Il Soldi della Festa


Scorrano. Festa patronale con il logo TAP.

Feste ovunque. Di varia (spesso scadente) qualità. Ma la vera domanda è: chi paga? e soprattutto: perché? Per avere cosa in cambio? Appalti, consenso, distrazione dell’opinione pubblica dai veri problemi?

Chissà se può sostenere la tesi che, presa una località a caso, più si moltiplicano le “feste”, più ci sono problemi da nascondere.

Apriamo la discussione con un post da Facebook di Guglielmo Minervini, assessore alla regione Puglia e “testa d’uovo” dello staff vendoliano.

Noi ne avevamo parlato esattamente un anno fa, sempre davanti alle magnifiche luminarie di Scorrano (in foto) chiedendo che si festeggiasse meno e si facesse più assistenza e investimenti. 

La classica voce nel deserto… Oggi l’argomento è più che mai di attualità perché la Tap, il consorzio del famigerato gasdotto,  ha cominciato a finanziare feste patronali. Come mai?

Guglielmo Minervini
La contesa.
E’ legittimo che Tap sponsorizzi anche manifestazioni di religiosità popolare come la bellissima festa di Scorrano, che con le sue luminarie suscita suggestioni ormai di elevatissimo valore artistico?
Di legittimo, è legittimo.
Contributo trasparente, con una raccolta fondi totalmente autofinanziata, dicono gli organizzatori volontari.
Comprensibile.
E tuttavia, resta l’altra domanda.
Pur legittimo, è opportuno?
Non basta concludere che sono puliti, dobbiamo sempre chiederci da dove vengono i soldi e soprattutto con quale scopo.
E vale per tutti.
Per le manifestazioni religiose, per le iniziative culturali, per il finanziamento della politica.
Perché è vero il contrario.
Pecunia olet.
Sempre.
E queste domande solo se poste prima, possono evitare situazioni imbarazzanti e spiacevoli dopo.
Ecco cosa ha insegnato la vicenda dell’Ilva.
Tanto per fare un esempio.