Il Default in Piazza

Eh, sì. Altri tempi. Quando le promesse erano giovani e si poteva sperare che sarebbero state, almeno un poco, mantenute…
 
Il Default in Piazza
Pubblicato VENERDÌ, 21 SETTEMBRE 2012 11:04 Scritto da MARIO ALBRIZIO

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Non le manda a dire, il sindaco Ottombrini.

 
In questa città non si parla, si “sparla” troppo, senza conoscere i fatti né gli atti, per il solo gusto polemico e peggio per fare politica personalistica, per creare un polverone in cui possa infilarsi il solito noto.
 
Un Comune partito azzoppato dalla riduzione dei dirigenti a inizio legislatura, e ulteriormente menomato dalla volontaria fuga dell’unico dirigente titolare rimasto, l’ing. Stasi. 
 
Il quale, grida Ottombrini, è andato via di sua volontà senza che l’Amministrazione l’abbia spinto in alcun modo. Lasciandoli anche nei guai perché senza dirigente era impossibile prendere molte decisioni.

 
 
Dopo l’accorato appello di Pina Picciarelli sulla necessità di un governo centrale e di una legge elettorale realmente democratici, eletti e che facciano scegliere i cittadini – Ottombrini ritrova un piglio deciso: la verve della scorsa campagna elettorale. 
 
Per qualche minuto sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando, all’ultimo comizio, fu necessaria una grande alleanza di piazza per far rispettare le regole all’antagonista, che, presentendo la sconfitta, era rimasto appiccicato al palco come la patella allo scoglio.
 
Ma sono solo pochi minuti. Poi il dibattito scorre sui binari fissati, da me ed esclusivamente da me. In piena libertà. Sia chiaro per i duri di comprendonio che amano fare sfoggio quotidiano di ignominia e di codardia su siti compiacenti e ricettacoli fecaloidi – e che questa volta, avendo passato il segno, ne dovranno rispondere.
 
Le loro parole, o grugniti, per quanto maleodoranti, sono un’ulteriore conferma della ottima riuscita della serata. Perché ipotizzare che ci sia stata combine tra l’intervistatore e gli intervistati significa riconoscere che gli intervistati se la sono cavata piuttosto bene.
 
Qualunque cosa se ne pensi, non solo quest’Amministrazione ha avuto il coraggio di farsi intervistare a tutto tondo dal più rompiballe dei blogger sulla piazza
 
Ma lo ha fatto con lealtà ed estrema correttezza
 
Non uno di loro ha alzato il telefono né usato alcun altro metodo per farmi una qualunque richiesta. Per togliere o aggiungere o smussare argomenti.
 
Io e solo io ho deciso, in assoluta libertà, cosa chiedere. Ho elaborato io le domande o le ho prese dal web, sempre in assoluta autonomia. Non avrei accettato alcun tipo di interferenza. Ma va detto con chiarezza che nessuno si è anche sognato di provarci.
 
Certo, chi bazzica certi sitacci è ovvio che abbia una certa idea del “giornalismo”. Ma se aprite gli occhi un giorno o l’altro vedrete che c’è tutto un mondo…
 
Nel frattempo, andiamo avanti. Noi abbiamo visto un’Amministrazione sufficientemente compatta, e soprattutto determinata a combattere per difendere e portare avanti le sue scelte. 
 
Scelte con le quali non sempre siamo d’accordo: ma che l’Amministrazione ha tutto il diritto di portare avanti, e il fatto che lo faccia con forza noi lo leggiamo positivamente.
 
Guardatevi il video qui sopra, senza dubbio da non perdere, in cui ci sono le risposte degli assessori a tutte le branche del vivere civile cittadino. Ascoltatele, e se qualcosa non quadra, ditecelo, e cercheremo di capirci qualcosa insieme.
 
