CORPI VIVI



Riceviamo


LETTERA APERTA AL SINDACO DEL COMUNE DI RUVO DI PUGLIA

di Nicola Amenduni













Egregio Signor Sindaco,

oggi ricorre la liturgia del Corpus Domini; vedo i preparativi e gli addobbi per la Festa dell’Ottavario di Domenica prossima; penso anche alla concomitante tradizionale fiera-mercato e mi ritorna in mente il triste spettacolo degli anni passati.

Che triste spettacolo? quello delle madri e dei bambini delle famiglie di extracomunitari che seguono mariti e padri commercianti alla ricerca di magri ricavi nelle nostre fiere estive.

Mi ricordo, fra ammirazione e sconcerto, le scene di cucine improvvisate sui marciapiedi della nostra Villa Dante; loro hanno ancora il senso irrinunciabile della cucina conviviale, o anche il senso dell’arte di arrangiarsi, all’aperto sotto il cielo, facendo di necessità virtù; forse oramai noi siamo lontani anni luce da simile pazienza ed adeguamento alle condizioni date.

Poetica apologia della naturalezza nomade da parte mia? No! penso sarei uno stupido dandy, con la pancia piena con tavolo e sedie per desinar comodo, se lo facessi.

Non so dire se per loro i marciapiedi della villa siano più comodi degli spazi comuni a cui sono stati avvezzi in Africa, o in altro continente, nei loro paesi d’origine.

Forse, dato il diverso contesto; penso che il cucinare e mangiare all’aperto, in questo caso, sia sinonimo di emarginazione sociale necessitata per loro, non certo una scelta in libertà ed allegria.

Che dire poi del dormire in tende improvvisate sui marciapiedi o sulle aiuole sporche dove defecano i cani o sputacchiano gli umani? Tutto lo stupore negativo possibile.

Che dire, ancora, della necessità di fare i propri bisogni corporali (come pudicamente si suol dire), bisogni che richiedono intimità e privacy? Che invece spesso ho visto svolgere in situazioni inenarrabili, soprattutto per chi vi era costretto?

Ancora, cosa dire delle scene di bambini pazientemente portati in braccio e accuditi, anche con fatica, per tutto il tempo della fiera, da madri generosamente protettive?

Quest’anno poi non credo che con l’impianto nuovo della Villa Dante sarà possibile, come gli anni scorsi chiudere gli occhi, se per caso qualcuno vorrà necessitatamente utilizzare le più comode ed invitanti aiuole verdi ( a scanso di equivoci io non avrei nulla in contrario, certo chiedendo loro collaborazione per l’uso corretto).

Si dirà, da parte di qualche Salvini delle nostre parti: ai commercianti italiani chi pensa? 


Certo anche a loro occorre pensare per mitigare la fatica ed il disagio tipico dei venditori ambulanti; nessuna discriminazione, ci mancherebbe… anche se comunque loro sono naturalmente meglio organizzati e, soprattutto, sembrano non avere la necessità di portare insieme tutta la famiglia con bambini al seguito, provenendo spesso da città limitrofe e potendo spesso ritornare a casa per la notte.

Orbene, signor Sindaco, spero che quest’anno non si ripeta il fenomeno, magari perché quelle famiglie di immigrati hanno fatto più fortuna nel frattempo, ma, se ciò non  fosse, mi appello a Lei, so che ha la sensibilità per farlo foss’anche in nome del Corpo del Signore che si adora e festeggia, per individuare le modalità più idonee per tutti onde alleviare il disagio per questi Corpi Vivi, a cominciare dai corpicini dei bambini.

Penso si possa individuare qualche spazio dove, volendolo loro quindi senza sgradevoli ed equivoche imposizioni ma con persuasione, si possa garantire un minimo di servizi (acqua e bagni) e posto per dormire per chi sarà costretto a farlo con la tenda; mi vien di pensare a qualche spazio verde protetto o anche alle aree-camper o meglio ancora ai giardini delle scuole, veda Lei.

Penso pure, avendo avuto notizia di simili azioni in altri comuni, che si possa, con la collaborazione di qualche associazione di volontariato operante nel settore, o qualche Parrocchia, buona e giusta, fare in modo di intrattenere i bambini nel mentre i genitori lavorano tutto il giorno presso la fiera, in maniera tale da rendere meno stressante possibile le loro giornate raminghe; io mi creda al momento non sono attrezzato per farlo.

Sono sicuro ne conserveranno un buon ricordo e da grandi potranno essere più giusti a loro volta.

Spero che i nostri concittadini siano a loro volta responsabili e disponibili (visto che tutti ci vogliamo cristiani ed adoranti il vessato Corpo di Cristo). 


Perché la lettera aperta? 

lo faccio senza alcuna polemica sottesa, lo si capisce; avrei potuto, senza i clamori pubblici della lettera aperta, interloquire privatamente con Lei, ma ho ritenuto che, non essendo faccenda privata né sua né mia, fosse giusto sensibilizzare quanti più possibile su tale fatto che è emblematico di tanti altri molto tristi in questi nostri tempi, a cominciare dalla grande tomba umana che è diventato il Mediterraneo…

Confidando nella sensibilità (anche se forse costerà qualche fatica amministrativa in più), porgo cordiali saluti.


Nicola Amenduni

Ruvo Libera