FUORI CAMPO. OTTOMBRINI, PULCINELLA E IL GIOCO DELLE TRE CARTE

#SalviamoRuvo


oh, ma che tutti io vi devo mantenere?





Paolo Columella è l’immagine dello sconforto.


La sua è una storia come tante. Una storia di ordinario quotidiano malgoverno. La nostra condanna da più di vent’anni.

Di professione agente immobiliare, ha l’hobby del pallone e organizza squadre dilettantistiche, specie di giovanissimi.

Mira anche più in alto, ma “prima bisogna formare il vivaio“, dice.

La frecciata polemica è verso l’attuale gestore del campo sportivo comunale, che invece ha cominciato portando le squadre da fuori, e solo secondariamente ha curato il vivaio, quando l’ha curato.

Insomma, il senso è chiaro: lì c’è il business; qui la passione.

Fatto sta che la concessione all’attuale gestore è scaduta e quindi Columella ha pensato di rilevarla. Inizia la procedura. Informazioni. Domande.

“Però il campo non è omologato”, gli hanno detto dal Comune. 

Vabbè, dice il giovane imprenditore-appassionato, compriamo anche quella. Quanto costa?

E qui viene la parte divertente. 3.000 euro, gli dicono. Poi 4.000. Poi 7.000 e giù fino a 25.000!

Al che il Columella sbotta e risponde:oh, ma che tutti io vi devo mantenere?

Il solito caos, insomma. La solita giungla. Il cittadino abbandonato in quell’inferno caotico che è il palazzo che invece dovrebbe dare ordine e regole certe a tutta la Città.

Carte su carte. Incontri. Domande. Attese.

Paolo Columella


Promesse mai mantenute. 


Chi erano i tuoi referenti?

“Il Sindaco e l’assessore De Palo.”

E come ti sei trovato?

De Palo è stato una delusione totale. Un anno di promesse e prese in giro. E alla fine nulla di fatto. Poi se l’è pure svignata, dimettendosi e lasciandomi a terra, senza riferimenti.

E il sindaco?

Guarda (prende delle carte, ndr).

Questa è la denuncia che ho fatto fare dall’avvocato.”

La guardo. Le solite cose. Le solite tristi ricorrenze di mille denunce che ho dovuto leggere in questi anni (il mio contrapasso infernale per chissà quale peccato avrò fatto in chissà quale vita o in quale universo); le diffide, le allusioni, le ingiunzioni.

Una schermaglia infinita che alla fine va come va, almeno finché sono certi dell’impunità. Almeno fino a quando qualcuno non pagherà per tutti.

Ma Columella mi passa dell’altro. Un ritaglio di giornale che dice che il campo Coppi (che rimane un pessimo nome per un campo di calcio) non è omologato. Evvabbé. Lo abbiamo capito.

Invece rimango di sasso davanti a due fotocopie di atto sindacale e una di atto funzionarile.

Si legge un po’ a fatica ma quando ci si riesce non si può non rimanere a bocca aperta. 

Il sindaco concede nella stessa giornata al Columella ben due autorizzazioni per l’uso di quel campo, per due diverse squadre. E il giorno dopo un semplice funzionario lo smentisce. Autorizzazione negata.

Ma che razza di personaggetti sono?

Com’è possibile che il capo dell’amministrazione venga stoppato da un oscuro funzionario?

Erano d’accordo e hanno fatto scena? Oppure il sindaco è un pulcinella a cui i sottoposti possono dire no a piacere? O ha fatto la frittata per incompetenza, senza chiedere al funzionario che poi è stato costretto ad annullare?

E, tra le tre ipotesi, qual è la peggiore?

Al Lettore l’ardua sentenza.

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