Così Parlò l’Avvocato (del Comune)

La Tribù Muta, l’Alieno e (ahinoi) altre storie… L’ultima esplosiva intervista prima del black out.



 

 
L’avvocato Castellaneta sembra un po’ l’alieno di Spielberg. Cioè uno che non c’entra nulla col contesto. Che si è integrato ma rimanendo sé stesso. Che è socievole pur sognando casa.
 
Quelli, i suoi amici terrestri, si nascondono, non parlano e sfuggono ad ogni responsabilità. Lui invece, l’alieno, addirittura ci chiama per raccontare quello che fa il suo ufficio.
 
Quelli si acquattano da qualche parte (sotto qualche poltrona) sperando che passi la buriana, che peraltro essi stessi creano; lui apre le porte e ti ringrazia più volte.
 

Insomma fa, e bene, quello che dovrebbe fare un pubblico amministratore. Ed è proprio per questo che la differenza risalta

Al telefono mi spiega che per lui è naturale. Figlio di giornalisti, sa quanto è importante il dialogo con la stampa. 
 
Il giornalista deve fare il suo lavoro. Se noi non comunichiamo, lavorerà su quello che sa. Sarebbe stupido non informarlo e non far conoscere la nostra posizione.
 
Santoddio, gli ho risposto, allora Lei è la persona giusta al posto giusto. Dovrebbe però intanto evangelizzare la tribù muta del Palazzo in cui lavora, alla quale noi ripetiamo da anni le stesse cose. Invano.
 
Oggi, nel suo grande ufficio umido di Palazzo Avitaia, semisepolto dalle montagnette di fascicoli sulla scrivania, l’avvocato Domenico Castellaneta, da Conversano, mette subito le mani avanti.
 
Sono qui solo da un anno. In comando, non in mobilità. Al massimo ci rimarrò per altri due. In teoria poi potremmo decidere di rendere la cosa definitiva, ma non nascondo che farsi ogni giorno 130 chilometri è pesante…”
 
Insomma si sente più di là che di quaE ci tiene a far sapere che il suo lavoro è importante. Che lo fa con passione e competenza.
Qualcosa a metà tra il testamento morale e l’intento programmatico.
 
Ruvo ha una grande dinamicità intellettuale, ed enormi possibilità di emersione.
 
(Certo – si vorrebbe rispondere – se le capacità intellettuali e in generale i meriti contassero qualcosa, rispetto alla imperante corruzione clientelare, allo sventramento della cosa pubblica a vantaggio dei peggiori, di cui lo scandalo romano degli ultimi giorni è solo l’ultimo tassello…

Ma non è questo il momento.)

Però, come sempre nei piccoli centri, c’è troppa vicinanza, ci si conosce tutti e il rischio è che l’azione amministrativa perda di efficacia per non urtare magari questo o quell’amico.

Per questo, sono personalmente convinto che i pubblici dipendenti non dovrebbero lavorare nella loro cittadina.


A chi lo dice, avvocato…

Perché se no il rischio dei personalismi è alto. Sia verso l’amministrazione, sia dall’amministrazione verso l’esterno. E non è giusto. 

Perché l’Ente deve essere equidistante ed aperto verso tutti i soggetti. 


Compresi critici e rompiballe? 😉

Certo. Tutti. L’informazione è un diritto-dovere. Previsto dalla Costituzione. Perciò va tutelata e vanno rispettati i pareri, le analisi e anche le critiche di tutti. Sennò non è democrazia.

Informazione-Diritto-Costituzione-Democrazia. Troppa musica per le mie orecchie.

L’unico dubbio che mi rimane fino alla fine è come faccia quest’uomo a convivere con un ambiente che gira esattamente al contrario di ciò che lui dice.



Risparmi

Parliamo delle spese legali. Lei sa che il suo ufficio esiste grazie a noi di RuvoLibera, che l’abbiamo chiesto a gran voce dopo l’inchiesta sullo scandalo delle spese legali (e non solo) del 2012.

Sì, certo. Lo so. 

Ne è valsa la pena? Ci sono risparmi?…

Certo. E che risparmi!

Quanto spendiamo all’anno ora in spese legali? Ricordo per il 2012 la terrificante somma di 800mila euro.

Oggi molto meno. Nell’anno in cui ci sono stato io, siamo intorno ai 200.000

Ridotto a un quarto. Non è male.

Più 70mila in circa 70 giudizi, a 1.000 euro l’uno.

Insomma un risparmio del 60% circa sull’annus horribilis. Rimane un risultato apprezzabile.

Posso dirle anche un’altra cosa.

Dica.

Nessun incarico esterno. Tranne per continuità le cause che erano state già iniziate.

Quindi zero nuovi incarichi?

Esatto. Zero.

E gli avvocati che prima li ricevevano, non l’hanno mandata al diavolo?

No. Anzi. Si sono mostrati piuttosto collaborativi. Anche perché c’è molto da fare. Pensi che per il 2015 il mio calendario di udienze è già pieno.

