Il miglior medico è inutile





È stato bello, ieri.

Della serie pochi ma buoni. 

Con un momento strepitoso di un ragazzino che meriterebbe di andare a fare il Sindaco oggi stesso, se questa sventurata Città osasse ancora sperare e avere un futuro.

Ne riparleremo. Ma che tristezza, tutto il resto.

Che tristezza la Città assente, molecolare, atomi chiusi nel loro particulare e nell’eterna illusione dell’ “io speriamo che me la cavo” – mentre da più di vent’anni la squartano e si preparano a darle, e a dar loro, il colpo finale.

Mentre sprofonda nel debito di quasi 30 milioni (per ora, più interessi) che la porta al fallimento per opera della stessa sciagurata classe politica clientelare e incapace che gli stessi Cittadini non hanno voglia, o coraggio, o speranza per combattere.

Che tristezza mentre lascia correre gli immensi disastri di politicanti da operetta con 120 avvisi di garanzia sul groppone. Un record mondiale.

Ma magari fosse solo questo. 

Magari il disastro non coinvolgesse la così detta società civile – che a quanto pare di società ha ben poco (al massimo ha di partito o corporazione: entrambi modi per succhiare risorse pubbliche a proprio vantaggio) e di civile nulla.

Che tristezza i lagnosissimi commercianti, sempre pronti a farsi abbindolare dall’ennesima promessa di un’amministrazione allo sbando: malati che si aggrappano a malati terminali. Ma senza la solidarietà e l’umanità che caratterizza spesso i malati veri. 

Puro opportunismo levantino aggrappato a pura faccia tosta da politicante che promette per tutti e mantiene solo per i suoi amichetti.

Che tristezza gli insegnanti, che l’altra sera hanno manifestato perché il non meno sciagurato governicchio nazionale non eletto attacca il loro orticello, il loro piccolo privilegio. 

Ma non si sono neanche sognati di affacciarsi mentre qualcuno di non meno miserevole si appresta a scippargli la Piazza, la Storia, l’Identità, e gli ha già scippato la Democrazia, mettendoli a tacere come tutti gli altri Cittadini.

Tristezza doppia, perché se neanche la Scuola Pubblica ha senso della propria missione (che è cosa ben diversa dal contratto sindacale) allora davvero non c’è più argine. Verranno ridotti a macchiette da “Arriva il Direttore” e saggi di fine anno, anziché essere – come dovrebbero e solo in quel caso hanno senso – la spina dorsale della democrazia. Insegnare la Cittadinanza e la Partecipazione.

E gli intellettuali? gli artisti? ce n’è ancora qualcuno che non sia piegato, colluso o rassegnato? Quelli che stanno sempre appigliati a qualunque per quanto scandalosa amministrazione per chiedere il contributo alla loro cosa piccina, promuovere il loro libriccino, il loro quadretto, il loro concertino, la loro mostra insulsa?

Vite spese senza un minimo sussulto di dignità, e quindi di libertà. Mostre e presentazioni dove l’unica cosa in mostra è il proprio servilismo. Vogliono guidare e fanno i galoppini. Wow.

Gli opinionisti, i ggiornalisti e i sedicenti tali? Meglio passare oltre, prima che a qualcuno venga il geniale sospetto del conflitto di interessi – come se ci possa essere conflitto di interessi quando c’è da difendere l’Interesse più comune e prezioso di tutti. La Democrazia.

Che tristezza le imprese, specie quelle edili. Prese in giro un’altra volta da lavori cui non possono neanche partecipare, se non accodandosi per le briciole in qualche consorzio.

Se sono rassegnati gli imprenditori, quelli che dovrebbero fare del rischio il loro mestiere – se anche loro si lasciano ridurre all’obbedienza e alla subordinazione in cambio del piccolo vantaggio, la villa e il macchinone in leasing in attesa del fallimento – perché senza mercato non c’è assistenzialismo che tenga…

E che tristezza, soprattutto, i ggiovani, sempre pronti a lagnarsi e farsi vittime ma anche a lasciarsi sedurre anche loro, come i loro genitori generazionali, dall’ennesima vuota promessa – mentre a piene mani gli scippano il futuro.

Sostenitori dei propri aguzzini: un’abilità che da noi si impara presto.

Comprati col progettino, come quegli altri dagli 80 euro. La Democrazia in vendita. Anzi, in saldo. L’importante è avere il berrettino con Che Guevara o il busto del duce da qualche parte. O Renzi a Palazzo Chigi, da amare o da odiare. Non si va oltre il nome, oltre l’innamoramento adolescenziale.

E com’è lontana la maturità – quella che fa diventare protagonisti e amanti delle Regole, delle Leggi, della Democrazia – non dei miti e tanto meno dei cialtroni.

Eccoli anche loro alla ricerca di non vogliamo immaginare cosa, mentre vanno di volata  -anche quelli che avevano promesso la loro presenza in Piazza – alla riunione del tutto casualmente convocata in Comune alla stessa ora dello stesso giorno. Benedette coincidenze

Per carità, lo sappiamo che non siete tutti uguali. Almeno lo speriamo. Ma mette tristezza lo stesso.

Mette tristezza soprattutto a me, che ho sempre combattuto e sostenuto che i Cittadini siano meglio dei loro rappresentanti. Se non altro, di questi sedicenti rappresentanti che non rappresentano neanche sé stessi – perché si conoscono troppo bene per credersi.

È questo che mi brucia oggi. Dover dare ragione a quegli altri. A quelli che dicono che i politici rappresentano fedelmente la società che li elegge.

Io ancora non mi rassegno. Ma oggi non è uno dei giorni migliori.

E d’altra parte, una Città (e uso ancora ostinatamente la maiuscola) una Città che non osa sperare, forse non merita di essere salvata.

Così come il miglior medico è inutile, se il paziente non vuole vivere.

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Lui Batte. La Città Vive.
La RotondaIl Cuore Vivo della Città .