L’ATTO FINALE


L’amministrazione che nessuno vuole inizia la definitiva uccisione di Piazza Castello e della Rotonda

Lo stupro inizia domani alle 7. E continua fino a mezzanotte del 30 dicembre.

Questo dice il più triste cartello della nostra Storia. 

L’atto funebre su una Piazza di rara bellezza, di un’ineguagliabile pienezza storica, che aveva solo bisogno di essere rimessa  a nuovo e che le orde barbariche di Palazzo-dell’Illegalità Avitaia (come dicono i Revisori) hanno invece deciso di distruggere e stravolgere, in barba alle leggi e alle procedure democratiche, fregandosene dei Cittadini e sputando sulla chiarissima volontà di 1200 firme raccolte in un soffio.

Uno stupro lungo quattro mesi – ma sappiamo che saranno molti di più. Piazza Dante insegna.

Uno stupro che soffocherà il centro storico, che ucciderà definitivamente la Città, lo scopo finale dei barbari, caparbiamente inseguito e oggi a portata di mano, col dissesto alle porte, i conti truccati e l’arroganza pari solo all’ignoranza, all’incapacità e all’antidemocraticità.

Da oggi quest’amministrazione vergognosa, questa ganga di malfattori capitanati da un signorotto senza dignità che mente sapendo di mentire, che fa registrare clandestinamente conversazioni e se ne vanta, che stupra piazze e leggi come bevesse caffè, che ha portato al fallimento e all’onta indelebile di 120 avvisi di garanzia una Città che era sempre stata un modello –

che licenzia personale, che non ha soldi per garantire i servizi minimi ma che nondimeno li trova per l’anticipo dello stupro della Piazza (pensateci, e indignatevi!) –

da oggi quest’accozzaglia di disperati suona la sua campana a morto.

E quella scritta su quel segnale, è la data della sua fine. Della sua morte cerebrale, se di cervello si è mai potuto parlare di fronte a quest’infinito orrore amministrativo.

Chi ha taciuto sulla piazza o peggio ancora l’ha fatta sventrare, abbia d’ora in poi il buon gusto di tacere e scomparire. Perché nulla gli sarà perdonato.

E i tanti campioni dell’opposizione farlocca e connivente; la sponda indispensabile dell’incapacità della maggioranza; quella che ha più aspiranti candidati che elettoridimostrino ora o mai più di avere una dignità. Aprano la boccuccia in difesa della Piazza, della Democrazia e della Città, o scompaiano per sempre.

Si dimettano in blocco e denuncino al Prefetto la situazione insostenibile – e chiedano lo scioglimento di questa Casa del Metodo Illegale a cui hanno ridotto il Palazzo di Città, una volta prestigioso.

Fatelo ora, o non azzardatevi ad aprir bocca su null’altro.

E tu, Matteo, dimostra una volta tanto di essere un leader e prenditi una responsabilità non per la tua cosca clientelare ma per quella cosa così grande che non sei mai riuscito a vederla: la Città, la sua Storia, la sua Democrazia già così fragile. Sei stato il primo a danneggiarla irreparabilmente. Ora puoi provare almeno a farti perdonare. Non hai più scuse. Nessuno ha più scuse.

Quest’amministrazione di mentecatti accecati dal loro piccolo e squallido e disastroso “potere” – a testimonianza di quanto dannoso sia il potere senza l’intelligenza, anche per chi lo esercita – ha firmato la sua definitiva condanna.

Ora la scelta è chiara, tra Rinnovamento e Conservazione retrograda; tra aprire le porte al Futuro e lasciare in sella la banda Bassotti che ha portato Ruvo al più totale disastro.

Tra Democrazia e malaffare. Tra Cittadini e usurpatori di diritti e di legittimità.

Mai il campo di battaglia è stato più chiaro e io non avrò pace fino a quando questa gente non sarà stata cacciata ignominiosamente da quel Palazzo Avitaia che doveva essere, e promettiamo diventerà, la Casa della Legalità, che fa la guardia alla Piazza dei Cittadini, la cura e la protegge, anziché distruggerla.

La differenza è abissale e nessuno può far finta di non vederla.

O loro, la banda di sempre, la cosca delle poltrone; o noi, tutti, i Cittadini.

E agli amici ma anche sconosciuti Cittadini che mi telefonano o mi fermano per strada o mi contattano sui social per chiedermi se allora “la battaglia è persa” e per chiedermi di candidarmi per “mandarli a casa”, rispondo di stare sereni perché la battaglia vera incomincia ora.

Ed è la battaglia per la Liberazione della Città da questa orribile congregazione di incapaci, arroganti, ignoranti, stupratori di Leggi, Storia, Piazze e Democrazia

da questi costruttori di disastri a carico nostro

da questi collezionisti di avvisi di garanzia (120: un record mondiale!)

da questi personaggetti che la Corte e i Revisori dei Conti bacchettano come somari ma che non di meno come somari rimangono al loro posto, senza dignità e senz’altra visione che non sia il proprio personale utile, il loro unico sogno, la meta delle mete: la loro puzzolentissima sedia.

Faremo del nostro meglio, con l’aiuto dei Cittadini, perché siano cacciati e puniti. E perché paghino anche in soldoni tutto il possibile.

Riavremo la NOSTRA Piazza e di quell’orrore, se mai oseranno farlo, non resterà pietra su pietra. 

Riavremo la nostra Storia, la nostra Identità. E la nostra Democrazia.

È un impegno solenne.

La Guerra di Liberazione è appena iniziata e nessuno può tirarsi indietro. L’hanno deciso loro. Da oggi tutto cambia.

Io sono candidato. 

Siamo tutti candidati.




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