Alleluja. 😉



Espropri e Dissesto

Vogliamo parlare del contenzioso derivante dagli espropri?

Certo. Qui la questione è purtroppo molto seria. E io mi meraviglio…

Pausa per scegliere bene le parole.

Mi meraviglio che non si sia affrontata per tempo. Che si sia lasciata incancrenire fino a questo punto, fino al probabile dissesto.

Solo probabile? È sicuro, direi.

Annuisce. Nella posizione in cui è, non può certo dire che il paziente è già morto

Nonostante gli sciocchi comunicati trionfalistici che da altra parte dell’amministrazione escono fuori come suppurazioni di ferite ormai inguaribili.

Mi meraviglio, dicevo, e mi chiedo sempre: ma perché nessuna amministrazione ha mai davvero affrontato la questione? Perché?

Perché? Che idea si è fatto, avvocato? Perché nessuno ha affrontato il problema e si è lasciata morire la Città?

Qualche cautela, poi, come prendendo la mira:

Naturalmente sono l’ultimo arrivato e la mia è solo un’ipotesi.

(Ok. Cautela accordata.)

Ma mi pare che, da un punto di vista storico, si possa forse ipotizzare un voto di scambio, alla base di certe decisioni francamente incomprensibili.

Tipo forzare sull’art. 51?

Per esempio. Sì. Specie sulla forzatura dei tempi, sulla fretta.

Non vi era infatti alcuna emergenza che giustificasse un articolo destinato a gestire situazioni eccezionali. Condizioni di reale emergenza, diciamo, non il consueto business edilizio e politico-elettorale, come sempre incestuosamente legati.



Legalità

E sui 120 avvisi di garanzia? Sulle decine di migliaia di metri quadri abusivi contestati dai pm?

Oggettivamente sono cose per un certo verso preoccupanti. Per un altro verso però la mole degli avvisi e il lungo tempo delle indagini mi fa valutare la cosa con più ottimismo. 

Cioè?

Ho l’impressione che si sia utilizzato tutto quel tempo, due anni anziché magari sei mesi, nel tentativo di trovare elementi a carico degli indagati. 

Non potrebbe darsi invece che siccome gli indagati erano tantissimi ci sia voluto conseguentemente più tempo?

Può darsi anche questo. Non si può escludere.



Il deserto al governo

Non si poteva evitare tutto questo dramma?

Secondo me sì. Si doveva fin dall’inizio, almeno da quando sono arrivate le prime sentenze, creare un tavolo permanente e mettervi intorno i soggetti interessati

Solo così si poteva gestire davvero la situazione ed evitare la terribile condizione attuale, col rischio del dissesto che per tutti i Cittadini vuol dire lacrime e sangue per vent’anni.

Lo sappiamo bene, avvocato. Lo diciamo da una vita. Sono anni che predichiamo nel deserto. Il guaio è che qui il deserto è al governo, da vent’anni.

E perché non si è fatto?

 
Non lo so. Ma posso ipotizzare che non convenisse a nessuno…
 
A chi?
 
A chi poteva controllare la macchina pubblica. Del resto non si può non vedere una certa uniformità dei beneficiari. Alcuni costruttori, grandi proprietari…
 
E ovviamente i loro referenti politici e tecnico-amministrativi, senza i quali i loro interessi non potevano certo essere tutelati in Comune contro quelli generali.
 
Direi che logicamente non fa una grinza.
 
Voto di scambio. A Ruvo? Ma va’?…;)




Chi paga il conto


Espropri, cooperative, pagamenti e default sono temi strettamente legati. Come va con i decreti ingiuntivi?

Abbiamo fatto Ingiunzioni, non decreti ingiuntivi. Questo ci ha permesso di risparmiare centinaia di migliaia di euro in spese.

Quante ne avete fatte?
180. Quindi 180.000 euro risparmiati.

E sono tutte quelle che erano da fare?
No. Ancora 100 sono da inviare. E parliamo solo dei comparti M, C. Abbiamo appena iniziato il comparto A.
 
Risultato? Quanti hanno pagato?
Nessuno. Tutti gli atti sono stati impugnati.  
 
Ma se nessuno paga, il dissesto è sicuro.
Sì, ma ritengo che il loro obiettivo finale non sia tanto non pagare. Quanto pagare solo l’importo netto di esproprio, mentre i vari oneri no.

E ce la faranno? Dovremo pagare noi Cittadini il resto?
Ritengo di no. Ci sono sentenze e direttive europee che non lasciano dubbi.

Ha letto, ovviamente, il drammatico Parere dei Revisori dei Conti sulla carenza di legalità?
Sì. Oggettivamente è pesante. Ma ritengo che le varie emergenze, che so, aggiustare il tombino o riparare un cavo o simili, possano giustificare…

Aggiustare tombini? Ma la relazione parla anche di “importi rilevanti”, non di tappare qualche buco. Parla di carte assenti, di criteri di assegnazione imperscrutabili. Parla di un vero e proprio sistema di illegalità diffusa

L’avvocato allarga le braccia.

