Lettera al Prefetto


Della moltiplicazione degli uomini e dei mezzi



La Prefettura





Egregio signor Prefetto,

sappiamo che il nostro Sindaco l’ha invitata e che Lei verrà a trovarci oggi, in Comune dalle 9.30.

Lei già lo sa. Le chiederanno il solito miracolo. La moltiplicazione degli uomini e dei mezzi.

Noi no. Non Le chiediamo cose impossibili. Ma cose pratiche, efficaci perché semplici.

Certo, non verrà a mani vuote, si sa già. Qualche uomo, per un po’. Qualche sirena in più. Magari qualche volteggio di elicottero. Rafforzare la “sensazione” di sicurezza, più che la sicurezza stessa.

Che altro potrebbe fare?

Non si possono presidiare tutti gli esercizi e i punti sensibili 24 ore su 24. E in tutte le città – perché Ruvo non è certo la sola a fare i conti con la criminalità. Mentre sulle forze dell’ordine come su tutto il resto non arrivano che tagli.

La comprendiamo, signor Prefetto. E non Le invidiamo il Suo, pur importante, ruolo.


Una Città magnifica e distrutta

Tuttavia, vogliamo ricambiare il Suo sforzo e raccontarLe qualcosa di questa Città, e delle possibilità di intervento che Ella sicuramente ha per aiutarla a salvarsi. Senza muovere un solo Carabiniere in più.

La faremo breve, nella assoluta certezza che Ella saprà intuire la miriade di elementi che formano e sostengono i tre fondamentali di cui vogliamo parlarLe.

Le descriviamo la cima della montagna, o come si suol dire, la punta dell’iceberg. Il resto per così dire va da sé, e lo lasciamo alla Sua immaginazione. Perché è ovvio che nessuna cima si regge senza la montagna, nessuna punta senza l’iceberg.


1. La Legalità compromessa

L’Amminisitrazione che oggi La chiama, compreso l’Ufficio tecnico comunale e l’Amministrazione precedente, di cui questa è in evidente continuità – è sommersa da 120 avvisi di garanzia emessi in due ondate diverse, 28 nel febbraio 2012, e ben 92 nel febbraio 2013.

Per ipotesi di reato gravissime, relative alle problematiche dell’espansione edilizia ed alla costruzione, secondo quanto ricostruisce il Magistrato, di una vera e propria Città Fantasma, fatta di volumetrie gonfiate e di altre simili meraviglie che certo non sfuggono alla Sua conoscenza istituzionale.

Un devastante sacco urbanistico che in proporzione, se fosse confermato in giudizio, ridurrebbe il famigerato sacco di Palermo a una robetta da dilettanti.

Fermo restando il sacrosanto principio dell’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, non ritiene, signor Prefetto, che una simile ENORME condizione di debolezza e di lesa credibilità politica e istituzionale, siano di danno alla Città e quindi anche alla sua sicurezza?


2. Lo stupro e il fallimento di una Città virtuosa

Questa Città, da sempre “virtuosa” nei conti e che di suo NON ha (non avrebbe) neanche un euro di debito, si trova incredibilmente a un passo dal fallimento, schiacciata da un debito da contenzioso giudiziario superiore ai 23 milioni, riveniente sempre dalla stessa maledetta problematica edilizia, dal continuo e sistematico assalto alla diligenza, dal biblico flagello della pessima politica (se ancora così si può chiamare)  e dal susseguirsi ventennale di Amministrazioni che, a voler esser buoni, si devono definire inette, non esclusa quella attualmente in carica. Anzi.

Fermo restando che appunto le responsabilità sono VENTENNALI e che questi amministratori così delegittimati non hanno certo potuto fare tutto il danno da soli, pur essendosi distinti per l’incapacità nell’affrontare la situazione – non ritiene, signor Prefetto, che la scandalosa presenza in carica di un’Amministrazione così potentemente squalificata, sia un’anomalia da risolvere per poter dare un’altra chance a questa antica e bellissima e gloriosa e sventurata Città di ritrovare la strada per un futuro migliore?


3. Omissione di atti di ufficio e attentato alla pubblica salute

Da pochi giorni è iniziato l’anno scolastico. Taciamo per carità di patria sulla situazione scolastica generale.

Ma non possiamo reprimere una nota di  sdegno  di fronte agli “auguri” rituali di buon anno scolastico da parte di un Sindaco assente, e soprattutto di un vice-sindaco e assessore all’Urbanistica che incredibilmente NEGA il rischio amianto per la Scuola Media Carducci-Cotugno, da noi documentato – mettendo così a rischio direttamente con la loro propria inerzia la salute e la vita di centinaia di ragazzi e ragazze, che sarebbe invece loro obbligo proteggere;  del personale docente e non docente, dei residenti limitrofi e indirettamente di tutti i cittadini, data la volatilità delle fibre di amianto deteriorato e friabile.




Fermo restando che non è saggio continuare a sperare nello stellone che ha evitato finora una vera tragedia di proporzioni bibliche – non ritiene anche Lei che la migliore sicurezza per una Città stia nella prevenzione? Nell’azione saggia e instancabile di un’Amministrazione nel pieno della sua legittimazione popolare e quindi della sua energia?

Nell’adempimento scrupoloso degli obblighi di legge (che imporrebbero al Comune, da almeno DUE anni, di rimuovere il problema) e infine nella sollecitudine all’interesse pubblico e al bene comune, piuttosto che all’inverecondo attaccamento alla poltrona di un’Amministrazione incapace e che almeno dal febbraio scorso (il mese degli ulteriori 92 avvisi di garanzia) finge di sopravvivere a se stessa perinde ac cadaver?