Noi ringraziamo Pina Picciarelli per l’invito, il Sindaco Ottombrini e gli assessori MontaruliDe PaloLovinoScardigno e Altamura per essersi messi in gioco, come abbiamo detto, senza rete, così come deve fare ogni amministratore che abbia dignità e creda in quel che fa.
 
Che siano buoni o cattivi amministratori, non spetta a noi dirlo. Che abbiano scelto la via del confronto pubblico e della chiarezza, è un dato di fatto che niente può sminuire.
 
E in questa operazione-chiarezza, in questa serata bellissima e drammatica, in questa piazza sempre simbolica e carica, oggi ha rotto gli argini ed è uscito finalmente in campo aperto il problema del Default.
 
Finalmente l’opinione pubblica ha saputo senza equivoci, in diretta, con la compostezza del caso, quanto sia seria, per non dire grave, la situazione.
 
Da stasera, nessuno può più dire: “io non sapevo”. Segua o non segua RuvoLibera, stia o meno su internet, da oggi ogni ruvese sa o può sapere, con la velocità fulminante del passaparola. 
 
Noi una serata così l’avremmo fatta prima. Ma onore al merito: meglio tardi che mai.
 
avremmo fatto anche una serata in cui si racconta per filo e per segno come sono andate le cose, con tutte le evidenti responsabilità. Su questo siamo molto distanti da Vito Ottombrini, il quale ritiene che “solo chi non fa, non sbaglia“.
 
Ma nella lunga storia che oggi volge a un epilogo fatale c’è qualcosa di ben più grave che errori o incidenti di percorso. 
 
Ci sono precise volontà politiche, provvedimenti al limite della legalità e a volte palesemente oltre, che ancora oggi gridano giustizia, e le cui ingiuste conseguenze tutti saremo chiamati a pagare.
 
Quasi sempre, senza sapere perché.
 
Una prospettiva brutale per la città. Ma anche una prospettiva nefasta per il centro sinistra, che rischia di passare agli occhi di chi non conosce la storia (cioè quasi tutti, salvo gli addetti ai lavori e i non pochi, per fortuna, che seguono RuvoLibera) come il colpevole del disastro.
 
L’elettore che nulla o poco sa, e che solo oggi ha saputo ufficialmente che siamo sull’orlo del fallimento, e che dovrà fronteggiare così sprovveduto le “voci” velenose sistematicamente sparse da chi ha interesse ad occultare le proprie pesanti responsabilità – l’elettore che poco o nulla sa, finirà per credere alla storia che chi ha dichiarato fallimento ne è anche responsabile.
 
E’ vero il contrario. Ma è quello che penserà la maggioranza dei cittadini. 
 
E così il centrosinistra – identificato, per quanto a torto, col fallimento – potrà dire addio a Palazzo Avitaja per i prossimi vent’anni.
 
La Storia, a chi la studia, insegna chiaramente che un popolo arrabbiato cerca un colpevole. E se non lo trova, accusa il primo che capita sotto tiro. 
 
E il primo che capita è già qui, bell’e pronto, che si fa intervistare liberamente e con coscienza a posto, in una grande prova di democrazia e trasparenza, in questa piazza bellissima, oggi pavesata a festa di vessilli biancorossoverdi – mentre qualcuno, sui soliti siti fogna, continua tranquillamente a riversare i suoi veleni.
 
Mentre gli alleati di ieri, coartefici della grande vittoria democratica del 2011, hanno ripreso le distanze, ripercorso la via degli steccati. 
 
Mentre il dissenso interno ha già fatto perdere qualche pezzo e il contrasto di interessi rischia di fare il resto. 
 
Mentre il Default si avvicina con la sua ombra gigantesca
 
Mentre il governo centrale taglia a più non posso chi non può difendersi e riduce i Comuni a bancomat
 
Insomma mentre tutto è sul punto di crollare, qualcuno, nell’ombra, rimesta il solito pentolone.
 
Nel quale però, questa volta, finirà per cucinare se stesso.

 

 

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