RIQUALIFICAZIONE DELLE PIAZZE CITTADINE

Riceviamo e pubblichiamo


RIQUALIFICAZIONE DELLE PIAZZE CITTADINE: QUALCHE SPUNTO PER LA COMUNE RIFLESSIONE

L’indiscussa centralità della piazza, luogo fondamentale dell’incontro e dello scambio, in cui si intrecciano cultura e storia, simboli e tradizioni, ha trovato in ogni comune italiano una realizzazione eminente e privilegiata. La piazza, quale centro vitale della città, palcoscenico dell’identità e del senso di appartenenza di una comunità, è ciò che permette la manifestazione quotidiana della collettività e del potere cittadino. La piazza italiana, dunque, si propone come una inesauribile rappresentazione della vita en plein air, una messa in scena “teatrale” concepita per accogliere la folla delle feste, dei mercati, delle celebrazioni religiose, delle proteste.
Ma questo luogo inesauribile di risorse collettive, luogo statico di pubblico calpestio, spazio per protagonisti, si tramuta assai sovente in protagonista dello spazio, centrale riferimento di una protesta generata e alimentata – questa volta al di fuori di esso – per decidere sulle sue imminenti sorti urbanistiche. Così è la piazza civica, spazio delle pratiche politico-amministrative, in cui il luogo del potere e della cittadinanza è in prima istanza il palazzo comunale. E quando è il potere a decidere del futuro architettonico della piazza, più forte è l’offesa e il senso di spossessamento di quel luogo da parte di chi quel potere lo rivendica. Ma le grandi piazze sono grandi e importanti anche grazie a tutto questo. Protagoniste indiscusse di drammi collettivi anche quando è tempo di maquillage.
Nel 2014 il processo di riqualificazione delle piazze e le conseguenti proteste e lamentele più o meno giustificate parte da Milano, da piazza Oberdan, per il cui progetto di rifacimento si è arrivati finanche alle minacce. Così per piazza D’Azeglio a Firenze, piazza Faroni a Torino, Vittoria Park a Reggio Emilia, piazza  Minghetti a Bologna, eccetera.
Grandi città, enormi piazze e infinite proteste per progetti forse non abbastanza condivisi, per questioni affettive o funzionali oppure per semplice apparente senso di privazione. Questa è la piazza civica repubblicana, il luogo delle contese cittadine che diventa spesso l’oggetto delle pubbliche proteste di cittadini e comitati, ma che da sempre ha accompagnato, ciononostante, lo sviluppo sociale ed economico delle nostre città.
Ma la storia insegna che mai nessuna piazza potrà essere “domata”, nessun potere politico è mai riuscito a lungo ad irreggimentare le folle in piazza e costringerle all’obbedienza incondizionata, quand’anche fosse solo riuscito a dare alla piazza la forma del suo stesso potere. Gli interventi urbanistici sulle piazze e le proteste che generano, salvano le piazze, le rinvigoriscono e gli donano centralità in un epoca in cui alla piazza “reale” si affianca, sino quasi a sopravanzarla, la “piazza virtuale” televisiva, luogo in cui il confronto viene filtrato e stemperato dalla “freddezza” del mezzo televisivo.
Diamo alle piazze un volto nuovo per evitare che la piazza muoia, abbandonata a sé stessa o si trasformi in una anonima area di parcheggio. Diamo il nostro contributo alla storia delle nostre piazze con ogni mezzo, solleviamo sonore rivendicazioni per le soluzioni architettoniche proposte, palesi disappunti per i tardivi tempi di riconsegna, poniamo pure dubbi sulle sue sorti, animiamo la piazza, quale luogo naturale di “teatrali” dispute: saranno tutti segni indelebili di un percorso tumultuoso ma coinvolgente di inevitabile mutamento del nostro spazio urbano.
                   Dott. Salvatore Bernocco
Presidente “Lista Insieme”

Salviamo La Rotonda. Il Cuore della Città.