IL SINDACO DEI PACCHI

Alla fine ha dovuto ammetterlo. Non daranno il referendum – perché sanno benissimo che ne sarebbero travolti.

E non verranno con noi in Regione per sentire con le loro orecchie se i fondi con cui REALMENTE sarà pagata la piazza hanno scadenza, come noi diciamo, nel 2017

Perché i fondi Fesr li hanno persi da un pezzo con la loro inerzia di 4 anni. Glieli ha fregati da sotto il naso l’amico Renzi nel dicembre 2014 per buttarli nel calderone dell’Expo, del Mose e delle altre paccottiglie miliardarie. A spese nostre, ca va sans dire

E quindi, poiché la scadenza reale è il 2017, non vi è alcuna “urgenza” (queste strane “urgenze” che scattano dopo 4 anni di sonno e incapacità) e vi è invece tutto il tempo per rivedere il progetto e sanare le ferite al percorso di partecipazione democratica fin qui offeso e vilipeso.

Sanno benissimo che la Regione darebbe ragione a noi e quindi se la svignano. Come sempre.

Ancora in fuga. Come sempre.

Grazie a Ruvesi. it per il lavoro svolto.


Preciso solo, relativamente a quanto riportato nell’articolo, che anche i fondi PAC (Piano Azione e Coesione) sono fondi “europei”, proprio come i fondi Fesr.


In entrambi i casi la Regione “li distribuisce”, per così dire. Fa da filiale locale.


Circa il fatto che il Sindaco non conosca i fondi Pac e li confonda con i pacchi delle sue trasmissioni tv preferite, non possiamo che consigliare al primo cittadino di guardare un po’ meno tv e di studiare un po’ più la normativa. Non ha idea di quanto faccia bene.


Così facendo inoltre imparerebbe(ro) a tirare meno pacchi alla Città, e magari scoprire quanto più bello, più produttivo, più soddisfacente e vitale per tutti, sia agire secondo le leggi e nel pieno spirito della democrazia.

Amministrare una Città è una cosa seria, terribilmente impegnativa, e richiede studio continuo e conoscenza insaziabile, perché le conseguenze sono decisive per la vita di tutti. Se invece il Sindaco vuol guardare la tv, faccia tutti felici. Vada a casa.

Infine è evidente che la sua fuga dalle responsabilità, il diniego ad andare insieme in Regione, sottolinea purtroppo che avevamo ragione nelle nostre ipotesi.

Cioè che sanno benissimo che la Regione non potrà fare altro che dare ragione a noi – che proprio dalla Regione prendiamo le nostre informazioni.

Esattamente come può fare, e sicuramente fa, il Comune. 

Ma allora, se abbiamo entrambi le stesse informazioni, com’è che le capiamo al contrario?
E che c’è di più logico, per vedere chi ha capito bene e chi no, di andare a chiedere entrambi in Regione?

Cercando online la trasmissione che tanto piace al Sindaco, abbiamo
scoperto che si chiama “Affari tuoi“. Alle volte, le coincidenze…

Invece dicono no. Fuga su tutta la linea. Motivo? Ovvio. Conoscono benissimo la vera risposta. E non gli piace. Non è quella di cui hanno bisogno per sentirsi autorizzati a sbrigare i loro affarucci. 

Si conferma pertanto che la loro unica intenzione, oltre a spartire la torta tra amici e compari di cui non hanno saputo spiegare la modalità di selezione; in un progetto a tutt’oggi senza neanche la firma dei progettisti – la loro unica intenzione è di brutalizzare la Piazza, la Città, la Democrazia e i Cittadini con l’unico, piccolo, squallido obbiettivo di giocarsi la Piazza alle elezioni comunali del 2016.


Come se questo bastasse a far dimenticare quattro anni di martirio (saranno 5 nel 2016), 120 avvisi di garanzia, 30 milioni di debito, il fallimento sicuro, l’incredibile disastro di Piazza Dante, devastata e consegnata con 528 giorni di ritardo! – figuriamoci che disastro combineranno nella ben più delicata Piazza Castello! – 


come se questo bastasse a far dimenticare la Città al buio insicura e senza prospettive, il commercio piegato, l’industria morente, l’edilizia già morta, la disoccupazione alle stelle, i poveri lasciati a sé stessi e soprattutto la cappa di antidemocraticità (ma la parola giusta sarebbe un’altra) che emana ormai da Palazzo Avitaia.

Un’amministrazione allo sbando che sta rubando futuro a tutti e trascinandoci tutti nel suo stesso disastro.


Una cancrena che va tolta dal corpo sano della Città e della sua Democrazia.


Bisogna che qualcuno metta fine a questo accanimento terapeutico e che si seppellisca insieme questa stagione tragica, in vista di una primavera civile che è la cosa di cui abbiamo più bisogno al mondo, per poter riagganciare il treno della crescita e dello sviluppo intelligente.


La scelta è tra la morte civile ed economica a cui ci conducono loro, o la vita e il benessere a cui solo una Democrazia ritrovata potrà riportarci.


Ricominciamo dalla Piazza, dall’Agorà, dalla culla della Democrazia. Ricominciamo da noi.

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