Taceremo dell’infinita serie di disastri piccoli e grandi che hanno reso e rendono un inferno la vita degli incolpevoli e tartassatissimi Ruvesi. 

Ma se Ella avrà la pazienza di farlo, vada per piacere a vedere in che stato è ridotta la ex bellissima “villa” di Piazza Dante.

Ne constati, a parte l’odierno orrore urbanistico, la assoluta impraticabilità, e consideri che DOVEVA essere riconsegnata alla Città, dopo un periodo già abnorme di lavori, il 3 luglio 2013

Cioè 14 mesi fa al momento in cui scriviamo – e l’attesa non è ancora finita, nonostante le continue e facili e disattese promesse di chi non sa fare altro che promettere, senza poi sentire l’obbligo di mantenere.

È solo il caso più visivamente eclatante. Ma è un biglietto da visita significativo

Se poi, per quanto poco probabile, sarà ancora qui quando è sera, si faccia un giro sui bellissimi viali. Se riesce ancora a vederli

Se non ci sarà, torni a prendere un caffè una di queste sere. Saremo lieti di offrirglielo e Le assicuriamo che non se ne andrà senza (ahinoi) meravigliarsi – o piuttosto scandalizzarsi.

E così via: abbiamo promesso di non essere lunghi, ma ci creda che cose da dire ce ne sarebbero ancora tantissime.



Perché Le diciamo questo

Chiunque Le potrà confermare, signor Prefetto, quanto noi come RuvoLibera, e in particolare il sottoscritto da libero cittadino e senza far parte di alcuna forza politica, siamo stati determinanti nella vittoria elettorale dei partiti di maggioranza di questa Amministrazione nel 2011.

Il che ovviamente NON ci ha certo fatto allentare la guardia e, infatti, la critica di chi Le scrive è nota ad ogni Cittadino, man mano che l’Amministrazione è andata deludendo le grandi aspettative che aveva(mo) suscitato, ed ha mostrato tutta la sua insufficienza, la sua inanità, la sua inerzia davanti al vero e proprio disastro che lungi dall’evitare, come poteva, ha contribuito ad aggravare.

Non Le sta parlando, perciò, signor Prefetto, un acerrimo nemico dell’amministrazione o cose del genere. Tutt’altro. 

Le sta parlando un Cittadino libero che, insieme a tanti altri, ma senza dubbio, nel caso specifico, con qualche punto in più, ha potentemente contribuito alla vittoria elettorale di questi signori così deludenti.

E se ora Le chiedo quello che sto per chiederLe, creda che lo faccio con lo stato d’animo del padre costretto, dopo molte sopportazioni e infiniti tentativi di dialogo, a denunciare il figlio delinquente.




Li rimuova. 

Li rimuova. La legge glielo consente.

E siamo sicuri che Ella condividerà che sono queste cose, molto più che l’attacco di pochi balordi, prevedibile e prevenibile, a rendere debole e indifesa una Città.

Se pertanto vogliamo rendere Ruvo più sicura, dovremmo strategicamente puntare a un piano organico di prevenzione, più che alla mera, spettacolare ma sostanzialmente inefficace e tardiva repressione.

E dovremmo rimuovere quello che è oggi l’ostacolo più grande alla Rinascita della Città, ovvero questa Amministrazione debole, delegittimata, priva di qualunque consenso, di qualunque idea e di qualunque slancio; inane su tutto, gigantesca solo negli errori, nella presunzione e nell’abbarbicamento recidivo a un ben misero e squallido “potere”, se tale ancora si può chiamare e se “potere” è quello di portare la propria Città alla rovina.

Ecco, signor Prefetto: la legge gliene da la possibilità. Rimuova questa Amministrazione ex art. 241 del Tuel, per gravi e ripetute violazioni di legge.

E per restituire dignità e una nuova possibilità di scelta a questa Città violata.



Licenza di uccidere

Stabiliamo la semplice regola che essere eletti non vuol dire avere licenza di uccidere una Città, e/o essere al sicuro, qualunque porcheria si faccia o lasci fare, fino a fine mandato.

Dimostri, signor Prefetto, che non è così.

Li mandi a casa

Questo è, sì, il modo giusto per rendere più sicura la Città. E non servono Carabinieri. Basta una firma. Sua.

I malviventi-da-rapina come quella dell’altra sera sono dei bruti, e come tutti i bruti, scelgono i deboli.

E forse non è un caso che, tra i deboli, hanno individuato la nostra Città.


Esempi, non vuote promesse

Perché per rendere sicura, cioè forte, una Città, serve prevenzione. Serve una guida ferma e autorevole. Soprattutto, servono ESEMPI

Noi da tempo immemorabile non abbiamo nulla di tutto questo. Essere attaccati alla poltrona come patelle allo scoglio, tutti, maggioranza e opposizione, nonostante il disastro evidente e la Nave che affonda, non è certo l’esempio che serve.

Perciò, signor Prefetto, ci dia una mano. Abbrevii l’agonia ancora quasi biennale che ci aspetta.

Li mandi a casa e ridia così la parola ai Cittadini. È l’unica via. Si chiama democrazia. 

E benvenuto nella nostra Città.

Appendice.
Cartoline da un’area colpevolmente dimenticata. Lo scenario del prossimo disastro?