Lo so, lo so…




Il Difensore Civico e altre storie


Che ne pensa del Difensore Civico? Era obbligatorio agli inizi degli anni ’90, poi nessuno l’ha messo su – figuriamoci noi – e poi…

Poi è stato abolito, lo so.

Sa che RuvoLibera sta cercando di metterne su uno… Ma non sarebbe meglio se lo facesse di sua iniziativa il Comune?

Sul Difensore Civico io sono d’accordo. L’ho accennato al capogruppo del Pd. D’altra parte anch’io qui qualche consiglio ai cittadini lo do, anche se non rientra nelle mie mansioni.

Sarà davvero così ingenuo, il mio interlocutore?

Lo ha “accennato” al capogruppo Pd. Non faccio fatica a immaginare l’entusiasmo del Pd per istituire un organo che dovrebbe soprattutto controllare quello che fa lo stesso Pd, oggi da solo in maggioranza. Devono trattenere a fatica un impeto incontenibile…;)
 
Ci lasciamo che è quasi l’una. Una stretta di mano. “Ora ha il mio numero…”



Il crollo della Cupola

Ma i numeri che mi mulinano nella mente sono altri. Insieme a pezzi di discorso che sgomitano per ottenere il loro spazio.

I 25 milioni di debito (dei soliti furboni?) a carico dei cittadini. 

I 120 avvisi di garanzia sul capo dell’Amministrazione peggiore dall’epoca della preistoria paparelliana.

L’esplosiva relazione dei Revisori, che disegna nel mio Comune, nel nostro Comune, una specie di regno dell’illegalità (e qui, come direbbe Moro, mi contengo nel dire).

E quella micidiale delibera del 5 giugno scorso. Quella cosa, parlarne, che mi trascino dietro da mesi come uno di quei tristi doveri ineluttabili – quella delibera che col regno dell’Illegalità fa così drammaticamente il paio – come vedremo presto.
 
E insieme a questo mulinare di numeri – i numeri della sconfitta e del disastro di una vecchia cupola clientelare il cui rovinare fragoroso si abbatte sulla Città di Tutti – come pezzi e calcinacci dello stesso crollo, mulinano concetti e parole ascoltati.

Riecheggiano come moniti verso il vuoto in cui come Città stiamo sprofondando. Pezzi di discorso in cerca d’autore, frammenti di una ricetta e di una cura che il malato e moribondo, che si professa sanissimo, non vuole sentir nominare.

Il “Sequestro cautelativo dei comparti”, ha detto l’avvocato. La faccia dura quando è troppo tardi. 

L’interdizione temporanea del dirigente reticente. Ma perché mai pubblici funzionari, dirigenti (perdio!) della cosa pubblica, gente che è lì per difendere la trasparenza, le leggi e gli interessi comuni – perché dovrebbe essere “reticente”?



Milioni in euro
 
Lo strano assenso dei notai, così teneri sulle vendite di certe case che forse in vendita non dovevano essere.

Quelli che hanno venduto prima del tempo la casa in cooperativa da 100milioni di lire a 250mila euro: cioè 500 milioni di lire. Neanche il traffico di droga rende tanto.

E quelli che l’hanno comprata. Prima del tempo? Prima dei 10 anni dal primo acquisto che prescrive la legge? E, se è successo, come è potuto succedere?

E quello, tra questi ultimi “fortunati”, che dopo aver comprato a 250mila euro la casa da 100 milioni di lire, ora si è visto pure arrivare dal Comune l’ingiunzione da 87mila euro (altri 170 milioni). Quando si dice la fortuna…

O quando si dice effetti collaterali di un malgoverno conclamato e sedimentato.


Una tragedia Shakespeariana

Piccoli frammenti dello stesso dramma epocale di una Città distrutta dal malaffare clientelare

L’assalto alla diligenza, per riprendere le parole dell’avvocato, che peraltro anche noi abbiamo usato tante volte.

Vent’anni e passa di ottuso, spietato, selvaggio assalto alla diligenza chiamata Ruvo di Puglia, chiamata Bene Comune, chiamata Futuro di Tutti.

Dettagli che si incastrano e sottolineano… l’orrore.

Tessere di un mosaico ben più grande, non diverso, anzi speculare e simbolicamente rappresentativo di quello nazionale, che racconta la condanna di una classe dirigente-digerente rimasta a livello tribale, alla sistematica promozione dei mediocri a scapito dei meritevoli – di quelli che potrebbero dare un’altra chance all’intera comunità.

Il disastro di oggi non è che l’epilogo matematico, logico-geometrico, di quelle premesse. Di quel ventennale sventramento urbanistico, ambientale, sociale, economico, politico, civile – in nome di un’urgenza che era, ed è, solo elettorale.

Pagarsi il seggio col futuro di tutti.

Questo è.

Un dramma grandioso. Una tragedia degna del miglior Shakespeare. Se non fosse che quelle quinte non sono finte, è realtà vera che crolla; e che quelli che stanno soccombendo alla forza del destino da loro stessi creato, siamo noi.