L’Occulto Manovratore

E l’Ammiraglio ordinò: facite ammuina!
di Salvatore Bernocco



Vorrei dedicare una contenuta riflessione ad una manifestazione dell’animo umano che sta assumendo contenuti, contorni ed implicazioni sempre più preoccupanti: il conformismo delle idee, l’omologazione al verbo della politica dominante. 


È frequente leggere su Facebook, ad esempio, commenti a post che criticano o intervengono su episodi amministrativi o politici locali, sporcati da acrimonia e scarsamente motivati. 

Sono commenti che hanno una chiara matrice, una provenienza partitica ben precisa, e che trasudano livore e biasimo, come se il commentatore o i commentatori, uniti da un idem de commune sentire, si fossero accordati per vituperare l’estensore della nota critica ed esporlo al pubblico ludibrio. 

Della serie o sei dalla mia parte oppure le tue idee sono spazzatura, sono critiche scomposte e dettate da sentimenti di rivalsa. Sei uno sfascista o un guastatore di professione, un filosofo, un poeta o un moralista da quattro soldi. 

Talvolta si ha come l’impressione che ci sia una regia occulta, qualche manovratore che, nascosto dietro le quinte, mette in bocca alle seconde e terze file le parole giuste, che poi il più delle volte si rivelano prive di fondamento e dettate esclusivamente dalla volontà di nuocere e di fare ammuina.

All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora; chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio passann’ tutti p’o stesso pertuso; chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘llà“.

“Facite ammuina” trae origine da un fatto storico realmente accaduto. 

Un ufficiale napoletano, certo Federico Cafiero (1807 – 1888), passato dalla parte dei piemontesi già durante l’invasione del Regno delle Due Sicilie, venne sorpreso a dormire a bordo della sua nave insieme al suo equipaggio e messo agli arresti da un ammiraglio piemontese, in quanto responsabile dell’indisciplina a bordo. 

Una volta scontata la pena, l’indisciplinato ufficiale venne rimesso al comando della sua nave dove pensò bene di istruire il proprio equipaggio a “fare ammuina” (ovvero il maggior rumore e confusione possibile) nel caso in cui si fosse ripresentato un ufficiale superiore, con lo scopo di essere avvertito e contemporaneamente di dimostrare l’operosità dell’equipaggio (fonte: Wikipedia). 

A me sembra proprio che accada questo, caro Mario, cioè che si faccia ammuina affinché non vengano a galla i fatti. Non parlo di verità, termine altisonante e complesso dai risvolti morali, ma i fatti puri e semplici. Se ci facciamo caso, ciò che si vuole impedire è il confronto, da cui potrebbe emergere una soluzione o un’idea migliore di quella abbracciata dalle maggioranze a geometria variabile. 

Queste maggioranze mutevoli, dove uno sta qui e poi sta lì o anche lì, dove chi stava sotto si trova sopra a seconda degli interessi, dove quelli che stanno a sinistra fanno l’occhiolino alla destra passando per i rimasugli del centro e viceversa, stanno impoverendo la politica e l’amministrazione locali, debilitando il già sfibrato corpo.

In questo caos deliberatamente costruito ed organizzato c’è chi prospera. Sono i Cafiero di ieri e di oggi. Sono coloro che hanno poche e abbastanza confuse idee, poche e sporadiche competenze. 

Sono quelli che snobbano i problemi o li sottovalutano o li trasmettono ai posteri, e che tirano a campare. 

Sono gli equipaggi dei partiti che, come gli aerei di Mussolini, devono spostarsi da un luogo all’altro e attaccare briga al momento opportuno, quando qualcuno si permette di agitare le acque e di indicare un orizzonte sgradito agli ammiragli. 

A costoro consiglierei l’ammutinamento, di essere sé stessi, di non appiattirsi. Sarebbe una prova di libertà di pensiero e di azione di cui, un giorno, poter andare fieri. 


Salvatore Bernocco