Cattivi Pensieri

Si dice che a far cattivi pensieri si fa peccato, ma spesso si indovina.

Io però in certi casi preferirei non indovinare. E mantenere pensieri puri. Ingenui.

Per questo ho lottato, per settimane, contro questi maledetti pezzi di puzzle, ricombinandoli in tutti i modi possibili, respingendoli, sbranandoli, cercando di ignorarli.

Niente da fare. Praticamente si ricompongono da soli.

E finiscono per ricomporre sempre la stessa figura. Invariabilmente.

Perciò non mi resta che scrivere quest’incubo, nella speranza che qualcuno mi aiuti a chiarirlo, a smentirlo. A fugare i fantasmi e insegnare ai pezzi del puzzle qual è il giusto modo in cui devono disporsi.

Mi dai una mano?




L’incontro istituzionale

Il 12 febbraio scorso, all’incirca verso le ore 11.30, mentre eravamo in copisteria e finivamo di fotocopiare il materiale della raccolta firme da presentare in Comune – ho ricevuto sul cellulare una telefonata dalla segreteria del sindaco Vito Ottombrini.

Il Sindaco, a cui la consegna delle firme era stata formalmente preannunciata tre giorni prima, chiedeva un incontro per il successivo pomeriggio alle 16 e 30.

A tale richiesta ho naturalmente ritenuto di spostare la consegna del materiale referendario a quell’ora anziché alle 12 come previsto; nella speranza, per quanto remota, di una possibile conciliazione.

L’incontro ha effettivamente avuto inizio poco dopo le 16.30, e si è concluso circa un’ora dopo con un nulla di fatto.

Il Comitato non poteva venire meno all’impegno preso con più di 1000 cittadini per la difesa della Rotonda e dell’identità della piazza; e d’altra parte l’Amministrazione non ha ritenuto di modificare in alcun modo la sua rigida posizione di “prendere o lasciare”.

Abbiamo di conseguenza proceduto al deposito e al protocollo delle firme raccolte e del materiale referendario e siamo andati via chiedendoci il perché di questa strana convocazione, quando con ogni evidenza l’Amministrazione non aveva intenzione di avvicinarsi in nessun modo alle posizioni del Comitato.

Non solo: durante il colloquio il sindaco e il vicesindaco hanno affermato di aver già spedito in mattinata il piano definitivo “a Bari” e che sempre a loro dire tale piano era addirittura già stato approvato in giornata.

Ma allora perché ci hanno convocato?

La Trappola

Questo evidentemente rafforza l’idea che già dalla mattina non ci fosse in realtà alcuna volontà di giungere a una soluzione condivisa – visto che a quell’ora il Progetto “era già stato spedito”.

Ci siamo chiesti perché allora è stato convocato questo incontro e la risposta sul momento non l’abbiamo trovata.

Ma ecco che il 20 febbraio, in una riunione del Comitato, in cui si parlava di tutt’altro, uno dei soci ha inopinatamente dichiarato di essere stato avvicinato da persona che gli ha fatto ascoltare pezzi di una registrazione dell’incontro in oggetto.

Incontro al quale quel socio non aveva partecipato e dei cui contenuti specifici non avrebbe potuto essere informato.

Ciononostante il socio mostrava di essere appunto a conoscenza di frasi e parti estrapolate del discorso che, pur se riferite fuori contesto e in maniera imprecisa o manipolata, erano state effettivamente pronunciate in quella riunione con l’Amministrazione.

Abbiamo pertanto chiesto al Sindaco con domanda protocollata in data 22 febbraio se abbia mai autorizzato quella registrazione o l’abbia fatto qualcuno dell’amministrazione.

La risposta pervenutaci il 6 marzo scorso è stata negativa: nessuno dal Comune ha autorizzato quella infamia; anzi l’Amministrazione si dice disposta a denunciare a sua volta la cosa anche per il buon nome della pubblica istituzione così brutalmente oltraggiata.

Osservatori maliziosi

Naturalmente il Comitato spera che l’amministrazione voglia realmente unirsi a questa denuncia in modo da fugare ogni dubbio e ogni ombra.

Diversamente, ove questo non accada, non si potrà non tener conto di alcune sospette coincidenze.

Un osservatore esterno malizioso potrebbe infatti pensare che l’amministrazione stessa abbia invitato artificiosamente il Comitato con la precisa intenzione di procedere occultamente alla registrazione per cercare un pretesto che ne potesse minare la credibilità.

Questo potrebbe spiegare lo strano appuntamento per una trattativa che in realtà non c’è mai stata e non ci poteva essere per le ragioni suddette (“Piano già spedito”).

Probabilmente vi sono altre spiegazioni, anzi sperabilmente, sempre in difesa del buon nome della pubblica istituzione della Casa Comune, di tutti.

Tuttavia è difficile sottrarsi alla constatazione che i pezzi del puzzle sembrano combaciare perfettamente solo in un quadro che unisce organicamente la trattativa che ci doveva essere ma non c’è stata; e una registrazione clandestina che invece c’è stata ma non ci doveva essere.

Alla sensazione insomma che si sia trattato di una trappola in piena regola



Delle due, l’una

E non ci sono che due possibilità: l’Amministrazione ha teso una trappola a noi profanando la legge e il tempio stesso della rappresentanza cittadina; oppure noi e l’Amministrazione siamo stati vittime dello stesso complotto.

Non c’è altra possibilità. E dalla reazione dell’Amministrazione sapremo quale delle due è quella giusta.

Ma, come dicevo, sono solo cattivi pensieri. Che speriamo siano fugati presto da chi di dovere, visto che da soli non ci riusciamo.


Come Cittadini ci auguriamo che si tratti solo di un malaugurato concorso di circostanze e siamo speranzosi che l’Amministrazione fugherà ogni dubbio con una decisa azione di denuncia a tutela del cuore stesso della rappresentatività e della Democrazia cittadine.

Non possiamo però fare finta di nulla e non possiamo venir meno al dovere di denunciare la profonda offesa che è stata fatta non solo a noi ma a quanto vi è di democraticamente più sacro e prezioso: il rapporto leale e costruttivo tra Cittadini e Istituzioni.

È stata violata la privacy come diritto fondamentale del Comitato e dei Cittadini che lo compongono; ma anche con non minor gravità è stata violata la dignità dell’Istituzione e di tutti i Cittadini che quella istituzione rappresenta.


Da questo momento in poi, in assenza di una precisa denuncia dell’Amministrazione, i Cittadini saprebbero che devono guardarsi da chi dovrebbe e DEVE difenderli e rappresentarli. 

E dovrebbero concludere che le Istituzioni sono lì piuttosto per spiarli anziché per dialogare e costruire insieme una società migliore.

Vogliamo sperare e anzi esser certi che questo ulteriore affronto sarà evitato alla Città e che l’Amministrazione romperà gli indugi e i tentennamenti per intraprendere insieme a noi la via della denuncia.

I cattivi pensieri non possono averla vinta. Almeno speriamo.

È stato stuprato il Comune, ridotto a studio di registrazioni clandestine contro la legge, contro i Cittadini e contro le Istituzioni. Contro ogni forma di rispetto e lealtà.
È stata calpestata l’anima stessa della democrazia e della legalità.

Un’offesa intollerabile per tutti, che va riportata a giustizia.




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