NICOLA AMENDUNI: L’AMMINISTRAZIONE SVENDE IL PATRIMONIO. ECCO COME SALVARLO


Riceviamo e, data la ponderosità e l’importanza, pubblichiamo in due tempi


“L’Amministrazione (…) ha aggravato ancor più un danno già fatto, (…) per meschine lotte politiche fra cacicchi locali…”



Pensieri per Pasquale (De Palo)

Caro Pasquale, non ho avuto modo di seguire tempestivamente le vicende legate alle tue dimissioni; avevo pensato di mandarti un semplice messaggio personale di amicizia e vicinanza per la tua decisione (di cui ancora non conosco il contesto più preciso), vista la mia ritrosia (ormai consolidata) ed il mio fastidio rispetto ai fasti fatui dei cosiddetti social Net.

Invece, visto che sei in buona compagnia in tema di solidarietà espressa-ti, ho pensato di inviarti questi pensieri in forma più pubblica attraverso questo post per cui il potente Zuckerberg (o chi per lui) mi mette a disposizione (non gratuitamente) lo strumento.

Leggo stamane la tua lettera e leggo le tante dichiarazioni di solidarietà.

E’ inutile che ti dica cosa si prova, l’ho provato anch’io essendomi pure io dimesso obtorto-collo da Amministratore quasi 15 anni fa ormai.

La differenza? Io, con altri bravi e onesti assessori e sindaco di allora, tutti con coscienza a posto su quanto agito, fui fatto sfiduciare dall’allora Partito Popolare, o sua parte (ero, eravamo, invisi a forti poteri economici e politici sia a Ruvo (partito del mattone), che a Bari – dove anche l’allora partito del sindaco dell’epoca -DS- non aveva grande simpatia) con ludibrio di parte della piazza sobillata ad arte dagli stessi poteri forti (nell’antica Grecia era la dolorosa pratica dell’OSTRACISMO);

Tu, a quanto sembra, lo hai fatto senza altrui atto ufficiale di sfiducia, e nel mezzo di tanta solidarietà, e sono contento per te che puoi almeno sentirti risarcito del tanto lavoro che, come ogni buon Amministratore pubblico, hai fatto con passione civica e gratis (anzi con perdite economiche e non personali e famigliari come capitava anche a noi).

Non conosco eventuali retroscena o trame strumentali per cui non posso dire altro; né so al momento se altre soluzioni di bilancio potessero essere trovate.
Se ci fossero, le trame, i tramanti avrebbero fatto male i conti, viste le tante espressioni di solidarietà che potrebbero accrescerti la forza sul piano politico, anche per il prossimo futuro.

Detto questo, mi preme mettere in risalto l’aspetto fondamentale della tua lettera, almeno a quanto mi sembra, che tocca questioni più generali che vanno oltre le singole persone e le politiche del tuo assessorato ( fatto che sembra non tanto compreso dai tanti che hanno commentato) e cioè a dire il prospettato default per il nostro Comune.

La casa sta bruciando e molti sembrano preoccuparsi solo del destino degli eventi culturali e/o spettacolari, parziali, a cui sono eventualmente legati.

Non scorgo, da parte dei più, uno sforzo di analisi e visione più ampia.
Sulle cause del default (questione indennità di esproprio) ho le mie convinzioni, fondate, già espresse in passato, lontano e recente, ma inutilmente (forse tu le condividi anche);

L’Amministrazione di cui hai fatto parte, a mio parere, ha aggravato ancor più un danno già fatto, non foss’altro perché, per meschine lotte politiche fra cacicchi locali,
anch’essa ha non ha contribuito ad operazioni verità auspicate; anzi, inopinatamente e masochisticamente, si è visto e sentito Amministratori di oggi rimproverare se stessi (amministratori di ieri) sulle scelte fatte a fine anni ’90 riguardo all’edilizia pubblica res.le ed al famigerato Art.51 con annesse politiche del COMPARTO URBANISTICO; roba da non crederci: o si è in malafede (pianto coccodrillo) o che altro dire? Anzi si è assistito a dichiarazioni politiche solidali con ” poveri proprietari”, espropriati a 300 € al mq in alcuni casi, quasi chiedendo scusa di cotanto affronto.

Purtroppo devo dire che questa Amministrazione, nel suo complesso (quindi tu personalmente non c’entri) che pure io ho votato, ha fatto ciò che Renzi sta facendo rispetto alla coalizione Bersani-Vendola: tradire un mandato programmatico sugli assunti fondamentali di ogni qualsivoglia compagine politica, non dico di sinistra ma almeno di centro-sinistra, cioè a dire la lotta senza quartiere ai poteri forti, a cominciare dalla QUESTIONE URBANISTICA ( CACCIATA DEL DEGNO DIRIGENTE DELL’UFFICIO TECNICO – TRASFORMAZIONE URBANISTICA EXTRAMURALE NORD-NUOVO PUG E TAVOLI TECNICI CONSEGUENTI).

