Un rosso piacentino. Un vino Triple “A”.


Frizzante… naturalmente. Emilia Romagna. Un territorio vocato si tradizionalmente alla viticoltura, ma i vini prodotti in queste zone sono sempre stati poco conosciuti e declassificati a vini di serie “b”. 

Alcune aziende hanno invece voluto dimostrare che questi vigneti se coltivati e curati senza l’uso di pesticidi, fitofarmaci, lieviti artificiali e altre schifezze simili, sia in vigna che in cantina, possono dare vita a dei vini meravigliosi

prugno e vigna 
Ed è di una di queste aziende che vogliamo parlare oggi. Siamo a Rivergaro, località Ancarano, provincia di Piacenza. 

Qui sorge l’azienda vinicola La Stoppa. Qui si produce vino da 100 anni, da quando il vecchio proprietario (l’azienda ha voluto ricordarlo,dedicandogli una bottiglia che porta il suo nome, Ageo. 

Un vino di cui non potremo non parlare in altri post. ) piantò viti francesi e produsse vini con dei nomi italianizzati, Bordò, Bordò bianco, Pinò. 

Nel 1973 La Stoppa fu acquistata dalla famiglia Pantaleoni. Che in poco tempo realizzò i nuovi impianti e rinnovo’ la cantina. Oggi l’azienda è guidata da Elena Pantaleoni (foto), che insieme all’enologo Giulio Armani ha voluto che i maggiori investimenti fossero destinati in vigna e in cantina. 

La produzione comprende alcuni vini rossi da uve Barbera,Bonarda,Cabernet Sauvignon, 1 bianco/orange da uve di Malvasia di Candia, Ortugo e Trebbiano nero da cui producono l’Ageo, un malvasia dolce frizzante e 2 passiti, tra cui il Buca delle Canne, personalmente il miglior passito mai assaggiato. 

L’azienda è sotto denominazione Triple “A”. Cioè qui non si usano concimi chimici, fitofarmaci e qualsiasi sostanza chimica. Solo un po’ di zolfo e rame in vigna. Inerbimento e sovesci. In cantina poi l’intervento umano è zero. Il vino viene solo “accompagnato” e osservato. 

Ultima cosa prima di passare al vino di oggi. Ne avevamo gia’ parlato per un’altro vignaiolo ma anche Elena Pantalenoni è protagonista nel film/documentario di Jonathan Nossiter “Natural Resistance”. 

Film denuncia sul mondo del vino e che consigliamo a tutti di vedere. Il vino di oggi è il Trebbiolo Rosso Frizzate igt Emilia. 

Si frizzante, ma un frizzante…diverso.Un vino figlio di queste terre rosse e calde. Vino sano e genuino, che possiamo definire quotidiano ma di qualità per via del modo in cui viene prodotto. 

Tipo di agricoltura: Naturale con inerbimento spontaneo, nessuna concimazione ,diserbo e pesticidi. Trattamenti di solo zolfo e rame. Tipo di impianto: Guyot. Eta’ delle viti: 15-20 anni. Tipo di uve: Barbera 60% – Bonarda 40%. Vendemmia: Manuale. Vinificazione: Fermentazione e macerazione sulle bucce per 20 giorni con lieviti indigeni e in assenza di anidride solforosa. 

Affinamento: Naturale in serbatoi chiusi d’acciaio con presa di spuma a temperatura controllata. Gradi alcolici: 13%. Solforosa presente: 20,0 mg/l. Colere: Rosso rubino vivo.

Al naso: vinoso, frutti piccoli rossi, mirtillo, bacche selvatiche amare.   Gusto: secco, vivace, fresco e con ritorni fruttati dell’olfatto.Sgrassa e pulisce la bocca in maniera fantastica.

Abbinamento gastronomico: Primi e secondi piatti saporiti e sostanziosi,carni rosse al sugo.Io l’ho bevuto su degli agnolotti alla carne e anche su una bella pizza farcita. 

Bicchiere:Classico a media apertura.Costo bottiglia cl. 75  Euro 7,50. Essendo un vino biodinamico,quando decidete di berlo, stappate la bottiglia almeno 50-60 minuti prima di consumarlo. 

Questi vini hanno bisogno di respirare per esprimere al meglio le loro qualità. Non fatevi spaventare dalle prime sniffate. Sembrano odori “strani”, ma spariscono dopo pochi minuti e questo evolversi  ve li farà amare ancor di più. 

Parleremo anche di quelli che se aperti il giorno prima esprimono il massimo delle loro qualità olfattive e gustative. Sono vini Natural-i. 

Buon appetito e prosit.


Luca La Fortezza