’aumento-furto attuale (non sperate di più, sia chiaro).

Intanto, già a dirla così, è offensiva. 

Lo immaginate uno che si accontenta del fatto che l’anno prossimo gli si tolga solo il 90% di quello che gli hanno tolto quest’anno? Siete voi quelli? Sei tu, Lettore? Scommettiamo di no.

Ma tutti sappiamo che la realtà vera sarà un’altra. Che come minimo troveranno il modo di non restituire nulla. E che più probabilmente la loro proverbiale inefficienza si ripercuoterà sul servizio rendono necessari nuovi aumenti, anche per mantenere i sempre più complessi e costosi carrozzoni clientelari multicomunali.

Perché ve lo ricordate, no? come funzionano le assunzioni, e per quali “meriti“…

Come rimediare? Con parametri oggettivi di valutazione fissati per legge, organi indipendenti di verifica, responsabilità in solido degli incompetenti o peggio.

Credete che la legge lo stabilisca? Beh, ricredetevi…

Sarà la solita ennesima giungla a carico nostro e vantaggio loro.

Come porre rimedio all’ingiustizia ed evitare che si ripeta?

L’unica via è una class action, che ponga il problema anche mediaticamente e costringa a rivedere scelte suicide, nate solo con la solita logica di spremere i Cittadini a vantaggio dei soliti noti, del solito sistema marcio e antidemocratico che più arriva alle pezze, più diventa vorace.

Destra o sinistra (sedicenti: basti vedere quel che votano) non ha nessuna importanza. Come si dice volgarmente, il gioco è a denari


5. Trasformare i rifiuti da spesa in ricchezza. I Cittadini da sudditi a co-protagonisti.

Allora differenziare è inutile? Sbagliato?

No. Assolutamente. Di per sé è solo insufficiente. E allo stato attuale troppo costoso, perché parziale e indeterminato.

La nostra differenziata lo è per modo di dire, anche a percentuali più alte, dal momento che poi finisce quasi tutto in discarica.

La soluzione è in un Ciclo Integrale di Recupero e Riciclo, come ampiamente sperimentato altrove, anche in Italia. Ne abbiamo parlato diffusamente altrove e quindi non ci ripetiamo.

I rifiuti, oggi, devono rendere, non costare. E creare occupazione. Altrove si fa. Perché qua no? Solo perché è più facile, per loro, la rendita clientelare parassitaria? spremere i Cittadini finché dura?

Si tratta pertanto di cambiare radicalmente modello. Da un sistema in cui si utilizzano i rifiuti per spremere ulteriormente i Cittadini a vantaggio dei gruppi clientelari, con l’aggravante di buttare tutto in discarica e avvelenare l’ambiente di tutti;

a un sistema in cui si spremono i rifiuti, in un’ottica di benessere generale, nel rispetto dell’ambiente e a vantaggio di tutti.

Si tratta di trasformare i rifiuti in ricchezza. E i Cittadini da sudditi a co-protagonisti di uno sviluppo finalmente sano, equo e pulito.

Ma per fare questo, bisogna cambiare totalmente classe dirigente. O meglio sostituire la classe digerente attuale con una nuova classe dirigente capace di lavorare per obbiettivi, su alti standards qualitativi, e con in testa l’obiettivo non dell’arricchimento di poche enclaves parassitarie, ma di tutta la collettività.


6. Memo Tari

Ricapitoliamo:

a) controlla la bolletta;
b) vai all’Ufficio Tributi;
c) se necessario consulta online o chiedi al tuo commercialista;
c) puoi pagare tranquillamente nel 2016, senza interessi almeno fino ad aprile;
d) puoi pagare con pochi euro in più anche uno o due anni dopo (vedi puntata precedente).

Non ti basta? Neanche a noi. 

Seguici per saperne di più. 🙂







Scopri di più da RuvoLibera

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli via e-mail.