Che dire della spocchia con cui si è dato il benservito al gruppo di Rifondazione ed al suo assessore senza fondate e gravi motivazioni (stando al programma elettorale) per tale gesto?.

A dire il vero sulla vicenda espropri occorre andare anche più a ritroso.
IO conosco i responsabili, ma come Pasolini (quello delle Lettere Corsare rispetto agli sporchi poteri dell’epoca pasoliniana della peggiore DC), NON HO LE PROVE.

Qui a Ruvo mentre alcuni, non tutti i proprietari, riscuotono ingiustamente, per stravaganti consulenze tecniche, lauti assegni dei soldi di tutti, gli altri (amministratori onesti e tutta la cittadinanza, specie quella più derelitta) piangono e piangeranno: “Roma discute e Sagunto è espugnata” è il caso di dire con Tito Livio.

Chiaramente, non mi riferisco a tutti gli amministratori di ora e del passato: ci sono ancora ombre da dirimere riguardo all’eventuale ruolo di alcuni di essi e ad alcuni atti prodotti, non si sa in buona o cattiva fede.

Poi, mi dico, perché non si trova il modo per cui le cooperative comincino a pagare almeno parte delle indennità loro imputate oggi, in modo da cominciare ad alleggerire le casse comunali, in attesa che si risolvano i contenziosi attivate dalle stesse riguardo alle ingiunzioni di pagamento? Poi le Cooperative, in qualche caso per la verità, forse dovrebbero dare uno sguardo in casa loro su eventuali operati soggettivi irrituali di alcuni soci.
Una cosa è certa il danno non può pagarlo tutto la comunità, specie quella più bisognosa.

Si sa che una parte delle indennità ora richieste sono conseguenza delle sentenze della Corte Costituzionale, ( abolizione del famoso art. 5/bis della legge 359 del 1992) e poco c’entrano eventuali malversazioni e/o errori delle amministrazioni pubbliche , verso cui si punta oggi l’indice (in alcuni casi forse giustamente) da parte delle cooperative.
Ma su questo passiamo oltre, non essendoci ora tempo.

Non me ne voglia nessuno degli amministratori singolarmente intesi; personalmente sono amico di tanti Amministratori, so quanto costa ricoprire tali ruoli quando si è sottesi da buona volontà per l’interesse comune, denuncio solo una temperie politico/culturale qualunquista (né di destra né di sinistra) e fanfarona (erede del funesto berlusconismo), da cui anche nella nostra Ruvo siamo stati influenzati.

La speranza è che ci rimbocchiamo le maniche per emanciparci da tale soffocante temperie; ed il tuo gesto, nel suo particulare, deve anche servire a questo bisogno di forte rinnovamento culturale/politico, altrimenti le solidarietà espresse, se anchilosate in una visione parziale e/o personalistica, servono a poco.

Intanto cerchiamo di mettere al sicuro l’argenteria di famiglia (a cominciare dai terreni – beni Comuni-) che pure la tua Amministrazione sembra cominciare a vendere; per cosa poi? per una cosiddetta carta di pepe, forse solo per il vantaggio di chi potrebbe esser pronto a comprarli?

Forse qualcuno ha scambiato le leggi dell’economia aziendale per quelle dell’Ordinamento pubblico? Ma neanche si potrebbe parlare di criteri dell’economia aziendale: infatti non si vendono i beni a bassa redditività finanziaria (valore di scambio) ma ad alta utilità (valore d’uso).

Blocchiamo le alienazioni dei terreni, anche con rivolte civiche ma senz’altro pacifiche.

Alcuni di noi avevano suggerito come fare, prima che arrivi un commissario che con freddezza tecnica ci sottragga tali Beni Comuni, ma l’attuale Amministrazione con buona parte del Consiglio è stata sorda e continua ad esserlo.

Ad alcuni consiglieri ed assessori che ragionano con meri criteri aziendali ricorderei ciò che fanno coloro che son soggetti a procedure fallimentari: nascondono i beni.

Fatelo per noi ruvesi, specie i più maltrattati e sfigati per censo, che vi pregiate di rappresentare.

Caro Pasquale, scusa per il profluvio di parole di getto, ma dovevo, per te e per tutti noi.


Nicola Amenduni


Ruvo Libera