L’Imu e il Pd

Dal segretario Pd riceviamo e pubblichiamo.
L’IMU è un’imposta ingiusta.

Ingiusta perché colpisce in maniera indiscriminata la proprietà immobiliare, senza alcun riferimento alle condizioni personali del soggetto passivo d’imposta.

Ingiusta perché è la strada più semplice per fare cassa, colpendo il bene più facilmente accertabile, controllabile e quantificabile che è anche tra i più diffusi, costituendo il conseguimento del primo obiettivo cui la famiglia media italiana aspira nella scala dei propri programmi di vita: il bene casa.



Ingiusta perchè stiamo ancora aspettando il decreto attuativo che renda operativa la tassazione degli immobili ad uso comerciale posseduti dal clero cattolico. Attesa vana, visto che di tale decreto non si vede neanche l’ombra, nonostante tutti i buoni propositi e gli annunci del governo, con la conseguenza che ormai il 2012 è quasi andato con esso anche le previsioni di raccolta di IMU dalla Chiesa ( stimate tra i 600 milioni e il miliardo).

Ingiusta perchè incerta, perchè se il gettito complessivo di dicembre non raggiungerà le aspettative, il governo potrebbe anche utilizzare la riserva di legge che si è garantita fino al 10 dicembre, per ritoccare le aliquote di base.

Ingiusta anche nel nome, perchè l’IMU non rimane totalmmente nelle casse comunali, ma in buona parte viene assorbita dallo Stato.

Ma attenzione! E’data la possibilità ai Comuni di modificare le aliquote. Della serie se quello che lo Stato trasferisce non è sufficiente per garantire gli equilibri di bilancio e quel minimo di servizi che un Comune ancora può pensare di rendere, allora prendete delle decisioni, prendetevi la responsabilità, perchè voi siete la politica e noi solo un governo tecnico, dite ai cittadini di pagare qualcosa in più e sperate che i conti tornino.

Sin qui lo stato dell’arte, di qua in poi le scelte.

Scelte che potevano andare solo nella direzione di aumentare le aliquote di base. La decisione atteneva a quali e di quanto. La proposta del PD, approvata dall’assise consiliare, è stata articolata seguendo due direttrici logiche.

La prima considerare gli immobili utilizzati direttamente per lo svolgimento della propria attività artigianale, commerciale e industriale, meritevoli di particolare favore, seguendo l’idea che per le piccole-medie imprese vanno cercati strumenti di incentivazione affinché possano essere motore per la ripresa dell’economia locale. L’IMU allo 0,8% anzichè allo 0,91 % come deliberato a Giugno, non sarà determinante, non risolverà i problemi delle aziende ruvesi, ma rappresenta un segnale politico evidente nei confronti del nostro comparto produttivo.

La seconda aumentare la tassazione sugli immobili di utilità marginale minore: le seconde case, pur consapevoli del fatto che sovente accade che la seconda casa sia un’eredità ricevuta o magari un investimento fatto, quando si poteva, per i propri figli e non sempre è sinonimo di maggiore capacità contributiva. 

Non è stata pensata una distinzione tra le seconde case sfitte e quelle locate. E’ vero. Intanto perchè già per il 2012 la maggiore IMU sarà assorbita, per gli immobili sfitti, dall’azzeramento dell’Irpef e relative addizionali sulla rendita fondiaria, e inoltre, tale strada non era tecnicamente percorribile, mancando un dato storico su cui poter commisurare dei calcoli previsionali, e un bilancio anche se di previsione non si fa con numero a caso, giusto per far quadrare i conti.

Un’ultima considerazione sull’innalzamento dell’aliquota IMU prima casa al 5 per mille. Facciamo un esempio: un immobile di rendita catastale rivalutata al 5% pari a Euro 350,00 sconta un’imposta, al 5 per mille, pari a Euro 280,00 da cui sottrarre la detrazione di Euro 200,00. Risultato Euro 80,00 da pagare, senza considerare la detrazione prevista per figli conviventi max ventiseienni pari a 50 euro per ogni figlio. 

Una rendita catastale di 350­­-400 euro corrisponde ad un normale appartamento di tipo economico-popolare. Non sembra che le fasce economicamente e socialmente più deboli, siano state particolarmente vessate, come qualcuno facendo proposte demagogiche e populistiche, nonchè dimenticando di indicare come far fronte al minor gettito, ha inteso far credere.

Ricordiamo, inoltre che, alla stessa stregua delle seconde case sono stati considerati gli immobili destinati dall’impresa costruttrice alla vendita che scontavano, in base alla delibera precedente un’aliquota del 9,10 per mille, tassati ora ad aliquota ordinaria del 10 per mille. A tal proposito non si capisce quale “regalo” sia stato fatto nella proposta del Pd a tale categoria imprenditoriale, come in maniera ingannevole e non degna di una seria informazione riportato da nota testata giornalistica.

La proposta politica del Pd ha inteso trovare un punto di equilibrio tra il mantenimento dei livelli minimi di assistenza, l’alleggerimento del carico impositivo delle imprese e la salvaguardia degli equilibri di bilancio.


Tanto si doveva, per corretta informazione

Pina Picciarelli

Coordinatore cittadino Pd

Pubblicato MERCOLEDÌ, 03 OTTOBRE 2012 10:34 

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