IL GRIFO FERITO

Sequestrata la Cantina Crifo. Uno schiaffo violentissimo all’immagine dell’azienda e della Città.
Scarichi nei terreni circostanti e Pericolo per l’ambiente, l’accusa a carico della notissima cantina 


Da tempo in difficoltà, con varie promesse di ripresa da parte del management ma evidentemente senza i risultati sperati, la storica cantina ruvese era stata costretta recentemente a mettere in cassa integrazione parte dei dipendenti.


Scelte strategiche sbagliate. Problemi con i soci. Marketing casareccio. Insensata rincorsa alla grande distribuzione con conseguente dilapidazione del marchio e riduzione dei margini operativi. Investimenti faraonici non giustificati dalle dinamiche di mercato e altri errori macroscopici (come ignorare del tutto la crescente importanza della produzione di vini naturali) ne avevano già appannato l’immagine.

Con tutto ciò, però, mai nessuno avrebbe immaginato del micidiale provvedimento che stava per piombare sulla Crifo, e di riflesso sulla Città, di cui la cantina è da decenni uno dei simboli economici – forse il più noto, nonostante una comunicazione non all’altezza (vedi per esempio il sito in costruzione da mesi…).

Una Città già umiliata dall’amministrazione più antidemocratica e imbarazzante di sempre, a un passo dal default, con 120 avvisi di garanzia e via deliziando fino a Piazza Castello – oggi viene schiaffeggiata brutalmente per l’importanza dell’azienda colpita e per la gravità del reato contestato, di inquinamento ambientale.

L’ennesimo segno di una Città lasciata a se stessa, di un corpo senza testa e perciò indifeso in tutte le sue membra, mentre chi “governa” anziché preparare un piano integrato di economia, promozione e occupazione, ha sprecato i 4 anni del suo mandato a distruggere piazze, fare scandalo, portarci a un passo dal dissesto, suscitare la condanna dei Revisori dei Conti e persino di uno dei suoi (ex) massimi dirigenti tecnici.

Una Città che muore di malgoverno. Da vent’anni. Ma mai senza speranza come oggi.


Un’emergenza di cui, da oggi, fa parte integrante anche la Crifo, come tutto il comparto economico e sociale, alla ricerca di una leadership con visione lunga e strategica che non c’è, che non può venire dalle fila di chi (destre, centri e sinistre) ha stuprato la Città per un ventennio, ma che rimane la più importante priorità per una Ruvo che – anziché continuare a morire dei veleni del passato –  vuole e può e deve tornare a vivere e a progettare il suo futuro.

Il Grifo è ferito. Ma a sanguinare non è solo la cantina.

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Qui il titolo e l’occhiello del Corriere Bari
Carabinieri del Noe in azione a Ruvo di Puglia presso la sede dell’affermata cooperativa Secondo il gip del tribunale di Bari esiste un pericolo per l’ambiente…
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