Dopo

Oltre un’Amministrazione squalificata, delegittimata, sepolta da 120 avvisi di garanzia, che sta distruggendo la Città pezzo per pezzo




Ok, l’Amministrazione fa schifo. Ma se li mandiamo via, chi c’è, dopo?

Se avessi un capello per ogni volta che ho sentito dire questa frase, Sansone mi farebbe un baffo. E invece…

Allo stesso modo, al livello nazionale di cui Ruvo è sempre più profondamente specchio, assistiamo al ragionamento parallelo: Renzi è solo uno sbruffone, un vuoto contaballe, un bimbominchia e così deliziando (vedi l’ottimo pezzo di Gilioli); un compratore di voti a 80 euro l’uno ecc… Ok. Ma se lo mandiamo via, chi c’è, dopo?

E anche qui…

In pratica è come se dicessimo: ok, il mio medico curante mi sta uccidendo. Ma se poi lo cambio, chi c’è, dopo

Signori miei, come direbbe la buonanima, la domanda è mal posta.

Anzi: la domanda NON È QUELLA.

Meglio ancora: la domanda è esattamente QUELLA CONTRARIA. Cioè, chi c’è prima. Chi c’è ora!

Ovvero: vuoi che la Città rimanga in mano a chi la sta distruggendo, proseguendo un lavoro sistematico di vent’anni e passa, o vuoi toglierla da quella morsa e darle un’altra possibilità?

E a livello più generale, vuoi che l’Italia rimanga in mano a chi la sta distruggendo, proseguendo un lavoro sistematico di vent’anni e passa, o vuoi toglierla da quella morsa e darle un’altra possibilità?

Questa è la vera domanda.

E la risposta è semplice. Banale.


CHIUNQUE È MEGLIO di chi ti sta uccidendo. Magari, alle brutte, uguale. Ma peggio no.

Con una precisazione, però: che a decidere DEVONO essere i Cittadini, NON le congiure di palazzo. Non la stanca partitocrazia e gli immondi equilibri che rappresenta, difende e protegge da oltre 150 anni, a danno specie del Sud ma in generale di tutti i Cittadini, e a vantaggio delle élites mafioso-clientelari di cui i partiti sono stati e sono, fondamentalmente, l’espressione di dominio politico.

Basti pensare che il maggior partito di governo è oggi dominato da uno degli imprenditori più parassitari e assistiti e succhiasoldi-pubblici della Storia; e che il maggior partito ex di “opposizione” e ora di condominio è praticamente una proprietà personale di un altro pollo di allevamento del sistema mafioso-clientelare di cui sopra: il prodotto craxiano di maggior successo e longevità, l’emblema stesso della stupidità politica al governo. Almeno prima di Renzi, perché ora la gara si fa dura…;)

Gente che è arrivata lì dopo aver firmato il solito patto col diavolo: garantire i così detti, sempre più deboli e ridicoli, poteri forti. Le rendite di posizione. I privilegi di casta. I piccoli e grandi clientelismi di partito che hanno affossato il Paese. E la Città.

E gente che viene cacciata via appena prova ad alzare la testa. Un secondo prima.

Chi c’è DOPO di loro, a entrambi i livelli?

È inutile cercare un “nome”. Perché non è questione di nomi, a sistema invariato. Altrimenti si può già rispondere che dopo, c’è un altro di loro, con gli stessi identici fini. Gli stessi mezzi. Con tempi dimezzati e quindi brutalità raddoppiata.


Oppure

Oppure dopo l’ultimo servo dei vecchi equilibri in decomposizione, c’è la vera soluzione;  c’è il popolo che si libera e si organizza democraticamente, e SCEGLIE dal basso i suoi rappresentanti, anziché subire squallidi mestieranti, lacché e portaborse paracadutati da Roma. Cioè da loro, e per i loro fini.

Serve invece una politica nuova. Una politica del NOI. Un nuovo protagonismo diffuso e responsabile, democratico e organizzato, aperto ma deciso e preciso sugli obiettivi del bene comune.

Oppure c’è il nulla. Il baratro. Chiunque sia a pulcinellare a palazzo Chigi. O a Palazzo Avitaia.

Ci sono i Cittadini e la Costituzione, oppure c’è il disastro.

Non c’è altra possibilità.

Da questo punto di vista il problema del cambiamento c’è, ed è enorme. Il problema, diciamo: non l’opportunità, che pure c’è e non va sottovalutata.

Perché non solo il partito di maggioranza e quello ex di opposizione, Pd e Forza Italia, sono sostanzialmente in mani nemiche della democrazia

Ma anche il M5S mostra ormai apertamente quei limiti che avevamo sottolineato e su cui inutilmente abbiamo avvertito fin da subito: la mancanza di strategia, il cedimento troppo frequente alla goliardia, al fatterello spicciolo, e sopratutto l’irrisolto gigantesco problema tra un democraticismo caotico della base ed un leaderismo anti-statutario da parte di due personaggi che hanno grandi meriti, ma che hanno anche sistematicamente sbagliato le scelte politiche fondamentali nei momenti cruciali, che hanno dimostrato di non avere né tattica né strategia adeguate al drammatico momento che il Paese vive – e che pur tuttavia, come capi qualunque di vecchi partiti, non se ne assumono le responsabilità e non ne tirano le ovvie conseguenze politiche.

Ciò fa sì che la vera novità, cioè lo straordinario lavoro, a volte eroico, di molti parlamentari M5S, rimanga un tesoro imbottigliato e inutilizzabile in questo collo di bottiglia che, proprio come per tutti gli altri partiti, impedisce alla base di mandare al vertice le sue energie migliori, liberamente e senza padri-padrone a cui rispondere. Si chiami Renzi, o Grillo o Berlusconi o chissà come.

Non c’è alcun dubbio che il futuro del Paese risieda nel tipo di risposta che si darà a questa domanda, che è la più importante e cruciale di tutte: la domanda di una democrazia finalmente matura, vera, libera. 

Il problema è invece molto più semplice per quanto riguarda la nostra Città, perché non vi è alcun rischio per la democrazia cittadina: tanto non c’è.

ITALY-POLITICS/

C’è solo un’Amministrazione squalificata, delegittimata, sepolta da 120 avvisi di garanzia in continuità con la precedente, che sta distruggendo la Città pezzo per pezzo, che è incapace di affrontare un problema che sia uno, figuriamoci poi di risolverlo…

Che lascia andare i suoi figli in una Scuola a rischio di catastrofe sanitaria da amianto, che ci manda in dissesto con un debito improprio che ad oggi, tra diretti e indiretti, ammonta a circa 25 milioni: un vero e proprio macigno sul futuro di tutti noi e dei nostri figli.

E rimangono scandalosamente lì, aggrappati ciascuno alla sua sedia della vergogna.

Ecco, a Ruvo la domanda del “dopo” è veramente semplice.

Chi c’è “dopo”? Uno qualunque sarà sempre meglio. Basta che non sia complice di questo enorme disastro.

Se poi riusciamo ad organizzarci democraticamente e una volta tanto essere laboratorio politico d’Italia anziché ultimo ruotino di scorta, avremo centrato la scommessa del nostro futuro.