Il Vangelo secondo Matteo


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Tutto come  previsto alla “Conferenza Stampa” di Matteo Paparella, a cui come preannunciato (vedi video) abbiamo assistito – rispondendo al relativo invito.

 
Il suo salmo, la sua salmodia e il suo vangelo si possono, come sempre, ridurre a una sola parola: io.
 
Una bella saletta minuscola, gremita da una ventina di persone, oppressa dall’afa e scarsamente difesa da un ventilatore volenteroso ma impotente a fronteggiare la situazione.
 
Massiccia la presenza di Sel. La stampa amica, quella amicissima, quella neutrale e quella critica (noi).
 
Tolti tutti costoro, le cui motivazioni possono essere diverse, gli altri sono soprattutto soci delle cooperative, e ovviamente qualche fido adepto. In tutto, una decina di persone o poco più. 
 
Sguardi attenti, non di rado preoccupati.
 
Matteo sfruscia delibere e provvedimenti, sciorina dati e considerazioni, spara bordate a chi capita nel raggio del ragionamento.
 
Contro la “triade” (immaginiamo, quella interna al Pd identificata dall’ottimo post di pochi giorni fa) che a suo dire condiziona e gestisce il sindaco Ottombrini e le Commissioni.
 
Contro la Commissione edilizia. Contro l’ing. Cascello (contrapposto all’eroe buono ing. Stasi). Contro Fatone e la famosa delibera galeotta.
 
Difficile stargli dietro perché come al solito non si pone minimamente il problema della comprensibilità di quello che dice ad un pubblico che non ha passato le nottate sugli stessi fogli. Non ci sono copie a disposizione degli astanti. Nessun ausilio multimediale.
 
Matteo, le sue carte, il suo sfrusciare di fogli, la sua parola. Nient’altro. I due consiglieri a lato sono ridotti a pura coreografia silenziosa.
 
Metre lui svetta sugli artt. 128, 129  e 130 – oggetto di contrasto con l’ex assessore all’Urbanistica Biagio Mastrorilli, attualmente proprio alla Commissione edilizia – e su tutta una serie di provvedimenti altrui o richieste e interpellanze, sue, a suo dire esemplari, a volte “con-di-vi-se” ma sistematicamente boicottate o ignorate.
 
Insomma una difesa a tutto campo del proprio operato, delle proprie scelte ovviamente “felici” e di tutta la prassi seguita. Nessuna concessione neanche alla debolezza umana. Non dice mai, che so, “avrò anch’io commesso qualche errore”, come quel tale della brillantina.
 
No. Lui non sbaglia mai. Per fortuna sbagliano gli altri. Tutti. Fatone, Caldarola, Stragapede e naturalmente Ottombrini.
 
Errori a ripetizione, di cui dice, con il classico linguaggio allusivo, “vorrei poter pensare che siano dovuti solo a sciatteria“.
 
La piccola platea però, tranne una signora bionda che va via presto e chiassosamente perché “si parla solo di edilizia” e l’argomento non la interessa (chissà che locandina ha letto…) – la platea segue attentamente. Naturalmente non possono seguire il gioco-delle-delibere e delle carte con cognizione, non avendole sott’occhio; ma in fondo quello che aspettano è altro. Sono le soluzioni.
 
E ovviamente le soluzioni ci sono. C’era da dubitarne?
 
L’assessore regionale Barbanente, che ha chiuso una via di fuga all’Amministrazione, diventa una specie di eroina (“non si sta dieci anni a quel posto se non si è in gamba“).
Chissà cosa ne avrebbe detto se invece avesse dato via libera al pasticciaccio degli scambi volumetrici.
 
Dal mio punto di vista penso che quando uno sta da dieci anni allo stesso posto, vuol dire che la società è messa male. Perché o non riesce a mandarlo via o non ha nessuno con cui sostituirlo. Delle due, non saprei dire qual è l’ipotesi peggiore.
 
Insomma niente scambi volumetrici. “Ruvo ha esaurito il terreno a disposizione e non può più espandersi“.
 
Niente voli acrobatici. Niente colpi di scena. Come previsto. 
 
Ma qualche punticino di rilievo, proprio in coda.
 
1. Pagare il debito degli espropri, i famosi 17 milioni di euro, è impensabile senza mandare il Comune in dissesto. E qui siamo d’accordo (vedi video).
 
2. Relativamente ai tristi fatti del 10 luglio, con l’impedimento forzato del Consiglio comunale, quasi una excusatio non petita: “I soci delle cooperative avevano chiesto, il giorno prima (9 luglio) a Ottombrini se si dovesse mettere a bilancio il debito della sentenza Pellicani; e Ottombrini aveva risposto che non era all’ordine del giorno“. Invece lo era. Ecco perché poi è stato necessario – di fronte a cotanta menzogna, che se fosse provata sarebbe effettivamente rilevante – organizzare l’irruzione paramilitare del pomeriggio del 10. Così parrebbe di dover capire. 
 
3. Bisognava evitare di perdere tempo e spingere verso la transazione per ridurre il volume finanziario delle sentenze.
Su questo è difficile non essere d’accordo e l’abbiamo ribadito nel video allegato a questo articolo.
 
Ma qui ecco la frase più sibillina: il Comune ha dei mezzi di pressione, verso tutti i titolari di sentenza, che non ha usato.
Una frase che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Chi vuole intendere, intenda. E si ritenga avvisato.
 
Il finale è la solita apoteosi solitaria. Matteo starà “sempre con le cooperative” (non sapremmo dire se sia una promessa o una minaccia…;)
Ovviamente “non per calcolo elettorale“: ma va’? E chi ne dubitava? No, non perché “interessino i voti di 350 famiglie“, più ascendenti e collaterali.
 
Capito? Non gli interessano. Quindi non glieli date più…;)
 
Gli interessa soltanto che il gioiello amministrativo che ha messo su (lo stesso che ci ha portato al disastro, ndr) non sia vanificato dalla pochezza e dalla incapacità (nel migliore dei casi) delle amministrazioni che lo hanno seguito. Nessuna esclusa.
 
Nessuna autocritica. Nessun accenno all’art. 51. Nessun benché minimo cenno al mancato avvio dell’edilizia privata, in piena violazione di legge. E così via.
 
Una lunga cavalcata solitaria per far vedere alla prateria assonnata com’è bravo il cavaliere, specie quando non ha concorrenti e contraddittorio.
 
Fuori l’afa è terribile. Tra oggi e domani è previsto il picco delle temperature. E anche la città ha la febbre alta.
 
Si è capito (semmai se ne dubitasse) che Matteo non ha nessuna cura. E non sorprende per nulla. Ma questo non gli impedisce di ri-proporsi a questa stessa Amministrazione come Assessore all’Urbanistica, al posto della Montaruli “che in Consiglio non parla“, nonostante faccia parte della famosa “triade”.
Che sia lei l’eminenza grigia? 😉
 
Caro Ottombrini: ti fai sfuggire un’occasione così?
 
Finito il monologo, resta che la Città è sull’orlo del crack. Che l’Amministrazione non ha una strategia e vive (o sopravvive) alla giornata. Che Matteo è perso nelle sue illusioni autoreferenziali e nei suoi sogni maniacali di grandezza immaginaria (“di fronte alle difficoltà io non arretro. Semmai avanzo…”).
 
Che intanto l’intera città si ritrova a dover pagare un conto di 17 milioni di euro, quasi 700 euro a testa, senza neppure essersi seduta a tavola. Una follìa. E un suicidio (non solo) politico.
 
A questo punto non resta che aspettare il coniglio dal cilindro dell’Amministrazione, se ne ha uno, o ridare la parola ai cittadini per una candidatura super partes che chiuda col passato, con la lunga sequela di errori ed orrori, salvi la città e la avvii a un piano di rinascita.

Sia chiaro: non un supereroe. Ma un uomo con lo sguardo lungo, capace di elaborare una strategia complessa e trovare l’unica via d’uscita da questo pantano.
 
Un uomo super partes. Con un’idea di città che chiude col passato e si apre al futuro. E la collaborazione di tutti. 

Se non è troppo, non abbiamo bisogno d’altro. 
 

n. b. il Consiglio comunale cui si fa riferimento nel video è ovviamente quello del 12 luglio scorso.
 
 
 

Mario Albrizio